Chez Nous - 02 marzo 2025, 08:00

Le chat et le renard prédateurs

Il gatto e la volpe predatori

Le chat et le renard prédateurs

Il mondo sta assistendo a una delle tragedie geopolitiche più gravi della nostra storia recente. Mentre l'Europa si consuma nel suo tentativo di difendere valori millenari di libertà, democrazia e dignità, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si dimostra l'artefice di una delle alleanze più insidiose e dannose per la sicurezza globale. In un gioco sporco di inganni e trattative segrete, Trump e Putin hanno messo in atto una strategia che minaccia non solo l'Ucraina, ma la stabilità dell'intero continente europeo.

Questo non è un errore di strategia o una semplice divergenza di opinioni. No, questo è un tradimento. Un tradimento nei confronti dei valori che l'Occidente ha giurato di difendere. Un tradimento nei confronti di chi ha combattuto per costruire una pace duratura, una pace che sembra ora destinata a crollare sotto i colpi di questa alleanza oscura. Come il gatto e la volpe delle fiabe, Trump e Putin stanno giocando a fare i burattinai delle sorti di una regione che non si piegherà facilmente alla loro volontà.

Le intese segrete tra i due non sono più un mistero per chi ha occhi per vedere. Gli Stati Uniti, sotto la guida di un presidente con un’ambizione senza limiti, hanno ceduto a Putin, dando via libera alla Russia per consolidare la sua posizione in Ucraina. E con essa, il piano per mettere le mani sull'Europa. Un'Europa che, grazie all'inettitudine della sua leadership, sta diventando sempre più vulnerabile a queste minacce. Ma non solo l'Ucraina è in pericolo: il disegno più ampio è quello di permettere alla Russia di invadere l'Europa, prima silenziosamente, attraverso l'influenza politica e economica, poi con la forza, se necessario.

Non possiamo ignorare un episodio che segna con evidenza il livello di cinismo e corruzione che ha caratterizzato il comportamento della Casa Bianca sotto la leadership di Trump. Pensiamo dell’agguato vergognoso teso contro il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il tentativo di Trump, insieme ai suoi collaboratori, di usare il potere presidenziale per minare la legittimità di Zelensky è una delle pagine più oscure della recente politica internazionale.

Nel 2019, l’allora presidente degli Stati Uniti, con la complicità dei suoi alleati, ha cercato di ricattare Zelensky, chiedendo un'inchiesta su Joe Biden e suo figlio, in cambio dell'assistenza militare indispensabile per la difesa dell'Ucraina contro l'aggressione russa. Quella che sembrava una richiesta diplomatica innocente era in realtà una palese intimidazione, un'aggressione politica in piena regola. Trump, come un predatore che tende l'agguato alla sua preda, ha cercato di manipolare un paese sovrano, con la sicurezza e l'indipendenza in gioco, per scopi personali e per favorire gli interessi di Putin.

Quello che emerge da questa manovra è un disegno ben più ampio e pericoloso: la volontà di piegare la volontà dell'Ucraina agli interessi geopolitici russi. Con Trump, gli Stati Uniti non erano più il faro della democrazia, ma un attore che tendeva a favorire un altro regime autoritario, quello di Putin, a discapito di chi, come Zelensky, stava cercando disperatamente di difendere la propria nazione dalla furia dell'invasore.

Questo comportamento non è solo scandaloso, è anche pericoloso per l'intero sistema internazionale basato su regole e rispetto della sovranità nazionale. Trump ha messo a rischio la stabilità globale per assecondare gli interessi di un dittatore che, da tempo, cerca di destabilizzare l'Europa e di minare la democrazia. Ogni volta che Trump ha agito in questo modo, ha rafforzato Putin e la sua agenda di invasione, allontanandosi sempre di più dalla difesa dei valori che hanno reso gli Stati Uniti il pilastro della libertà mondiale.

E mentre il popolo europeo rischia di essere inghiottito in questa tempesta, ci troviamo di fronte alla figura di Salvini, un vassallo fedele di Putin. Un uomo che non ha alcuna vergogna a stringere mani sporche di sangue, in cambio di qualche briciola di potere. Non è più il momento di tacere. La sua posizione è insostenibile, e chiunque continui a giustificare i suoi legami con la Russia è complice di una politica che non fa altro che indebolire l'Europa e mettere in pericolo la nostra sicurezza.

