C'è una zona di Aosta, un angolo che potrebbe essere definito il "cuore pulsante" del degrado, dove il passato e il presente si mescolano in un connubio perfetto di trascuratezza, incuria e ironia della sorte. Stiamo parlando di via Giorgio Elter, un viale che, nei pressi di un rinomato ristorante e a due passi dalla via dedicata al Santuario di Maria Immacolata, sembra più un’installazione artistica sul tema "Aosta: città in attesa di redenzione". Ai piedi di un grattacielo fatiscente, che a quanto pare è in una perenne "fase di attesa" per la demolizione, c’è una "nuova attrazione turistica" che non può passare inosservata: un reliquato stradale trasformato in discarica a cielo aperto. E no, non è un errore. Quello che prima era un angolo di città è ora un'invitante piccionaia con rifiuti, sporcizia e—perché no—un po' di "arredo urbano" aggiuntivo, come vecchie scatole e plastica abbandonata a far bella mostra di sé.
Una lettrice che ha segnalato il misfatto si chiede: è questo il nuovo concept turistico per Aosta? Offrire al turista un’esperienza sensoriale unica, in grado di stimolare tutti i sensi? C’è forse un nuovo trend in città, quello di "esplorare il lato oscuro" del capoluogo valdostano? Non ci sarebbe nulla di male, se solo non fosse che questa "offerta turistica" si presenta in tutta la sua gloria proprio vicino a uno dei punti nevralgici della città. A pochi metri dalla discarica spontane, ci sno gli uffici amministrativi e direzionali dell'Agenzia Reginale per l'edilizia residenziale che ha in gestione gli immobili del Quartiere Cgne.
Ma la vera domanda che emerge da questo scempio non riguarda tanto i turisti, quanto l’efficacia dei servizi igienico-ambientali. Ci domandiamo: che fine ha fatto l'azienda che ha in appalto il servizio di raccolta rifiuti e igiene urbana? Forse ha deciso di prendere una vacanza anticipata? O magari sono troppo impegnati a fare il giro delle discariche più esclusive di Aosta? Chissà, una vera e propria "esplorazione gastronomica" tra i cassonetti. Non sarebbe poi così strano, visto che alla nostra amministrazione comunale piace fare "tante cose", ma evidentemente il controllo degli spazi pubblici e l'igiene urbana non è una priorità.
Il vero dramma, tuttavia, risiede in una domanda fondamentale: chi controlla i controllori? I nostri amati consiglieri comunali, quelli che sembrano più preoccupati di raccogliere consensi per le elezioni di settembre, o magari di mettere in scena qualche ordinanza "decorativa" (ah, quelle ordinanze che vengono firmate con tanto zelo, ma che poi si esauriscono nel nulla più assoluto)? Dove sono le figure responsabili di garantire che queste ordinanze vengano effettivamente rispettate?
Si fanno tante chiacchiere, ma alla fine, niente cambia. Non possiamo fare a meno di notare come, nel bel mezzo di una campagna elettorale, tutti sembrano concentrarsi sulla "visibilità" piuttosto che sulla "sostanza". Il problema è che alla sostanza—quella fatta di strade pulite, spazi vivibili e rispetto per i cittadini—sembra che i nostri amministratori comunali non diano alcun peso. L’importante è fare bella figura, posare un bel segnale di divieto e sperare che la cosa finisca lì.
Eppure, i cittadini continuano a chiedersi: è così che funziona la nostra città? Come può un angolo così vicino a uno dei luoghi più frequentati, con un ristorante di buon livello e una via a carattere religioso, essere trasformato in un angolo di abbandono? La risposta è tanto semplice quanto amara: c'è troppa apparenza e troppa poca sostanza.
E' chiaro che in questa città chi dovrebbe "fare" non lo fa, e chi invece "vede" preferisce voltarsi dall’altra parte, con l’occhio che va a cercare consensi, magari per la prossima tornata elettorale. Ma, forse, i cittadini di Aosta meritano un po’ di più. Un po' di meno "compassione" per le elezioni, e un po’ di più di "responsabilità" per la città.
In fondo, se non fosse per i piccioni, la città sarebbe quasi perfetta… E a dire che a dieci metri dalla discarica spontanea c'è un'isola eclogia attrezzata di bidoni nuovi di zecca; ma per aprirli ci vuole la tessera per la racclta differenziata.