CRONACA - 01 febbraio 2025, 07:50

Le ombre della Foire

La Fiera di Sant'Orso è una manifestazione che, pur essendo motivo di orgoglio per la Valle d'Aosta, non può prescindere dai disagi che comporta per la popolazione locale

Le ombre della Foire

Non tutto brilla alla Foire. Nonostante l'indiscutibile successo della manifestazione, ogni anno cresce il malcontento tra i residenti di Aosta, che si trovano ad affrontare nuove difficoltà legate alla gestione dei parcheggi. La chiusura di numerosi spazi di sosta, infatti, è diventata una delle principali criticità sollevate dalla cittadinanza. Questi parcheggi, che vengono abitualmente utilizzati dai residenti e dai lavoratori della città, vengono soppressi per ragioni di sicurezza durante i giorni della fiera, creando non pochi disagi a chi vive e lavora nel centro.

La motivazione dietro la chiusura è ben comprensibile: la sicurezza è una priorità quando si parla di eventi di massa, e garantire il corretto flusso di persone e veicoli è fondamentale. Tuttavia, queste misure di sicurezza, pur giustificate, non fanno che aggravare la quotidianità di chi è costretto a spostarsi tra le vie di Aosta per motivi professionali o familiari. I lavoratori, in particolare, spesso si trovano a dover parcheggiare a chilometri di distanza dai propri luoghi di lavoro, con tempi di spostamento notevolmente aumentati e un impatto diretto sulla produttività.

In un contesto del genere, non sono mancati gli appelli e le proposte per trovare soluzioni alternative. Una delle idee che sta iniziando a circolare tra i cittadini è quella di chiudere gli uffici pubblici nei due giorni della fiera. L’idea è quella di limitare il traffico e le problematiche logistiche creando delle giornate di lavoro alternative, magari posticipando le attività amministrative ad altre date. Una proposta che, sebbene possa sembrare radicale, ha il suo fondamento in un’analisi dei disagi reali che molti dipendenti pubblici sono costretti a vivere ogni anno durante l’evento.

Da una parte, infatti, la Fiera di Sant'Orso è un'occasione di crescita economica e di valorizzazione della tradizione, ma dall'altra parte bisogna riconoscere che la città di Aosta, con la sua infrastruttura limitata, non può sempre reggere l’impatto di un evento di tale portata senza creare disagi evidenti. La chiusura di uffici pubblici nei giorni della fiera potrebbe ridurre il flusso di persone e veicoli in circolazione, rendendo più vivibile la città per chi non partecipa all’evento. Tuttavia, una simile misura potrebbe sollevare anche polemiche, soprattutto da parte dei cittadini che non vedono la Fiera come un ostacolo ma piuttosto come un’opportunità.

D’altro canto, sarebbe opportuno pensare a soluzioni più equilibrate che possano mantenere la sicurezza e la funzionalità dell'evento senza penalizzare ulteriormente i residenti e i lavoratori. Ad esempio, la creazione di parcheggi più lontani ma ben collegati con navette o mezzi pubblici, o l’organizzazione di turni di lavoro più flessibili per i dipendenti pubblici potrebbero rappresentare un punto di compromesso. Inoltre, un maggiore dialogo tra gli organizzatori della Fiera, l’amministrazione comunale e i cittadini potrebbe portare a soluzioni condivise, in grado di tutelare le esigenze di tutti.

La Fiera di Sant'Orso è una manifestazione che, pur essendo motivo di orgoglio per la Valle d'Aosta, non può prescindere dai disagi che comporta per la popolazione locale. La città di Aosta è chiamata a trovare un equilibrio tra l'importanza economica e culturale dell'evento e il benessere di chi vive quotidianamente nella città. La chiusura degli uffici pubblici, pur essendo una proposta che suscita opinioni contrastanti, evidenzia la necessità di rivedere la gestione di eventi di questa portata, trovando soluzioni che possano favorire il più ampio numero di persone, senza compromettere la qualità della vita urbana.

pi.mi.

SU