Un antico adagio ci ricorda che le bugie hanno le gambe corte. Ai bambini si diceva che le bugie fanno crescere il naso come a Pinocchio. Nel caso del leghista Morelli, si può dire che le bugie hanno le gambe corte e allungano il naso. E sì, perché quando si tratta di mettere in vetrina il proprio lavoro, soprattutto in vista delle elezioni regionali, è sempre facile cadere nella tentazione di esagerare, ma a volte il rischio è di scoprire che le misure non sono esattamente quelle giuste.
Lo scorso 19 dicembre, il Sottosegretario Alessandro Morelli, con l’entusiasmo che contraddistingue ogni politico in avvicinamento alle elezioni, ha annunciato che il Cipess (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo) aveva deliberato il riparto del Fondo Sanitario Nazionale per il 2024, destinando alla Valle d'Aosta ben 260 milioni di euro. Una cifra da brivido, almeno sulla carta. Solo che, come spesso accade con certi numeri da titolo da prima pagina, la realtà è tutta un’altra storia.
L’assessore regionale alla Sanità, Carlo Marzi, ha prontamente risposto con una replica che, se da un lato sottolinea la necessità di maggiore chiarezza, dall’altro svela un dettaglio che pare sfuggito al nostro Sottosegretario: la Valle d’Aosta, come sappiamo, ha un sistema sanitario autonomo. Il che significa che il trasferimento di risorse da Roma non è affatto come quello delle altre regioni. In poche parole, se i 260 milioni dichiarati da Morelli sono il frutto di una tabella "figurativa", il reale stanziamento, e cioè il trasferimento di fondi dalla Regione all’azienda sanitaria, è ben più alto: circa 321 milioni di euro. Una differenza non da poco, pari a quasi 61 milioni di euro in più rispetto ai 260 milioni che hanno fatto tanto scalpore.
Eppure, i numeri sono numeri, e quelli di Marzi, invece di essere accolti con il giusto rispetto, sono finiti nel dimenticatoio, come spesso accade quando la politica fa da padrone. L’assessore, purtroppo, è stato costretto a ricordare a tutti che la nostra realtà regionale è ben diversa da quella delle altre regioni italiane e che questi 260 milioni non solo sono sbagliati, ma, a ben guardare, non sono nemmeno così recenti. I dati, infatti, riguardano il 2024, ma la legge di bilancio appena approvata dalla Regione prevede per gli anni successivi importi ben superiori. Nel 2025, ad esempio, saranno 339 milioni e rotti, con un incremento stabile per i successivi due anni. Una cifra che, se solo fosse stata comunicata correttamente, avrebbe dato un’immagine decisamente più chiara della situazione sanitaria valdostana, ma forse l’illusione di un "fondo maggiore" avrebbe rischiato di smorzare la gloria politica di una dichiarazione.
Eppure, l’aspetto che più merita attenzione è un altro. Con l’avvicinarsi delle elezioni regionali, molti politici si affrettano a mettersi in vetrina, come se avessero trovato la formula magica per risolvere tutti i problemi. Morelli, purtroppo, è uno di quei rappresentanti che, nel tentativo di fare "effetto", ha dato prova di una sorprendente ignoranza riguardo alle specificità del nostro sistema sanitario. L’errore non sta solo nei numeri, ma nel non comprendere le particolarità di una regione che, grazie alla sua autonomia, gestisce direttamente e in modo più efficiente la propria sanità. Una leggerezza che, a pochi mesi dalle elezioni, non può essere ignorata.
La polemica, ovviamente, non finisce qui. La gestione della sanità in Valle d’Aosta, così come ogni altro aspetto legato alla nostra autonomia, è un argomento delicato e complesso. Purtroppo, troppo spesso, viene trattato in maniera superficiale da chi, per motivi elettorali, preferisce fare passerelle piuttosto che approfondire la realtà. In questo contesto, le dichiarazioni di Morelli non fanno che alimentare confusione e fraintendimenti. La verità è che la Valle d’Aosta non ha bisogno di promesse illusorie o di numeri gonfiati: ciò che serve è una gestione responsabile, trasparente e ben informata della nostra sanità.
E allora, caro Sottosegretario, la prossima volta che si parla di sanità valdostana, sarebbe meglio fare un passo indietro, rimettersi gli occhiali e fare i conti con la realtà. Altrimenti, rischiamo di assistere a un altro caso di "gambe corte e naso lungo".
Méditez, Valdôtains