FEDE E RELIGIONI - 04 gennaio 2025, 08:00

Papa all'Unione Ciechi e Ipovedenti: siate segni di speranza per chi vi incontra

Salutando i membri dell'associazione italiana Francesco invita a mettersi "in cammino" nel solco dei "pellegrini di speranza" del passato quali Pier Giorgio Frassati, Francesco e Chiara d'Assisi, o Teresa di Gesù Bambino. A sostenere nelle fatiche è la meta finale: la promessa di un'esistenza rinnovata in Gesù che regala "una gioia diversa", che non rimane “fuori” o "in superficie"

Papa all'Unione Ciechi e Ipovedenti: siate segni di speranza per chi vi incontra

Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano

"Mai fermi, mai arrivati". Così devono essere i "pellegrini di speranza" nella ricerca della meta finale che sostiene il cammino nelle fatiche. Una felicità rinnovata, "diversa" e non superficiale, capace di penetrare fino al cuore, riempiendolo e riscaldandolo. Così è "la gioia di Gesù". Papa Francesco lo afferma nel suo saluto di oggi, 3 gennaio, ad una delegazione dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, ricevuta in udienza in Sala Clementina.

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Sempre in cammino, ad ogni età

Agli auguri di buon 2025, il Papa associa quelli per l'Anno Giubilare da poco inaugurato. Chiede ai presenti di ripetere il motto – "Pellegrini di speranza!" – augurando loro di mantenere saldo il desiderio di "andare avanti", "essere sempre persone in cammino".

Ad ogni età: ragazzi, giovani, adulti, anziani, sempre in cammino

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Il Papa riceve i membri dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti

Amare e servire in libertà

Ogni viaggio, ricorda Francesco, ha una destinazione finale, capace di sostenerlo nelle fatiche e nelle intemperie. Nel caso del Giubileo la meta è la Porta Santa, simbolo, ricorda il Papa, del mistero di salvezza di Gesù. Il tramite per inaugurare un'esistenza rinnovata, scevra da ogni schiavitù, "libera per amare e servire". Francesco auspica un genuino desiderio di incontrare Gesù, "di conoscerlo", di ascoltarlo. Farlo "dà senso alla vita, la riempie di una gioia nuova".

Una gioia diversa, una gioia che non rimane “fuori”, in superficie, ma che riempie il cuore e lo riscalda, una gioia che è pace, che è bontà, che è tenerezza. La gioia di Gesù è così.

I "grandi campioni" della speranza

A sperimentare tale felicità sono stati i numerosi "pellegrini di speranza" del passato. Il Papa menziona Pier Giorgio Frassati, affiancandolo ai "grandi campioni" quali Francesco e Chiara d’Assisi o Teresa di Gesù Bambino. Essi, "ragazzi e giovani" come molti dei presenti in Sala Clementina, tracciano la strada che il Papa auspica di seguire. "E diventeremo anche noi dei piccoli segni di speranza per chi ci incontra. Questo è l’augurio che faccio a me e a voi".

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Il Papa riceve i membri dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti

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