Papa Francesco, con la sua voce profetica, ha più volte lanciato appelli per la pace, mettendo in guardia contro l'oscurità che minaccia di sopraffare l'umanità. Ha parlato di una "guerra mondiale a pezzi", di un mondo che sta scivolando verso l'autodistruzione, e ha invocato la responsabilità dei leader mondiali nell'evitare il conflitto. Il Papa ha visto lontano, ha capito da tempo che la vera sfida non è solo quella di affrontare i conflitti di oggi, ma di prevenire quelli di domani. Eppure, la risposta dei nostri governanti è stata quella di rimanere in silenzio, di fare compromessi, di piegarsi agli interessi di una politica che non ha a cuore il bene comune, ma solo i giochi di potere.

La sollevazione del popolo è ormai imprescindibile. Non possiamo più permettere che una classe dirigente cieca e codarda faccia il gioco dei potenti di turno. È il momento di svegliarsi, di ribellarci contro questa politica miope che ci sta spingendo verso il baratro. Non possiamo permettere che il nostro continente diventi la pedina sacrificabile di una partita tra titani, senza alcuna considerazione per il nostro futuro.

L'Europa non è una terra di sudditi, ma di cittadini liberi. È una terra che ha combattuto per la propria indipendenza, per la sua unità, per la sua dignità. Non possiamo cedere ora. Dobbiamo fermare questa alleanza malefica tra Trump e Putin, dobbiamo fermare chiunque cerchi di distruggere i pilastri che ci hanno permesso di vivere in pace per decenni. La difesa dei valori europei non è un'opzione, è una necessità. E se i nostri leader non sono in grado di difenderli, sarà il popolo a dover alzare la voce, a ribellarsi, a scendere in piazza per reclamare ciò che ci spetta: un'Europa sicura, libera e sovrana.

Il gatto e la volpe predatori

Le monde assiste à l'une des tragédies géopolitiques les plus graves de notre histoire récente. Alors que l'Europe se consume dans sa tentative de défendre des valeurs millénaires de liberté, de démocratie et de dignité, le président des États-Unis, Donald Trump, se révèle être l'instigateur de l'une des alliances les plus insidieuses et nuisibles pour la sécurité mondiale. Dans un jeu sale d'intrigues et de négociations secrètes, Trump et Poutine ont mis en place une stratégie qui menace non seulement l'Ukraine, mais la stabilité de tout le continent européen.

Ce n'est pas une erreur de stratégie ni une simple divergence d'opinions. Non, c'est une trahison. Une trahison des valeurs que l'Occident a juré de défendre. Une trahison de ceux qui ont combattu pour construire une paix durable, une paix qui semble maintenant destinée à s'effondrer sous les coups de cette alliance obscure. Comme le chat et le renard dans les contes, Trump et Poutine jouent à être les marionnettistes du destin d'une région qui ne se pliera pas facilement à leur volonté.

Les ententes secrètes entre les deux ne sont plus un mystère pour ceux qui ont des yeux pour voir. Les États-Unis, sous la conduite d'un président à l'ambition sans limites, ont cédé à Poutine, donnant le feu vert à la Russie pour consolider sa position en Ukraine. Et avec cela, le plan pour mettre la main sur l'Europe. Une Europe qui, grâce à l'incompétence de sa direction, devient de plus en plus vulnérable à ces menaces. Mais ce n'est pas seulement l'Ukraine qui est en danger : le dessein plus large est de permettre à la Russie d'envahir l'Europe, d'abord silencieusement, par l'influence politique et économique, puis avec la force, si nécessaire.

Nous ne pouvons ignorer un épisode qui témoigne de manière évidente du cynisme et de la corruption qui ont caractérisé le comportement de la Maison Blanche sous la direction de Trump. Pensons à l'agression honteuse tendue contre le président ukrainien Volodymyr Zelensky. La tentative de Trump, avec ses collaborateurs, d'utiliser le pouvoir présidentiel pour miner la légitimité de Zelensky est l'une des pages les plus sombres de la politique internationale récente.

