In vista della Giornata mondiale dell’acqua, che si celebra il 22 marzo, emergono dati preoccupanti per quanto riguarda la gestione del servizio idrico in Italia, e in particolare in Valle d’Aosta. La regione, che si prepara al passaggio al gestore unico, si distingue non solo per i costi, ma anche per la situazione legata alla dispersione idrica. Secondo l’ultimo rapporto di Cittadinanzattiva, la Valle d'Aosta presenta una dispersione idrica che, sebbene sotto il 30%, ha visto un peggioramento rispetto al 2020. Questo dato, seppur inferiore a molte altre regioni italiane, evidenzia comunque una criticità che merita attenzione, considerando il quadro nazionale in cui la dispersione idrica raggiunge il 42,4% in media sul totale del territorio.
Il XX Rapporto di Cittadinanzattiva, curato dall’Osservatorio prezzi e tariffe, ha fotografato la situazione delle tariffe del servizio idrico integrato in tutte le province italiane nel 2024. A livello nazionale, la spesa media per una famiglia tipo di tre persone si attesta sui 500€ annui, con notevoli differenze tra le regioni. La Valle d’Aosta, in attesa della riorganizzazione con il gestore unico, non ha ancora un dato preciso per il capoluogo Aosta, ma si inserisce in un contesto di crescente attenzione ai costi. In confronto, la regione con la tariffa più bassa è il Molise, con una spesa media di soli 234€, mentre la Toscana detiene il primato della spesa più alta, con 748€.
Foto di repertorio
La fotografia offerta dal rapporto conferma un quadro di disomogeneità nell'accesso e nella qualità del servizio idrico, con un'incidenza particolare nei capoluoghi di provincia. Frosinone, per esempio, è la provincia con la spesa più alta per l'acqua, con 917€ all’anno, seguita da altri capoluoghi come Milano, che, al contrario, si conferma la città più economica, con una spesa media di 185€. Anche per quanto riguarda i consumi, l’Italia si trova di fronte a una situazione di disservizi, con il 35,2% dell’acqua immessa nelle reti dei capoluoghi che va persa, una percentuale che sale al 42,4% se si considera l'intero territorio nazionale.
In relazione ai consumi, l’Istat ha rilevato che circa il 25% delle famiglie italiane non è soddisfatta della qualità dell’acqua di rubinetto, un dato che sale al 53,4% nel Sud e nelle Isole. Questo fenomeno potrebbe essere una delle ragioni per cui gli italiani continuano a consumare enormi quantità di acqua in bottiglia, posizionandosi ai primi posti in Europa e al secondo posto a livello mondiale dopo il Messico.
Il Dossier integrale del Rapporto, insieme a infografiche e approfondimenti regionali, evidenzia come la situazione, sebbene variabile da regione a regione, necessiti di interventi urgenti e coordinati per migliorare l’efficienza e ridurre la dispersione idrica, che rappresenta un’enorme risorsa sprecata in un paese che vive periodi di siccità sempre più frequenti. In un contesto come quello della Valle d'Aosta, con il passaggio al gestore unico in fase di attuazione, la sfida è anche quella di risolvere le inefficienze e garantire a tutti i cittadini un servizio idrico più equo e sostenibile.