CRONACA - 08 gennaio 2025, 17:11

Aperta caffetteria UniVdA, ma è guerra aperta ai bar locali?

L’Università della Valle d'Aosta ha inaugurato martedì 7 gennaio 2025 la sua nuova Caffetteria, un locale moderno e accogliente all'interno del nuovo polo universitario di via Monte Vodice

Aperta caffetteria UniVdA, ma è guerra aperta ai bar locali?

Situata al piano terra dell’edificio, la caffetteria dispone di circa 50 posti a sedere e offre un servizio di bar e ristorazione che si rivolge non solo alla comunità accademica, ma a tutta la cittadinanza. Il locale è accessibile sia dall'atrio interno dell'Ateneo che dall'entrata di via Monte Solarolo, e sarà aperto durante gli orari di funzionamento dell'Università, dal lunedì al venerdì, con apertura anche il sabato mattina.

Tra i servizi offerti ci sono colazioni, piatti caldi con menu a scelta, e opzioni per un pasto veloce, come insalate, focacce e panini. Il servizio di caffetteria è stato affidato alla GSI - Gestione Servizi Integrati Srl, una società che si occupa di ristorazione con l’ambizione di garantire qualità a tutti. L'accordo prevede una durata di cinque anni, con possibilità di rinnovo.

Un’iniziativa che, a prima vista, potrebbe sembrare un vantaggio per la cittadinanza e una buona opportunità per gli studenti. Tuttavia, non mancano le perplessità, in particolare riguardo alla concorrenza che questa nuova apertura potrebbe creare nei confronti degli esercizi commerciali già presenti nelle vicinanze. Se da un lato l’Università si propone come un centro di aggregazione e di servizi per la collettività, dall'altro è difficile non notare come il bar e la caffetteria possano andare a sottrarre clientela ai caffè e ai ristoranti locali, che da anni sono un punto di riferimento per chi frequenta la zona.

Non è la prima volta che la pubblica amministrazione, e in questo caso un ente universitario, entra in competizione con il commercio privato, e sebbene la decisione possa apparire come una risposta alle esigenze degli studenti e dei cittadini, c’è il rischio che la scelta di aprire il servizio a tutti, senza una distinzione tra gli utenti accademici e il pubblico generale, possa danneggiare quegli stessi commercianti locali che già faticano a far fronte alla concorrenza dei grandi gruppi e delle catene nazionali.

Sarà interessante vedere come la GSI gestirà questa sfida, se riuscirà a differenziarsi abbastanza da offrire un servizio che non vada a nuocere agli altri bar e ristoranti della zona. In ogni caso, il rischio è che una gestione pubblica del servizio, se non ben calibrata, possa allontanare i clienti dai locali che già esistono, riducendo ulteriormente le opportunità per i piccoli imprenditori. Una scelta che, per quanto ben intenzionata, meriterebbe una riflessione più attenta, soprattutto alla luce delle difficoltà che già attraversano molte piccole realtà commerciali.

C'è anche da chiedersi, infine, se un servizio come quello della Caffetteria universitaria, che offre piatti e caffè a prezzi che potrebbero essere più competitivi rispetto a quelli di mercato, non rischi di mettere in ombra l’intraprendenza degli esercizi privati che fanno della qualità e della diversificazione il loro punto di forza. Un punto su cui il pubblico e privato, nel contesto di una comunità, dovrebbero forse trovare un equilibrio più equo e rispettoso del lavoro che ogni singola attività porta avanti.

pi/red

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