En 2019, l'ancien président des États-Unis, avec la complicité de ses alliés, a cherché à faire chanter Zelensky en demandant une enquête sur Joe Biden et son fils, en échange de l'aide militaire indispensable à la défense de l'Ukraine contre l'agression russe. Ce qui semblait être une demande diplomatique innocente était en réalité une intimidation flagrante, une agression politique en bonne et due forme. Trump, tel un prédateur tendant une embuscade à sa proie, a cherché à manipuler un pays souverain, dont la sécurité et l'indépendance étaient en jeu, à des fins personnelles et pour favoriser les intérêts de Poutine.

Ce qui émerge de cette manœuvre est un projet bien plus vaste et dangereux : la volonté de plier la volonté de l'Ukraine aux intérêts géopolitiques russes. Avec Trump, les États-Unis n'étaient plus le phare de la démocratie, mais un acteur qui favorisait un autre régime autoritaire, celui de Poutine, au détriment de ceux, comme Zelensky, qui tentaient désespérément de défendre leur nation contre la fureur de l'envahisseur.

Ce comportement n'est pas seulement scandaleux, il est également dangereux pour l'ensemble du système international fondé sur des règles et le respect de la souveraineté nationale. Trump a mis en péril la stabilité mondiale pour satisfaire les intérêts d'un dictateur qui, depuis longtemps, cherche à déstabiliser l'Europe et à miner la démocratie. Chaque fois que Trump a agi ainsi, il a renforcé Poutine et son agenda d'invasion, s'éloignant de plus en plus de la défense des valeurs qui ont fait des États-Unis le pilier de la liberté mondiale.

Et alors que le peuple européen risque d'être englouti dans cette tempête, nous faisons face à la figure de Salvini, un vassal fidèle de Poutine. Un homme qui n'a aucune honte à serrer des mains sales de sang, en échange de quelques miettes de pouvoir. Il n'est plus temps de se taire. Sa position est intenable, et quiconque continue de justifier ses liens avec la Russie est complice d'une politique qui ne fait qu'affaiblir l'Europe et mettre en danger notre sécurité.

Le Pape François, avec sa voix prophétique, a lancé à plusieurs reprises des appels à la paix, mettant en garde contre les ténèbres qui menacent d'engloutir l'humanité. Il a parlé d'une « guerre mondiale par morceaux », d'un monde qui glisse vers l'autodestruction, et a invoqué la responsabilité des dirigeants mondiaux pour éviter le conflit. Le Pape a vu loin, il a compris depuis longtemps que le véritable défi n'est pas seulement de traiter les conflits d'aujourd'hui, mais de prévenir ceux de demain. Pourtant, la réponse de nos dirigeants a été de rester silencieux, de faire des compromis, de se plier aux intérêts d'une politique qui ne se soucie pas du bien commun, mais uniquement des jeux de pouvoir.

Le soulèvement du peuple est désormais incontournable. Nous ne pouvons plus permettre qu'une classe dirigeante aveugle et lâche joue le jeu des puissants. Il est temps de se réveiller, de nous révolter contre cette politique à courte vue qui nous pousse vers le gouffre. Nous ne pouvons pas permettre que notre continent devienne la pièce sacrificielle d'un jeu entre titans, sans aucune considération pour notre avenir.

L'Europe n'est pas une terre de sujets, mais de citoyens libres. C'est une terre qui a lutté pour son indépendance, pour son unité, pour sa dignité. Nous ne pouvons pas céder maintenant. Nous devons stopper cette alliance maléfique entre Trump et Poutine, nous devons arrêter quiconque cherche à détruire les piliers qui nous ont permis de vivre en paix pendant des décennies. La défense des valeurs européennes n'est pas une option, c'est une nécessité. Et si nos dirigeants ne sont pas capables de les défendre, ce sera au peuple de faire entendre sa voix, de se révolter, de descendre dans la rue pour réclamer ce qui nous revient : une Europe sûre, libre et souveraine.

piero.minuzzo@gmail.com

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