Chez Nous - 23 gennaio 2025, 08:00

Applaudissements honteux

Applausi vergognosi

Applaudissements honteux

Giorgia Meloni, durante l'insediamento di Donald Trump, ha dimostrato un comportamento che non solo ha sconcertato l'opinione pubblica, ma ha anche suscitato giustificabili critiche in chi, come me, ritiene che la figura di un capo di Stato debba rappresentare un esempio di sobrietà, equilibrio e rispetto per le istituzioni. Il continuo alzarsi per applaudire un presidente che non solo incarna visioni politiche lontane dalla nostra tradizione, ma che ha anche dimostrato negli anni una leadership autoritaria e divisiva, è un gesto che non può essere minimizzato come una semplice espressione di affetto o stima.

Meloni, purtroppo, ha mostrato di non rendersi conto della sua responsabilità come rappresentante di tutta l'Italia, della sua funzione di capo del governo di una nazione democratica e pluralista. Un capo di Stato, e Meloni in quanto tale, dovrebbe incarnare l’unità della sua nazione, non cedere a gesti che appaiono come una cieca adesione a un personaggio politicamente controverso come Trump. I ripetuti applausi sono stati un messaggio mal indirizzato: non solo un segnale di assoggettamento a un uomo che non ha mai nascosto le sue tendenze autoritarie, ma anche un modo di gestire la diplomazia che non riflette il rispetto per le istituzioni democratiche e per la diversità di opinioni che, come italiani, ci arricchisce.

Non si tratta di essere contro Trump o contro qualsiasi altro leader internazionale. Si tratta di capire che, quando si rappresenta una nazione, non si può semplicemente allinearsi a chi incarna una visione politica estrema e divisiva. L’appoggio incondizionato e l’entusiasmo smodato rischiano di sfociare in una subalternità pericolosa, che mette in ombra la dignità di un paese e il suo ruolo nell’arena internazionale. Meloni avrebbe dovuto essere consapevole che, come premier, il suo compito non è quello di emulare atteggiamenti da tifosa, ma di svolgere il suo ruolo con la statura e il rigore che una figura istituzionale richiede.

Che tristezza vedere il nostro capo di governo inchinarsi in modo così palese a un presidente che ha fatto della divisione, del populismo e della retorica autoritaria le sue bandiere. È un comportamento che rasenta il vergognoso, un chiaro segno di un'inclinazione verso il potere senza scrupoli, un atteggiamento che non ha nulla a che fare con la democrazia, ma che tradisce i valori fondanti della nostra Repubblica.

Non possiamo permettere che una simile attitudine diventi la norma, né tollerare che l'Italia venga rappresentata in maniera tanto servile e compiacente nei confronti di poteri che non hanno alcun rispetto per i principi di libertà, equità e giustizia che dovrebbero essere alla base di ogni governo democratico. L’Italia merita di più, e Meloni ha l’obbligo di ricordarselo, ogni giorno, nei suoi comportamenti e nelle sue scelte.

Applausi vergognosi

Giorgia Meloni, lors de l'investiture de Donald Trump, a montré un comportement qui non seulement a déconcerté l'opinion publique, mais a également suscité des critiques légitimes de la part de ceux qui, comme moi, estiment que la figure d'un chef d'État doit représenter un exemple de sobriété, d'équilibre et de respect des institutions. Se lever sans cesse pour applaudir un président qui incarne non seulement des visions politiques éloignées de notre tradition, mais qui a aussi démontré au fil des années un leadership autoritaire et diviseur, est un geste qui ne peut être minimisé comme une simple expression d'affection ou d'estime.

Malheureusement, Meloni a montré qu'elle ne se rendait pas compte de sa responsabilité en tant que représentante de toute l'Italie, de son rôle de chef du gouvernement d'une nation démocratique et pluraliste. Un chef d'État, et Meloni en tant que tel, devrait incarner l'unité de sa nation, ne pas céder à des gestes qui ressemblent à une adhésion aveugle à un personnage politiquement controversé comme Trump. Les applaudissements répétés ont été un message mal dirigé : non seulement un signe de soumission à un homme qui n'a jamais caché ses tendances autoritaires, mais aussi une façon de gérer la diplomatie qui ne reflète pas le respect des institutions démocratiques et de la diversité des opinions qui, en tant qu'Italiens, nous enrichit.

Il ne s'agit pas d'être contre Trump ou contre tout autre leader international. Il s'agit de comprendre que, lorsqu'on représente une nation, on ne peut pas simplement s'aligner sur quelqu'un qui incarne une vision politique extrême et divisive. Le soutien inconditionnel et l'enthousiasme démesuré risquent de conduire à une subordination dangereuse, qui éclipse la dignité d'un pays et son rôle sur la scène internationale. Meloni aurait dû être consciente que, en tant que Première ministre, son rôle n'est pas d'émuler des comportements de fan, mais de remplir sa fonction avec la stature et la rigueur qu'exige une figure institutionnelle.

Quel triste spectacle de voir notre chef de gouvernement s'incliner aussi ouvertement devant un président qui a fait de la division, du populisme et de la rhétorique autoritaire ses étendards. C'est un comportement qui frôle l'honteux, un signe évident d'une inclinaison vers un pouvoir sans scrupules, une attitude qui n'a rien à voir avec la démocratie, mais qui trahit les valeurs fondamentales de notre République.

Nous ne pouvons pas permettre qu'une telle attitude devienne la norme, ni tolérer que l'Italie soit représentée de manière aussi servile et complaisante envers des pouvoirs qui n'ont aucun respect pour les principes de liberté, d'équité et de justice qui devraient fonder chaque gouvernement démocratique. L'Italie mérite mieux, et Meloni a l'obligation de s'en souvenir, chaque jour, dans ses comportements et dans ses choix.

 

 

piero.minuzzo@gmail.com

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