La crescente centralizzazione delle politiche nazionali promossa da esponenti come Matteo Salvini e Giorgia Meloni rischia di mettere in discussione non solo il principio di autonomia regionale, ma anche i valori umanisti che dovrebbero ispirare ogni azione politica.
La Valle d'Aosta, piccola e fiera nella sua identità, rappresenta un esempio concreto di come il federalismo, basato sul rispetto e la valorizzazione delle identità locali, non sia solo una questione di autonomie amministrative, ma anche di difesa dei diritti umani e della dignità di ogni individuo.
Il concetto di federalismo che da sempre ispira la nostra regione è profondamente legato ai valori umanisti, patrimonio dei Padri dell'Autonomia. Esso riconosce il diritto di ogni comunità di autodeterminarsi, di preservare la propria cultura, le proprie tradizioni e, soprattutto, la propria identità. La Valle d'Aosta non è solo un'entità territoriale, ma una comunità che vive e si esprime attraverso la lingua, la cultura e le tradizioni che la rendono unica nel contesto italiano e internazionale. Rispetto di questi elementi, quindi, non è solo un atto di preservazione culturale, ma una forma di rispetto per l’identità umana in quanto tale.
Il federalismo, in questa visione, non è un pretesto per frammentare e separare, ma è un modo per tutelare e rafforzare la libertà di ciascuno, garantendo che ogni individuo possa vivere nel contesto che meglio risponde alla propria storia e alle proprie necessità.
La politica delle "barriere" promossa da Salvini e Meloni, che mira a rinchiudere le persone in confini rigidi e a costruire muri – fisici, ideologici e culturali – è l’esatto opposto di questa concezione. Le politiche nazionali che escludono, che separano e che trattano le persone come numeri, invece che come esseri umani, sono incompatibili con il nostro modello di federalismo.
In questo contesto, la Valle d'Aosta si fa custode di un altro modello, che non ha nulla a che vedere con l’esclusione ma si fonda sull’inclusione e sull’accoglienza. Qui, la diversità è vista come una ricchezza, non come una minaccia. La nostra autonomia è una porta aperta che permette di dialogare, di confrontarsi e di crescere insieme, rispettando le differenze e valorizzando ogni individuo per ciò che è. Questo federalismo non è solo un concetto amministrativo, ma è il rispetto del valore umano che ogni regione, ogni comunità, ogni persona porta con sé.
A fronte delle politiche nazionali che privilegiano la chiusura, il nostro impegno deve essere quello di mantenere vive e salde queste radici umanistiche. La nostra autonomia deve essere preservata come strumento per garantire la dignità di ogni persona, per rispettare e valorizzare la pluralità delle identità che compongono il nostro territorio. Se il federalismo non è in grado di garantire questo, allora non è un federalismo autentico, ma una mera questione di spartizione di potere.
Guardando al futuro, la Valle d'Aosta deve continuare a essere un esempio di come la politica possa e debba essere al servizio delle persone, non solo degli interessi economici o di partito. Il nostro impegno non è solo quello di preservare la nostra autonomia, ma di difendere quei valori umanisti che sono alla base della nostra stessa esistenza come comunità. Non possiamo permettere che l’egoismo e la divisione impongano barriere tra noi e il resto del mondo, o tra le nostre comunità. La vera sfida è costruire ponti, non muri. La Valle d'Aosta, con il suo spirito di accoglienza e di rispetto per l’identità umana, è il posto giusto dove il federalismo può davvero dare il meglio di sé.
In questo senso, ogni scelta che facciamo, dalla politica regionale all’integrazione europea, deve essere improntata alla salvaguardia di questa visione: una comunità che riconosce nel rispetto delle diversità la sua forza più grande, e che sa che solo attraverso l’inclusione, la libertà e il rispetto dei diritti umani può davvero prospettarsi un futuro di pace e prosperità.