CULTURA - 22 marzo 2025, 20:39

Mafia invisibile, memoria assente: Il silenzio che uccide ogni giorno

Lannino, oggi a Aosta per una conferenza su giornalismo e mafie, ha sottolineato quanto oggi sia più difficile raccontare la realtà mafiosa, “inabissata” e operante sottotraccia

Mafia invisibile, memoria assente: Il silenzio che uccide ogni giorno

La Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, celebrata ieri a livello nazionale con la manifestazione di Libera a Trapani, ha avuto una significativa risonanza anche ad Aosta, dove il tema della lotta alla mafia ha trovato un profondo spazio di riflessione. Quest’anno, tra i protagonisti della giornata, c’è stato Franco Lannino, fotografo e fotogiornalista che, con il suo lavoro, ha documentato la stagione delle stragi di mafia. La sua esperienza diretta nei luoghi delle tragedie, come il fatale 23 maggio 1992, quando esplose la bomba di Capaci, ha portato un messaggio chiaro e forte: la mafia, purtroppo, non è scomparsa. È solo cambiata, è diventata più silenziosa, più difficile da scoprire, ma non per questo meno pericolosa.

Lannino (nella foto), oggi a Aosta per una conferenza su giornalismo e mafie, ha sottolineato quanto oggi sia più difficile raccontare la realtà mafiosa, “inabissata” e operante sottotraccia. Dopo il periodo delle stragi, che ha visto culminare con la cattura dell’ultimo superlatitante corleonese, la mafia sembra aver adottato modalità più nascoste. L’impegno di un giornalista che vuole svelare gli intrecci mafiosi è oggi più arduo che mai, poiché i segnali di infiltrazione sono meno evidenti, ma altrettanto radicati. Eppure, come ha fatto notare Lannino, è proprio questa la sfida: svelare le mafie invisibili che si infiltrano nel nostro quotidiano, nella politica, nell’economia e nella cultura.

La sua testimonianza, che raccoglie il dolore e la lotta contro la criminalità organizzata, invita a riflettere sulla necessità di mantenere alta l'attenzione, anche quando la mafia non "grida" più attraverso le stragi, ma agisce dietro le quinte, corrodendo l’ordine pubblico e la legalità. Quello che ci serve oggi, più che mai, è un impegno costante e diffuso, che parta dal singolo cittadino fino alle istituzioni, nella continua ricerca della verità e della giustizia.

Durante la cerimonia ad Aosta, il presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin, ha posto l’accento sull’importanza del ricordo come strumento di impegno quotidiano. “Il ricordo è uno strumento importante per combattere le mafie in una società in cui la memoria è quella di un pesciolino rosso”, ha dichiarato, sollevando una riflessione che merita attenzione. In un’epoca in cui la velocità e l’effimero della comunicazione rischiano di offuscare le tracce lasciate dalla storia, la memoria diventa una risorsa preziosa, una resistenza contro l’oblio che favorisce l’impunità.

L’appello alla memoria, però, non è un atto di nostalgia, ma un invito a trasformare quella memoria in azione concreta. Come ha sottolineato Donatella Corti, referente uscente di Libera Valle d’Aosta, “Il vento della memoria semina giustizia”. La memoria non è mai fine a se stessa, ma diventa motore di cambiamento, di giustizia, e di impegno civico. La lettura dei nomi delle vittime innocenti delle mafie, che ha avuto luogo sotto i portici dell’Hôtel de Ville, è stato un momento simbolico, ma che va ben oltre la ritualità. Ogni nome letto è un monito, un ricordo che impone a ciascuno di noi di non voltarsi dall'altra parte, ma di essere sempre pronti a difendere la legalità.

Libera, con il suo lavoro quotidiano, ha reso il ricordo delle vittime delle mafie una causa viva, un impegno che non si ferma al 21 marzo, ma che prosegue tutto l’anno. Un impegno che si rinnova ogni giorno, che parte dai giovani, dai volontari, da chi si occupa di giustizia sociale e legalità. Con il cambio di leadership in Libera Valle d’Aosta, che vede l’ingresso di due giovani co-presidenti, Fabrizio Bal e Veronica Ruberti, si rinnova l’impegno di un'intera generazione nel portare avanti la lotta contro le mafie, in un territorio che non è immune dalla loro presenza, anche se invisibile.

Oggi, più che mai, è necessario un impegno collettivo, un’inversione di rotta verso un futuro di giustizia e legalità. Le mafie, in tutte le loro forme, vanno sconfitte non solo con la forza della legge, ma con la forza della consapevolezza e dell’impegno quotidiano. Le vittime innocenti delle mafie non sono solo un ricordo, ma un impegno che ci interroga e ci chiama a tutti ad essere protagonisti nella lotta contro la criminalità. Perché, come ci ricorda Franco Lannino, “Il giornalista che non è più in grado di raccontare la realtà mafiosa non è solo un problema per il giornalismo, ma per tutta la società.”

In questo senso, la Giornata della memoria non è solo un momento di riflessione, ma un’occasione per rinnovare il nostro impegno verso un'Italia libera dalla mafia, dove la legalità non è una concessione, ma un diritto e un dovere.

piero,minuzzo@gmail.com

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