La recente approvazione, da parte della Giunta del Comune di Aosta, degli indirizzi per l’avvio di una procedura a evidenza pubblica destinata agli enti del Terzo settore segna un passo importante per la gestione dei servizi agli anziani nella città. Un passo che non solo mira a rafforzare il supporto alle persone più vulnerabili della nostra comunità, ma che rappresenta anche una sfida di valore sociale per il futuro del welfare locale. L’obiettivo è quello di avviare una co-progettazione con le realtà del Terzo settore per offrire una gamma di servizi che non si limita solo agli anziani autosufficienti, ma abbraccia anche ambiti cruciali come l’assistenza domiciliare, il telesoccorso, la teleassistenza, e l’amministrazione di sostegno.
Il cuore della proposta è il partenariato pubblico-privato, un modello che si sta affermando come una risposta concreta e innovativa alle sfide sociali contemporanee. Questo approccio non solo consente di mobilitare le risorse e le competenze del Terzo settore, ma permette anche una maggiore personalizzazione dei servizi, un fattore fondamentale quando si parla di persone anziane, che spesso presentano bisogni complessi e diversificati. Non è un caso che la Giunta abbia deciso di affidare a enti che operano nel sociale il compito di gestire una serie di servizi che vanno dall’assistenza domiciliare alla cura delle aree verdi, un aspetto che dimostra una visione globale del benessere degli anziani, che non si limita alla mera assistenza sanitaria ma si estende anche al loro inserimento nella comunità.
Il piano prevede una spesa annuale di oltre 2,26 milioni di euro, un investimento significativo che, se gestito con efficacia, può garantire non solo un miglioramento della qualità della vita per gli anziani, ma anche un impatto positivo sul tessuto sociale di Aosta. Questo tipo di intervento non riguarda infatti solo gli anziani, ma coinvolge anche tutta la rete di supporto che ruota intorno a loro, a partire dalle famiglie fino agli operatori sociali, creando una rete di solidarietà che, nel suo complesso, diventa uno dei pilastri di una comunità sana e coesa.
L’aspetto innovativo della co-progettazione risiede proprio nella sua capacità di mettere in dialogo le istituzioni pubbliche con le realtà del Terzo settore, creando un modello di gestione che non è top-down, ma che si basa sulla collaborazione, sul confronto e sul riconoscimento reciproco dei ruoli. La condivisione delle risorse e delle competenze porta ad una gestione più efficiente ed efficace, e consente di rispondere con maggiore tempestività ai bisogni degli anziani, spesso diversificati e mutevoli nel tempo.
La scelta di prorogare, fino al 31 maggio, la co-progettazione attualmente in corso, garantendo la continuità dei servizi, è una decisione saggia e necessaria. In un periodo di incertezze economiche e sociali come quello che stiamo vivendo, non possiamo permetterci che la discontinuità nei servizi metta a rischio l’assistenza quotidiana agli anziani. Il servizio di assistenza domiciliare, in particolare, è un elemento fondamentale, poiché permette agli anziani di rimanere nelle loro case, con un supporto personalizzato, evitando il ricorso a strutture residenziali che, pur essendo necessarie in alcuni casi, non sempre rispondono al desiderio di indipendenza e dignità delle persone.
Il piano che sta prendendo forma ha una valenza che va oltre la semplice gestione dei servizi: è un atto di responsabilità sociale, che riflette un impegno concreto nei confronti delle persone anziane, un gruppo che spesso rischia di essere trascurato, ma che è fondamentale per il futuro di una comunità. La qualità dei servizi offerti agli anziani, infatti, è un indicatore diretto della civiltà e della solidarietà di una società. Investire in loro, nelle loro necessità quotidiane, significa investire in un modello di società che mette al centro le persone, non solo le economie.
L’impegno della Giunta nel favorire la co-progettazione è, dunque, una scelta che va apprezzata non solo sul piano amministrativo, ma anche su quello umano. La continuità e l’ampliamento dei servizi destinati agli anziani sono segni di una visione che punta a rendere Aosta una città più inclusiva, dove ogni cittadino, indipendentemente dalla sua condizione, possa vivere una vita dignitosa e partecipativa. L’auspicio è che questa esperienza possa diventare un modello replicabile anche in altre realtà, per costruire una rete di welfare che sia non solo reattiva, ma proattiva, capace di rispondere in tempo reale ai cambiamenti dei bisogni sociali.