ATTUALITÀ ECONOMIA - 15 dicembre 2024, 19:34

IVA per il Terzo Settore: Necessario un confronto con Bruxelles per un regime fscale sostenibile

L' approvazione del Decreto Legge sulle proroghe, che posticipa al 1° gennaio 2026 l'entrata in vigore del nuovo regime IVA per gli Enti del Terzo Settore iscritti al Registro Unico, rappresenta un passo importante, ma non decisivo

IVA per il Terzo Settore: Necessario un confronto con Bruxelles per un regime fscale sostenibile

Sebbene questa misura consenta di guadagnare tempo, il vero obiettivo dovrebbe essere quello di avviare una discussione seria con Bruxelles sulla normativa europea che ha portato all'introduzione di queste nuove regole fiscali, al fine di garantire un trattamento più favorevole e stabile per il Terzo Settore.

L'introduzione del Decreto Legislativo 146/2021, che ha abrogato la disciplina di esclusione IVA per gli Enti del Terzo Settore, ha rappresentato un cambiamento significativo. In passato, molte delle attività di servizio svolte da queste organizzazioni erano escluse dall'ambito di applicazione dell'IVA, in quanto gli enti venivano considerati estranei alla "filiera" di produzione economica. Tuttavia, con il nuovo decreto, queste attività sono state ricondotte sotto la normativa IVA, prevedendo che possano essere classificate come esenti o imponibili. Le attività esenti sono rilevanti ai fini IVA, ma non comportano l'applicazione dell'imposta, mentre quelle imponibili sono soggette all'imposta in relazione all'attività svolta.

Questa trasformazione potrebbe comportare serie difficoltà per le organizzazioni del Terzo Settore, soprattutto quelle di dimensioni medio-piccole. Il settore, infatti, svolge funzioni fondamentali in ambiti cruciali come il welfare, la cultura e la protezione civile, e si fonda in gran parte sul lavoro di oltre 2,5 milioni di volontari.

La nuova normativa, se attuata senza un adeguato sistema di esenzioni o agevolazioni, rischia di rappresentare un aggravio significativo, aumentando i costi e gli adempimenti burocratici. Questo potrebbe distogliere risorse cruciali dalle attività di volontariato e solidarietà per destinarle alla gestione amministrativa e fiscale, penalizzando soprattutto le organizzazioni di dimensioni più contenute.

Il Gruppo Consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale riconosce l'importanza di aprire un confronto con la Comunità Europea, per rivedere e, possibilmente, modificare la normativa IVA che impatta pesantemente sul Terzo Settore.

In particolare, si ritiene fondamentale ripristinare un regime di esenzione IVA strutturale e non temporaneo, in modo da consentire alle organizzazioni di concentrarsi maggiormente sulla loro missione sociale, piuttosto che su problematiche fiscali e amministrative.

In questo contesto, l'impegno del Consiglio Regionale e della Giunta del Piemonte, come espresso nell'Ordine del Giorno recentemente approvato, risulta cruciale. Auspica, infatti, che il confronto con Bruxelles porti a una revisione delle norme in modo che le attività non profit possano continuare a beneficiare di un trattamento fiscale favorevole, evitando che la nuova normativa ostacoli lo sviluppo e la sostenibilità del Terzo Settore in Italia e in Europa. La sfida, ora, è quella di tradurre questo impegno in azioni concrete, affinché le necessità degli enti non profit siano prese in considerazione a livello europeo, e il sistema fiscale diventi uno strumento di supporto anziché di ostacolo.

red/pi

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