Aosta Capitale, purtroppo, ha registrato una flessione nella classifica annuale della Qualità della Vita redatta dal Sole 24 Ore, scendendo di 13 posizioni e piazzandosi al 17° posto. Questo dato rappresenta una sorta di campanello d’allarme, per la Giunta Nuti, soprattutto considerando che la città aveva abituato la sua popolazione e i suoi abitanti a posizioni più alte in passato.
L’indagine, che ogni anno misura il benessere delle province italiane attraverso 90 indicatori suddivisi in sei macro-categorie (ricchezza e consumi, affari e lavoro, ambiente e servizi, demografia, salute e società, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero), continua a essere un punto di riferimento per analizzare la vivibilità e la qualità dei servizi offerti dai territori.
L’indagine di quest’anno ha messo in luce come le province del nord e centro-nord del Paese continuano a dominare la classifica, con la provincia di Bergamo che ha conquistato il primo posto, seguita da Trento e Bolzano. Le medie province si stanno affermando come modelli di vivibilità, grazie alla loro capacità di offrire una buona qualità della vita con un costo più contenuto rispetto alle grandi città. Aosta, purtroppo, non è riuscita a mantenere il passo con alcune delle realtà più competitive in termini di benessere economico, qualità ambientale e servizi, facendo registrare un calo che ha portato la città a scivolare fuori dalla top 10.
I fattori che hanno influenzato questo peggioramento per Aosta possono essere legati a vari indicatori, tra cui la dimensione della città, la disponibilità di servizi, le opportunità di lavoro e la crescita economica. Sebbene la città offra una qualità della vita elevata sotto alcuni aspetti, come l’ambiente e la sicurezza, l’analisi della categoria "affari e lavoro" ha probabilmente contribuito al suo arretramento, così come la competizione con le realtà vicine, che riescono ad attrarre più investimenti e risorse.
Il contesto economico regionale e le opportunità di crescita in settori chiave come il turismo, la cultura e i servizi pubblici possono giocare un ruolo determinante nel futuro della città. Aosta, purtroppo, sembra non aver saputo rispondere con la stessa rapidità delle sue concorrenti in termini di innovazione e sviluppo economico.
Il calo della città valdostana si inserisce in una più ampia tendenza che ha visto anche molte grandi città metropolitane subire una perdita di posizioni nelle classifiche generali. Milano, Torino, Roma e Firenze hanno visto un rallentamento nella qualità della vita, con città come Roma e Torino che sono scese drasticamente, rispettivamente al 59° e 58° posto. Questo riflette, forse, le difficoltà che le metropoli stanno vivendo, tra le quali i problemi legati alla qualità dell’aria, ai trasporti pubblici, alla sicurezza e a una crescente disparità sociale. In contrasto con le grandi città, le medie province, tra cui anche Aosta, devono affrontare sfide legate all’attrattività per giovani professionisti e investitori, e all’adattamento a un mercato del lavoro che cambia rapidamente.
Il risultato di Aosta nella classifica della Qualità della Vita 2024, deve convincere la Giunta Nuti, ad una riflessione su come la città possa rispondere a queste sfide, attraverso politiche mirate che puntano a rafforzare i settori strategici per il futuro, come il turismo sostenibile, la valorizzazione delle tradizioni culturali, e l’innovazione tecnologica nei servizi pubblici. Gli indicatori ambientali, che sono sempre più determinanti nella definizione del benessere urbano, potrebbero essere una leva su cui puntare, insieme ad azioni concrete per migliorare l’accessibilità al mercato del lavoro e il supporto alle nuove imprese.
In conclusione, la discesa di Aosta nella classifica non deve essere vista come un risultato negativo, ma piuttosto come un’opportunità per analizzare le proprie debolezze e progettare interventi strategici per migliorare ulteriormente la qualità della vita, cercando di sfruttare i propri punti di forza come il paesaggio montano, la sicurezza e l'ambiente, per attrarre nuovi residenti, investimenti e turisti. La sfida è quella di dare un nuovo slancio alla città, mantenendo alta la qualità dei servizi, ma al contempo rispondendo alle nuove esigenze economiche, sociali e ambientali.