FEDE E RELIGIONI - 17 febbraio 2025, 08:00

L'omelia di Papa Francesco: "L’arte è chiamata a partecipare alla rivoluzione delle Beatitudini"

Il Cardinale José Tolentino de Mendonça ha letto integralmente l'omelia preparata dal Papa per la Messa per il Giubileo degli Artisti

L'omelia di Papa Francesco: "L’arte è chiamata a partecipare alla rivoluzione delle Beatitudini"

Di Marco Mancini (VN)

Il nostro pensiero va a Papa Francesco, preghiamo per la sua salute, ha detto il Cardinale introducendo la celebrazione eucaristica.

Le Beatitudini - ha scritto invece il Papa nell’omelia - “ribaltano la logica del mondo e ci invitano a guardare la realtà con occhi nuovi, con lo sguardo di Dio, che vede oltre le apparenze e riconosce la bellezza, persino nella fragilità e nella sofferenza”.

Compito di  artisti e persone di cultura, è quello di “essere testimoni della visione rivoluzionaria delle Beatitudini. La vostra missione è non solo di creare bellezza, ma di rivelare la verità, la bontà e la bellezza nascoste nelle pieghe della storia, di dare voce a chi non ha voce, di trasformare il dolore in speranza”.

“L’artista - prosegue il testo - è colui o colei che ha il compito di aiutare l’umanità a non perdere la direzione, a non smarrire l’orizzonte della speranza. Ma attenzione: non una speranza facile, superficiale, disincarnata. La vera speranza si intreccia con il dramma dell’esistenza umana. Non è un rifugio comodo, ma un fuoco che brucia e illumina, come la Parola di Dio. Per questo l’arte autentica è sempre un incontro con il mistero, con la bellezza che ci supera, con il dolore che ci interroga, con la verità che ci chiama. Altrimenti, guai”.

Ad artisti e persone di cultura - afferma il Pontefice nell’omelia letta dal Cardinale de  Mendonça - “è chiesta una sapienza per distinguere ciò che è come pula che il vento disperde da ciò che è solido come albero piantato lungo corsi d’acqua ed è capace di dare frutto. Cari artisti, vedo in voi dei custodi della bellezza che sa chinarsi sulle ferite del mondo, che sa ascoltare il grido dei poveri, dei sofferenti, dei feriti, dei carcerati, dei perseguitati, dei rifugiati. Vedo in voi dei custodi delle Beatitudini! Viviamo in un’epoca in cui nuovi muri si alzano, in cui le differenze diventano pretesto per la divisione anziché occasione di arricchimento reciproco. Ma voi, uomini e donne di cultura, siete chiamati a costruire ponti, a creare spazi di incontro e dialogo, a illuminare le menti e a scaldare i cuori”.

L’arte - conclude Papa Francesco - non è un lusso, ma una necessità dello spirito. Non è fuga, ma responsabilità, invito all’azione, richiamo, grido. Educare alla bellezza significa educare alla speranza. E la speranza non è mai scissa dal dramma dell’esistenza: attraversa la lotta quotidiana, le fatiche del vivere, le sfide di questo nostro tempo. Nel Vangelo che abbiamo ascoltato oggi, Gesù proclama beati i poveri, gli afflitti, i miti, i perseguitati. È una logica capovolta, una rivoluzione della prospettiva. L’arte è chiamata a partecipare a questa rivoluzione. Il mondo ha bisogno di artisti profetici, di intellettuali coraggiosi, di creatori di cultura. La vera arte non è mai comoda, offre la pace dell’inquietudine. E ricordate: la speranza non è un’illusione; la bellezza non è un’utopia; il vostro dono non è un caso, è una chiamata. Rispondete con generosità, con passione, con amore”.

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