Chez Nous - 14 dicembre 2024, 08:00

Meloni, Salvini et la SLA

Si condonano gli evasori si realizzano opere faraoniche e cattedrali nel deserto salvimeloniano ma si trascurano i malati con patologie irreversibili

Meloni, Salvini et la SLA

Giovedì 12 dicembre 2024, un servizio trasmesso dal programma Piazza Pulita ha portato alla luce una testimonianza straziante: quella di una donna aggredita dalla SLA, una patologia devastante e crudele. Le sue parole, il suo sguardo, la sua sofferenza, sono un grido che risuona forte, eppure c’è chi continua a far finta di non sentire.

In Italia, circa 200.000 persone sono afflitte da questa malattia neurodegenerativa, che progressivamente distrugge il sistema motorio e rende impossibile ogni movimento volontario, finendo per compromettere anche le funzioni vitali. La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) non ha pietà: una malattia che non lascia scampo, che priva la persona della sua dignità, dei suoi affetti, della sua indipendenza, mentre il corpo lentamente smette di rispondere agli stimoli neurologici.

Le terapie, purtroppo, non sono in grado di fermare il progressivo avanzamento della malattia. In media, il costo annuo delle cure per i malati di SLA varia da 25.000 a 100.000 euro. Sono cifre che pesano come un macigno sul sistema sanitario nazionale, che deve fare i conti con la crescente domanda di assistenza. Un sistema che, sebbene sfiancato dalle difficoltà economiche, cerca di supportare i malati. Ma chi sostiene veramente queste persone? È il servizio sanitario pubblico, finanziato con le tasse che versano i cittadini onesti e responsabili, ma è proprio questo stesso sistema che oggi è messo a rischio dai tagli feroci voluti dal governo.

Mentre le persone affette da SLA, come quella donna commovente che abbiamo visto in televisione, lottano ogni giorno per un po’ di dignità, chi ci governa pensa a costruire ponti immaginari, come il Ponte di Messina, che non risolveranno nulla per chi vive nei luoghi più abbandonati d’Italia.

La Calabria, la Sicilia, sono luoghi dove la sofferenza è doppia, tripla, quadrupla. I cittadini non hanno infrastrutture adeguate, ma i governi di Meloni e Salvini sono troppo occupati a inseguire miraggi elettorali e megaprogetti che, come una cattedrale nel deserto, non serviranno a niente. I soldi si spendono per visioni grandiose, per opere faraoniche, mentre le persone reali, quelle che soffrono, quelle che combattono ogni giorno contro una malattia che ti consuma, restano nel dimenticatoio.

Non è solo una questione di risorse. È una questione di priorità. Meloni e Salvini hanno scelto dove indirizzare il denaro pubblico: non ai malati di SLA, ma ai grandi progetti, alle pensioni da tagliare, alle cure sanitarie da ridurre, alle tasse da aumentare. Le persone come quella donna, come tanti altri malati che ogni giorno affrontano la loro terribile condizione, sono abbandonati, senza una rete sufficiente di supporto, senza l’aiuto che meriterebbero. Non è giusto, non è umano.

Non si può pensare di ridurre le risorse destinate alla salute, alle pensioni, e pensare che il paese possa andare avanti. Non si può fare finta che tutto vada bene mentre le persone lottano contro la SLA, mentre i cittadini si chiedono se un giorno riusciranno a ricevere le cure di cui hanno bisogno. In un paese che si definisce civile, le persone non possono essere costrette a scegliere tra la sopravvivenza e la dignità. Eppure, è proprio ciò che sta accadendo, mentre il governo guida l’Italia verso una visione sempre più lontana dalle necessità quotidiane dei suoi cittadini.

A chi governa il paese, e a chi pensa che con un ponte risolverà i problemi, diciamo chiaramente: è ora di fermarsi e di pensare a chi sta soffrendo. Le opere faraoniche non riporteranno in vita chi è costretto a vivere con la SLA. Le promesse sui ponti non salveranno una sola vita. È il momento di fermarsi a riflettere e, soprattutto, di ascoltare chi vive davvero nel dramma, perché l’unico ponte che conta è quello della solidarietà e della giustizia sociale.

 

Les valdôtains doivent méditer sur le comportement du gouvernement central

 

piero.minuzzo@gmail.com

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