Salute in Valle d'Aosta - 04 marzo 2025, 13:59

Medici di famiglia a rischio estinzione nella nostra regione

La Fondazione GIMBE lancia l'allarme sulla carenza e il sovraccarico di lavoro

Medici di famiglia a rischio estinzione nella nostra regione

La carenza di medici di medicina generale (MMG) è ormai un’emergenza a livello nazionale, ma la situazione in Valle d'Aosta assume connotati drammatici. Secondo l'analisi della Fondazione Gimbe, i medici di famiglia stanno progressivamente scomparendo e il sistema sanitario rischia di non essere più in grado di garantire una risposta adeguata alle crescenti necessità di assistenza. Con un massimale di 1.500 assistiti per medico, la media regionale vede il 61,1% dei MMG superare questa soglia, un dato che supera di gran lunga la media nazionale del 51,7%.

“Il sistema è al collasso,” commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. “Siamo di fronte a una situazione insostenibile, con medici che non riescono a garantire nemmeno il minimo indispensabile per l’assistenza primaria, e la previsione di nuovi pensionamenti rende la situazione ancora più drammatica.” Secondo i dati della Fondazione, al 1° gennaio 2024 la Valle d'Aosta avrebbe bisogno di almeno 14 nuovi medici di famiglia per riuscire a mantenere il rapporto ottimale di 1 MMG ogni 1.200 assistiti, un numero che appare sempre più lontano dalla realtà.

Nel periodo compreso tra il 2019 e il 2023, la regione ha visto ridursi il numero dei medici di famiglia del 7,9%, un dato che, sebbene inferiore alla media nazionale, non offre alcuna garanzia sul futuro. La riduzione di professionisti non è l’unica criticità: anche i nuovi medici che scelgono di entrare nel sistema sono in numero sempre più ridotto. “Nel 2024, i partecipanti al concorso per il Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale in Valle d'Aosta sono stati inferiori alle borse disponibili di ben 2 candidati, un -20% rispetto ai posti finanziati,” spiega Cartabellotta. Questo trend, che riguarda anche altre regioni italiane, fa temere per l’immediato futuro della medicina generale e per l'adeguatezza delle cure primarie.

“Le borse non assegnate e il calo dei partecipanti ai concorsi sono segnali evidenti di un settore che non riesce più ad attrarre giovani professionisti,” continua Cartabellotta. “Non possiamo permetterci che una regione come la Valle d'Aosta, che già affronta sfide geografiche ed economiche, resti senza medici di base. Se non interveniamo subito con politiche adeguate, rischiamo di non riuscire più a garantire nemmeno l'assistenza di base.”

Il sistema sanitario nazionale si trova così ad affrontare un doppio fronte: la carenza di medici e un ricambio generazionale che stenta a decollare. Entro il 2027, si stima che oltre 7.300 MMG andranno in pensione, un dato che, a fronte della scarsa attrattiva della professione, lascerà un vuoto difficile da colmare. "La soluzione non può più essere procrastinata," conclude il presidente della Fondazione Gimbe. "È necessario un intervento urgente per riformare il sistema e garantire che la medicina generale continui a essere una realtà accessibile a tutti i cittadini."

Con l’ipotesi di una riforma che prevede il passaggio dal contratto di convenzione al contratto di dipendenza per i medici, è chiaro che la Valle d'Aosta, come molte altre regioni, si trova a un bivio cruciale. La strada da percorrere dovrà necessariamente coinvolgere anche il governo regionale, che dovrà fare fronte alle criticità di un settore ormai in grave difficoltà. In mancanza di interventi strutturali, la salute dei valdostani rischia di essere messa in serio pericolo.

pi.mi.

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