Giorgia Meloni aveva promesso che non avrebbe mai messo le mani nelle tasche degli italiani. Anzi, aveva giurato che il suo governo avrebbe abbassato le tasse e migliorato la situazione economica del paese. Eppure, alla prova dei fatti, la realtà è ben diversa, e a dimostrarlo non sono i suoi oppositori, ma i numeri inconfutabili che emergono dai dati Istat. La presidente del Consiglio, insieme al suo esecutivo, si è presentata come il paladino di un’Italia finalmente libera dal giogo della pressione fiscale, ma non solo non ha mantenuto le sue promesse, ma ha addirittura fatto il contrario, contribuendo ad aggravare la situazione.
Nel 2024, infatti, la pressione fiscale è aumentata di oltre un punto percentuale, passando dal 41,4% al 42,6%. Questo incremento non è certo un dettaglio da trascurare, specialmente se consideriamo che il governo Meloni è stato eletto con la promessa di alleggerire il carico fiscale sugli italiani. Eppure, i numeri parlano chiaro: i cittadini italiani si trovano oggi a fare i conti con una pressione fiscale ancora maggiore, mentre il PIL, che avrebbe dovuto crescere dell’1%, si accontenta di un magro 0,7%. E non finisce qui. Il debito pubblico continua a salire, passando dal 134,6% del 2023 al 135,3% nel 2024. È chiaro che le politiche economiche del governo non hanno portato al risultato promesso, e l’unica cosa che sta veramente crescendo è il peso che le famiglie italiane devono sostenere.
Giorgia Meloni, che ha fatto della lotta alle tasse una delle bandiere del suo governo, si trova oggi costretta a difendere l’indifendibile. La realtà, infatti, è che l’Italia è più povera di quanto lo fosse prima, mentre le sue promesse si sono rivelate parole al vento. Non è bastato il continuo sbandierare dell’orgoglio nazionale e dei successi fittizi, perché i numeri sono implacabili e non mentono. Un governo che si è presentato come quello del cambiamento, in grado di risollevare l’economia senza aumentare le tasse, ha finito per fare esattamente l’opposto. La crescita economica è ben al di sotto delle aspettative, mentre il carico fiscale non solo non è diminuito, ma è addirittura aumentato. Come si può giustificare tutto questo? Come si può raccontare agli italiani che l’economia sta andando bene quando i dati ufficiali, messi nero su bianco da Istat, raccontano una storia completamente diversa?
Eppure, in un clima di propaganda sempre più aggressiva, la presidente del Consiglio continua a presentare il suo governo come un modello da seguire. «L’Italia è diventata un esempio per l’Europa», ripete da mesi, come se la realtà fosse cambiata davvero. Eppure i dati parlano di un paese che arranca, che continua a fare i conti con un debito pubblico insostenibile e con una crescita che non riesce nemmeno a raggiungere l’obiettivo minimo che il governo stesso si era prefissato. Se questi sono i risultati, allora è chiaro che la narrazione del governo Meloni non corrisponde affatto alla realtà dei fatti.
I numeri Istat, che sono il più autorevole testimone di ciò che sta accadendo, ci dicono che nel primo trimestre del 2024 la pressione fiscale è aumentata dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Eppure, quando questo governo è stato eletto, uno dei suoi principali cavalli di battaglia era proprio quello di abbattere le tasse. Ma a quanto pare, l'unica cosa che sta davvero abbassandosi è la credibilità di chi ci governa. È paradossale, ma anche profondamente preoccupante: il governo che avrebbe dovuto liberare gli italiani dal peso delle imposte, finisce per metterne ancora di più sulle loro spalle.
La verità, anche se scomoda, è che il governo Meloni sta fallendo sotto il profilo economico, e l’aumento della pressione fiscale ne è la prova più lampante. Ma in un Paese in cui la politica è sempre più dominata da battaglie ideologiche e da uno scontro continuo tra destra e sinistra, è difficile vedere come i risultati concreti possano davvero emergere. L’opposizione, infatti, è ancora troppo frammentata e incapace di offrire una visione alternativa chiara e coesa, e i media, troppo spesso allineati con il governo, non sembrano disposti a fare il loro lavoro di watchdog. Quello che è certo, però, è che l’Italia sta vivendo un momento di stallo economico preoccupante, e mentre la Meloni continua a raccontare una storia di riscatto, la verità è ben altra.
Le politiche economiche di questo governo, che avrebbero dovuto restituire agli italiani una maggiore libertà fiscale e un futuro prospero, si sono rivelate un fallimento totale. Ma la domanda che ci dobbiamo porre è: perché nessuno ne parla? Perché nessuno alza la voce di fronte a un incremento della pressione fiscale e a una crescita economica che stenta a decollare? La verità è che, come sempre, l’Italia paga il prezzo di una politica che pensa più alla propria narrazione ideologica che al benessere reale dei cittadini. E se vogliamo uscire da questa spirale di insuccesso, l’unica soluzione è mandarli a casa. Prima che l’Italia sia costretta a pagare un conto che non possiamo permetterci di saldare.
