CRONACA - 10 gennaio 2025, 21:12

Terremoti in sequenza tra Piemonte e Valle d'Aosta percepito a Saint Rhémy en Bosses

Segnale di cambiamento o caso isolato? Una scossa di magnitudo 2.3 ha colpito nei pressi di Saint Rhémy en Bosses

Saint-Rhemy-en-Bosses

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L’intera regione scossa da una serie di terremoti. Quello che sembrava essere un tranquillo inizio di giornata per il Piemonte e la Valle d'Aosta, si è trasformato in un momento di preoccupazione collettiva. Tre scosse, registrate in appena due ore, hanno fatto tremare il terreno e sollevato interrogativi tra gli abitanti di queste zone generalmente ritenute sicure da un punto di vista sismico.

La sequenza sismica è iniziata alle 10.10 del 10 gennaio 2025, con una scossa di magnitudo 1.5 che ha avuto epicentro a Viù, in provincia di Torino ed è stato percepito anche nella Valle del Gran San Bernardo. Sebbene l'intensità sia stata contenuta, la terra ha fatto tremare i pavimenti, scatenando immediatamente la preoccupazione di chi si è visto forzato a fare i conti con il lato meno prevedibile della natura. Un’ora dopo, alle 11.09, una seconda scossa di magnitudo 2.3 ha colpito nei pressi di Saint Rhémy en Bosses, in Valle d'Aosta. Più forte della prima, ma senza causare danni, questa scossa ha confermato che l’attività sismica nella zona non si era fermata. Un altro inquietante evento si è verificato alle 11.24, quando un terzo terremoto di magnitudo 1.0 è stato registrato a Bagnasco, in provincia di Cuneo, che, seppur più lieve, ha continuato a mantenere alta l'attenzione.

La rapidità con cui questi eventi si sono susseguiti ha sollevato più di una domanda. In una regione generalmente considerata a bassa attività sismica, la preoccupazione è scattata in modo quasi immediato. La domanda che molti si pongono è: si tratta di scosse isolate o sono segnali di qualcosa di più grande che potrebbe essere imminente? Sebbene le autorità abbiano rassicurato la popolazione sul fatto che non vi siano pericoli immediati, l’idea che un evento sismico possa evolversi in qualcosa di più significativo rimane un pensiero inquietante.

Il Piemonte e la Valle d'Aosta non sono zone ad alta sismicità, ma non sono nemmeno immuni da fenomeni di questo tipo. Il rischio sismico è presente anche in aree meno conosciute per la loro attività geologica. Le faglie che attraversano queste regioni, pur essendo meno attive rispetto ad altre zone italiane, non sono mai completamente dormienti. Eventi sismici, anche di bassa magnitudo, possono verificarsi e, sebbene non abbiano causato danni in questa occasione, non sono mai da sottovalutare. La natura, come ci insegna la storia, è imprevedibile e non c'è mai una totale certezza su quando e dove si verificheranno fenomeni simili.

Il ruolo della scienza e delle tecnologie moderne è cruciale per monitorare questi eventi, per comprendere meglio le dinamiche sismiche e per garantire risposte tempestive. La geofisica ha fatto grandi passi in avanti nel monitoraggio e nella previsione, ma resta sempre una componente di incertezza legata all'imprevedibilità del fenomeno naturale. In ogni caso, la sicurezza della popolazione dipende dalla preparazione, dalla conoscenza dei rischi e dalla capacità di reagire.

In questo contesto, è fondamentale che i cittadini continuino a mantenere alta l'attenzione, che le istituzioni proseguano con le attività di monitoraggio e che le famiglie, scuole e aziende rimangano pronte a reagire in caso di emergenza. La consapevolezza e la preparazione sono le armi più potenti contro i terremoti, piccoli o grandi che siano. Sebbene questa sequenza non abbia avuto conseguenze gravi, il messaggio che la natura ci invia è chiaro: non dobbiamo mai abbassare la guardia.

pi.mi.

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