La vicenda - come spiega l'Ansa - ha inizio nel giugno del 2024, quando Jean Pierre Boch e sua moglie hanno portato la loro figlia di tre anni al pronto soccorso dell'ospedale valdostano. Al momento dell’ingresso in pediatria, la prima risposta che i genitori hanno ricevuto è stata la limitazione a un solo genitore in reparto, senza alcuna considerazione per la necessità di entrambi i genitori accanto alla loro bambina in quel momento delicato.
L'esperienza vissuta da Jean Pierre Boch si è poi aggravata quando, con la situazione di salute della figlia che si è fatta sempre più critica, sua moglie ha chiesto alla pediatra di turno di poter essere raggiunta dal marito. La risposta ricevuta, però, è stata di nuovo negativa: "No, no, un solo genitore, signora". A quel punto, il reparto era vuoto, e la richiesta non trovava giustificazione. Due ore e mezza dopo, la loro bambina è morta, lasciando Jean Pierre Boch e sua moglie a dover affrontare quella tragedia in solitudine. Boch ha parlato di una sensazione di esclusione e di ingiustizia, sentendosi come un "genitore di serie B" di fronte a una norma che, secondo lui, non tutela adeguatamente la salute psicologica e il benessere dei genitori accanto ai propri figli nei momenti più difficili.
Con la petizione, che ha ottenuto un ampio sostegno da genitori provenienti da tutta Italia, Jean Pierre Boch intende sensibilizzare le istituzioni affinché vengano modificate le regolazioni in ambito ospedaliero, permettendo a entrambi i genitori di stare accanto al proprio figlio in situazioni di emergenza sanitaria. La richiesta di Boch è chiara: cambiare una regola che considera poco le necessità emotive delle famiglie durante momenti drammatici, affinché nessun altro genitore debba affrontare la stessa sofferenza.