Chez Nous - 13 dicembre 2024, 08:00

Citoyens souverains

L’autonomia differenziata, voluta con testardagine da Matteo Salvini e sostenuta dal governo di Giorgia Meloni, è una delle proposte più divisive e pericolose degli ultimi anni

Citoyens souverains

Il recente via libera della Cassazione al referendum per l’abrogazione dell’autonomia differenziata rappresenta una vittoria per tutti coloro che ritengono che l’Italia debba restare unita e coesa, senza ulteriori fratture territoriali che possano minare il già fragile equilibrio tra le sue regioni. Con la decisione della Corte, viene finalmente offerta la possibilità ai cittadini di esprimersi su una riforma che rischia di alterare in maniera irreversibile la struttura del nostro paese, alimentando le disuguaglianze e i conflitti tra le diverse aree della penisola.

L’autonomia differenziata, voluta con testardagine da Matteo Salvini e sostenuta dal governo di Giorgia Meloni, è una delle proposte più divisive e pericolose degli ultimi anni. Si tratta di un progetto che, sotto l'apparente promessa di una maggiore efficienza amministrativa e di un'attenzione più mirata alle esigenze locali, rischia di fare l'esatto contrario: accentuare le disuguaglianze, indebolire lo stato centrale e favorire la frammentazione del paese.

Il concetto di autonomia differenziata è stato introdotto dalla Lega, ma il suo supporto da parte del governo Meloni ha trasformato questa proposta in uno degli obiettivi principali dell'esecutivo. L'idea di attribuire alle singole regioni la possibilità di trattenere maggiori risorse fiscali e di gestire direttamente competenze fondamentali in settori come sanità, istruzione e giustizia sembra una proposta allettante, ma in realtà nasconde pericoli molto concreti. La prospettiva di un'Italia a due velocità, dove le regioni più ricche e autonome avranno sempre di più e quelle più povere saranno sempre più lasciate a sé stesse, è una minaccia per la solidarietà interregionale e per l’uguaglianza di diritti e opportunità tra i cittadini.

Il rischio è che, in nome dell’autonomia, si crei un sistema nel quale le regioni più ricche e sviluppate, come la Lombardia, il Veneto e l’Emilia-Romagna, possano continuare ad accumulare risorse e ad accrescere il proprio potere economico e politico, mentre le regioni del Sud e le aree più marginali del paese rimangono sempre più indietro. L’autonomia differenziata potrebbe infatti tradursi in una sorta di "self-service" delle risorse, dove le regioni più forti si avvantaggiano, mentre quelle più deboli sono costrette a lottare per una parte sempre più piccola di risorse, alimentando così la disparità tra Nord e Sud.

Inoltre, l’autonomia differenziata non solo penalizza le regioni più povere, ma indebolisce anche lo Stato centrale, che perderebbe il controllo su materie fondamentali come la sanità, l’istruzione e la giustizia. In un paese come l’Italia, con le sue storiche differenze territoriali, l'idea di decentralizzare poteri così vitali rischia di compromettere la qualità dei servizi e la loro uniformità su tutto il territorio nazionale. La frammentazione amministrativa e le difficoltà nel coordinamento tra i vari livelli di governo potrebbero, inoltre, avere un impatto devastante su servizi essenziali, che potrebbero diventare inaccessibili o di qualità inferiore nelle regioni meno ricche.

Il governo, nonostante i gravi rischi che l'autonomia differenziata comporta, sta andando avanti con una determinazione che lascia pochi margini di dubbio: per loro, l’autonomia è una bandiera politica che rappresenta una sorta di "rivincita" contro lo Stato centrale e una promessa di potere maggiore per le singole regioni. Ma questo approccio non tiene conto della realtà del paese, né delle lezioni che la storia ci ha insegnato. Ogni volta che si è cercato di spingere per la separazione o l’autonomia a discapito dell’unità nazionale, le conseguenze sono state disastrose.

Gli italiani, però, con il referendum, avranno la possibilità di fermare questo processo e di rispedire al mittente una proposta che, anziché risolvere i problemi del paese, li amplifica. Non è mai troppo tardi per ricordarci che siamo un'unica nazione, con diritti uguali per tutti, e che la solidarietà tra le regioni è uno dei fondamenti della nostra Costituzione.

Il referendum sull’abrogazione dell’autonomia differenziata è quindi molto più di una battaglia politica: è una difesa dei principi di uguaglianza e di unità che devono guidare ogni scelta di governo. Non possiamo permettere che la testardaggine di un esecutivo rischi di minare irreparabilmente la coesione sociale e territoriale del nostro paese. La decisione della Cassazione ci offre un'opportunità di intervenire, di dire no alla frammentazione e sì a un'Italia unita, solidale e giusta per tutti.

 

Les valdôtains doivent méditer sur le comportement du gouvernement central

piero.minuzzo@gmail.com

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