Aosta è una città che vive di storia, ma anche di modernità, con un paesaggio urbano che mescola il passato imperiale e medievale a una crescente spinta verso il rinnovamento e l’ammodernamento. Tuttavia, l’urgenza di restaurare e rinnovare le sue strutture non può prescindere da un’attenzione speciale alle tracce di un passato che, purtroppo, riemerge in modo inquietante. Una scritta che affiora in verticale sulla facciata di una casa, riportando la parola “DUX”, simboleggia non solo un richiamo a un periodo buio della storia italiana, ma anche un segno di resistenza a una memoria storica che ancora fatica a essere superata.
Il lettore che ci ha inviato la foto non è il solo a sollevare il problema. Con il rinnovamento urbano che sta investendo Aosta, soprattutto nella zona dell'Arco di Augusto, emerge con forza la necessità di una riflessione collettiva: è il momento di intervenire per ridurre al minimo i rigurgiti di quel ventennio fascista che, nonostante gli anni trascorsi, ancora sopravvive in alcuni angoli delle città italiane.
Vergogna nel centro storico
L’Italia, anche alla luce delle recenti vicende politiche e delle sfide geopolitiche che attraversano il mondo, ha il dovere di affrontare in modo deciso e senza ambiguità questi episodi di “memoria visibile” che, più che celebrare il passato, sembrano in qualche modo legittimarlo. Il momento politico italiano, caratterizzato da un ritorno in auge di alcuni temi legati al nazionalismo e al revisionismo storico, rende più urgente che mai un intervento che segni un netto distacco da quella che è stata la dittatura fascista e che, soprattutto, rispetti la memoria delle vittime di quel periodo.
Non si tratta solo di un aspetto politico, ma anche di un dovere civile e culturale. La scritta “DUX” non può essere considerata un elemento neutro del paesaggio urbano. È un segno che rievoca un regime che ha portato alla distruzione di vite, alla repressione della libertà e alla violenza. Lasciarla intatta significa, in qualche modo, legittimare quel passato e, allo stesso tempo, disconoscere la sofferenza di chi ha vissuto sotto il regime fascista e di chi ha lottato per la libertà e la democrazia. La città di Aosta, come tutte le altre, ha il dovere di essere una testimonianza viva della nostra Costituzione, dei valori che ci contraddistinguono come nazione democratica.
Rederi nel centro storico
Accanto a questa necessità di “liberare” le facciate della città da tracce di un passato che non appartiene più al nostro tempo, emerge un’altra urgenza: quella di rispondere con dignità alle sfide urbanistiche che Aosta sta affrontando. In molte zone della città, in particolare nei negozi chiusi e negli edifici abbandonati, si assiste a uno scempio urbanistico che danneggia l’estetica e l’immagine della città. La bellezza del nostro centro storico non può essere compromessa da edifici lasciati all’incuria, da spazi in attesa di essere riqualificati. Se da un lato è fondamentale intervenire sui simboli del passato che feriscono la memoria collettiva, dall’altro è altrettanto necessario restaurare e rivalutare quegli spazi dimenticati che, se non curati, rischiano di compromettere l’aspetto di Aosta e di minare la qualità della vita dei suoi cittadini.
Il restauro e l’ammodernamento della città devono andare di pari passo con il rispetto per la memoria storica. In questo contesto, non possiamo dimenticare che Aosta ha una forte identità, un legame profondo con il suo passato romano, medievale e moderno. Ma questo legame non deve essere celebrato a senso unico, selezionando solo ciò che ci fa comodo. Al contrario, la città ha l’opportunità di mostrare una modernità che sappia riconoscere gli errori del passato e allo stesso tempo valorizzare il proprio patrimonio.
Per fare questo, è necessaria una pianificazione urbanistica che sappia rispondere alle sfide della contemporaneità: incentivare la riqualificazione degli edifici abbandonati, promuovere il recupero degli spazi dismessi e rispondere a una necessità che riguarda l’intera città: ridurre l’inquinamento visivo, migliorare l’accoglienza e offrire ai cittadini e ai turisti un’immagine di Aosta che rispetti la sua storia, ma che guardi anche al futuro.
Aosta è in modalità di ammodernamento e restauri soprattutto in zona Arco di Augusto. Si colga l' occasione per stendere un velo su quella scritta che è fuori tempo e fuori luogo. Vox populi.
È un cammino complesso, che richiede il contributo di tutti. Dalle autorità locali, che devono farsi carico di gestire questi processi di cambiamento, ai cittadini, che sono chiamati a partecipare attivamente al rinnovamento della loro città, rispettando il valore della memoria storica, ma anche la necessità di una città vivibile e moderna. È tempo di intervenire con urgenza e responsabilità: per ripulire le nostre facciate da tracce che non appartengono più alla nostra società e per restituire alla città di Aosta la dignità e la bellezza che merita.
Aosta è in modalità di ammodernamento e restauri soprattutto in zona Arco di Augusto. Si colga l' occasione per stendere un velo su quella scritta che è fuori tempo e fuori luogo. Vox populi.