Meloni sbugiardata
Meloni avait promis qu’elle ne mettrait jamais les mains dans les poches des Italiens. En fait, elle avait juré que son gouvernement réduirait les impôts et améliorerait la situation économique du pays. Pourtant, à l’épreuve des faits, la réalité est bien différente, et ce ne sont pas ses opposants qui le disent, mais les chiffres irréfutables qui émergent des données de l'Istat. La présidente du Conseil, avec son exécutif, s’est présentée comme la défenseuse d’une Italie enfin libérée du joug de la pression fiscale, mais non seulement elle n’a pas tenu ses promesses, mais elle a même fait le contraire, contribuant à aggraver la situation.
En 2024, en effet, la pression fiscale a augmenté de plus d’un point de pourcentage, passant de 41,4 % à 42,6 %. Cette augmentation n’est pas un détail à négliger, surtout si l’on considère que le gouvernement Meloni a été élu avec la promesse d’alléger la charge fiscale des Italiens. Pourtant, les chiffres sont clairs : les citoyens italiens se retrouvent aujourd’hui à faire face à une pression fiscale encore plus élevée, tandis que le PIB, qui devait croître de 1 %, se contente d’un maigre 0,7 %. Et ce n’est pas tout. La dette publique continue d’augmenter, passant de 134,6 % en 2023 à 135,3 % en 2024. Il est évident que les politiques économiques du gouvernement n’ont pas donné les résultats promis, et la seule chose qui croît réellement, c’est le fardeau que les familles italiennes doivent porter.
Giorgia Meloni, qui a fait de la lutte contre les impôts l’un des fers de lance de son gouvernement, se retrouve aujourd’hui à devoir défendre l’indéfendable. La réalité, en effet, est que l’Italie est plus pauvre qu’elle ne l’était auparavant, tandis que ses promesses se sont révélées être des paroles en l’air. Le fait de brandir en permanence la fierté nationale et des succès fictifs n’a pas suffi, car les chiffres sont impitoyables et ne mentent pas. Un gouvernement qui s’est présenté comme celui du changement, capable de redresser l’économie sans augmenter les impôts, a fini par faire exactement l’opposé. La croissance économique est bien en deçà des attentes, tandis que la charge fiscale non seulement n’a pas diminué, mais a même augmenté. Comment justifier tout cela ? Comment expliquer aux Italiens que l’économie va bien quand les données officielles, mises noir sur blanc par l'Istat, racontent une histoire complètement différente ?
Et pourtant, dans un climat de propagande de plus en plus agressive, la présidente du Conseil continue à présenter son gouvernement comme un modèle à suivre. « L'Italie est devenue un exemple pour l'Europe », répète-t-elle depuis des mois, comme si la réalité avait vraiment changé. Pourtant, les données parlent d’un pays qui peine, qui continue à faire face à une dette publique insoutenable et à une croissance qui ne parvient même pas à atteindre l’objectif minimum que le gouvernement lui-même s’était fixé. Si tel est le résultat, il est évident que le récit du gouvernement Meloni ne correspond en rien à la réalité des faits.
Les chiffres de l'Istat, qui sont les témoins les plus autorisés de ce qui se passe, nous disent que, au premier trimestre 2024, la pression fiscale a augmenté de 0,8 % par rapport à la même période de l'année précédente. Pourtant, lorsque ce gouvernement a été élu, l’un de ses principaux chevaux de bataille était précisément de réduire les impôts. Mais apparemment, la seule chose qui diminue réellement, c’est la crédibilité de ceux qui nous gouvernent. C’est paradoxal, mais aussi profondément inquiétant : le gouvernement qui aurait dû libérer les Italiens du poids des impôts finit par en mettre encore plus sur leurs épaules.
La vérité, bien qu'inconfortable, est que le gouvernement Meloni échoue sur le plan économique, et l’augmentation de la pression fiscale en est la preuve la plus évidente. Mais dans un pays où la politique est de plus en plus dominée par des batailles idéologiques et un affrontement constant entre la droite et la gauche, il est difficile de voir comment des résultats concrets pourraient vraiment émerger. L’opposition est encore trop fragmentée et incapable d’offrir une vision alternative claire et cohérente, et les médias, trop souvent alignés avec le gouvernement, ne semblent pas disposés à jouer leur rôle de chien de garde. Ce qui est certain, cependant, c’est que l’Italie traverse un moment de stagnation économique préoccupant, et tandis que Meloni continue à raconter une histoire de rédemption, la réalité est tout autre.
Les politiques économiques de ce gouvernement, qui auraient dû redonner aux Italiens une plus grande liberté fiscale et un avenir prospère, se sont révélées être un échec total. Mais la question que nous devons nous poser est : pourquoi personne n’en parle ? Pourquoi personne ne s’élève face à une augmentation de la pression fiscale et une croissance économique qui peine à décoller ? La vérité, c’est que, comme toujours, l’Italie paie le prix d’une politique qui pense plus à sa propre narration idéologique qu’au bien-être réel des citoyens. Et si nous voulons sortir de cette spirale d’échecs, la seule solution est de les renvoyer chez eux. Avant que l'Italie soit contrainte de payer une facture que nous ne pouvons pas nous permettre de régler.