Una parola, a braccio, mirata, quella che Papa Francesco rivolge a coloro che della parola – scritta, letta, trasmessa, condivisa – fanno una professione, gli operatori dell’informazione riuniti tutti in Aula Paolo VI per il Giubileo della Comunicazione: “Grazie per quello che fate!”. “Nelle mani ho un discorso di 9 pagine. A quest’ora con lo stomaco che comincia a muoversi leggere un discorso di 9 pagine sarebbe una tortura…”, dice il Pontefice, sorridendo alla platea che ricambia con un applauso. Lo stesso che ha salutato il suo ingresso, circa un’ora prima del previsto, accompagnato dal coro in spagnolo: “¡Esta es la juventud del Papa!”.
Il nel suo incontro con i giornalisti, ha ribadito l’importanza del ruolo che la stampa ha nella costruzione di una società informata, consapevole e capace di discernere la verità. Questo incontro si inserisce in un contesto di crescente sfida per i media, in un mondo dove la disinformazione e le notizie manipolate rischiano di minare la fiducia del pubblico. In tale scenario, il Pontefice ha sottolineato come il lavoro giornalistico debba essere orientato alla ricerca della verità e del bene comune, con un’attenzione particolare alla dignità delle persone.
Il Santo Padre ha espresso un chiaro invito a esercitare una comunicazione che vada oltre l’immediatezza e l’apparenza, promuovendo una comunicazione che sia orientata alla riflessione e alla responsabilità sociale. Ha inoltre evidenziato la necessità di un giornalismo che sia “professionale e disinteressato”, capace di difendere la verità e i diritti umani, di denunciare le ingiustizie e di dare voce a chi spesso rimane inascoltato. Per il Papa, la libertà di stampa è un pilastro fondamentale della democrazia, ma essa deve essere accompagnata da un’etica che guida il giornalista verso la ricerca di un’informazione autentica, fondata su fatti verificati e non su pregiudizi o ideologie.
Nel corso dell’incontro, il Pontefice ha anche fatto riferimento alla missione della Chiesa nell’ambito della comunicazione, sottolineando come il Vangelo stesso debba essere un modello di comunicazione che sappia raggiungere e toccare il cuore delle persone. Allo stesso modo, il Papa ha esortato i giornalisti a essere testimoni di una comunicazione che non si limiti a fornire notizie, ma che sappia andare al di là dei fatti, cercando di illuminare la verità che risiede dietro gli eventi. Una comunicazione che, al di là dei numeri e dei titoli, sappia trasmettere valori umani profondi.
In questo contesto, l’incontro del Papa con i giornalisti ha rappresentato un’occasione di riflessione sulla responsabilità dei media nel plasmare l’opinione pubblica, nella lotta alla disinformazione e nell’offrire una narrazione che possa davvero contribuire al bene comune. Il Papa ha esortato i giornalisti a non essere semplici “ripetitori di notizie”, ma a porsi come veri e propri “custodi della verità” che, attraverso il loro lavoro, sono chiamati a educare e sensibilizzare la società alla giustizia e alla solidarietà. Il Pontefice ha infine ricordato che ogni comunicazione ha un impatto, e che le parole, se utilizzate con responsabilità, possono costruire ponti di pace e comprensione reciproca.
L’incontro, caratterizzato da un’atmosfera di grande cordialità, ha rappresentato un forte richiamo alla responsabilità che ogni giornalista porta con sé nel suo operato quotidiano, incoraggiando tutti a un impegno più profondo per una comunicazione che sia non solo professionale, ma anche umanamente edificante. Il Papa, con il suo esempio di comunicazione sempre improntata alla verità, alla carità e alla trasparenza, ha offerto ai giornalisti un orientamento chiaro e un invito a contribuire a una società più giusta e più consapevole.