Ezio Bordet, artista valdostano di raffinata sensibilità e straordinario talento, ha recentemente inaugurato una nuova mostra presso La Cave Valdôtaine di Aosta in via De Tillier, che segna un'importante tappa nel percorso culturale della regione. Questo evento, che fa parte del ciclo #CaveCulturelle, si propone di trasformare la storica enoteca di Aosta in un crocevia per l'arte e la cultura, dove la tradizione e la modernità si incontrano per raccontare storie di vita e di paesaggio.
La figura di Bordet si inserisce perfettamente in questo progetto, diventando un autentico interprete della Valle d'Aosta, di quella terra che nutre la sua arte e la sua anima. In un mondo dove l'autenticità e la ricerca del significato sono spesso sfumati da logiche commerciali e superficiali, Bordet ha sempre mantenuto una visione limpida e profonda, capace di esprimere con ironia e poesia l’essenza di un territorio unico, fatto di monti ma anche di storie, tradizioni e persone che li vivono.
Il critico d'arte Alessandro Parrella, che ha avuto l’onore di presentare la mostra, ha saputo cogliere questa dimensione nella sua analisi. Parrella, da sempre attento al valore culturale che emerge dalla sintesi tra passato e presente, ha sottolineato come nelle opere di Bordet emerga una connessione forte tra la memoria storica e la visione contemporanea della Valle d'Aosta. Le tele dell'artista non raccontano solo l’estetica di un luogo, ma anche il senso profondo della vita rurale, in cui l'uomo e la natura sono da sempre legati da un rapporto di reciproco rispetto e inestricabile interazione.
Bordet, che nella sua carriera ha sempre dato vita a un linguaggio pittorico unico, mescolando materiali e tecniche diverse, ha dichiarato di sentirsi particolarmente legato alla sua terra d’origine, Pontboset, e di come questa connessione si rifletta nelle sue opere. I colori vibranti delle sue tele, dominati da sfumature di rosso, giallo e nero, sembrano incarnare l'energia e la vitalità della vita quotidiana, ma anche le sfide e le speranze di chi vive nelle valli alpine, dove la bellezza non è solo un'idea ma una realtà vissuta con fatica, passione e profondità.
La sua ultima mostra, che arriva dopo un lungo periodo di silenzio dovuto alla pandemia, è dunque una sorta di ritorno, un'occasione per riprendere il filo di un discorso artistico interrotto e ricominciare a parlare, in modo nuovo, ma sempre radicato nella sua terra. L'artista ha dichiarato che ogni mostra è, per lui, una conclusione di un percorso, un capitolo che si scrive con il cuore e la mente. Non è solo un'esposizione di opere, ma un momento di riflessione, un’occasione per dire qualcosa di significativo sulla realtà che ci circonda, sulla nostra storia e sulla nostra identità.
La Cave Valdôtaine, con la sua atmosfera carica di storia e tradizione, diventa così il palcoscenico ideale per queste riflessioni. Non solo un luogo dedicato alla cultura del vino, ma anche un laboratorio per l'arte e per l'incontro tra passato e futuro. L'ambiente raccolto e accogliente, con la sua luce calda e le sue pietre che raccontano la storia di Aosta, offre una cornice perfetta per le opere di Bordet, che sembrano dialogare con lo spazio, rivelando un legame indissolubile con la valle e le sue tradizioni.
La mostra resterà aperta fino a metà febbraio, offrendo a tutti gli appassionati d’arte e di cultura un’opportunità imperdibile per immergersi nel mondo poetico e vibrante di Ezio Bordet, un mondo che ci invita a riscoprire la bellezza e la profondità della nostra identità culturale, raccontata attraverso gli occhi di un artista che, come pochi, sa leggere la Valle d’Aosta con la sensibilità di chi la vive e la ama.