Chez Nous - 11 dicembre 2024, 08:00

La courage d'agir

Le domande sollevate dalla FP Cgil sono chiare e legittime: perché la Regione non investe in maniera più consistente nella sanità, nonostante abbia la possibilità di autofinanziarsi?

La courage d'agir

Il coraggio di agire per la Sanità pubblica sembra oggi più che mai una chimera in Valle d'Aosta. La presa di posizione di FP Cgil Valle d'Aosta solleva interrogativi legittimi e cruciali per il futuro del nostro sistema sanitario, mettendo in luce una realtà che troppo spesso rimane inascoltata. La programmazione degli stanziamenti economici destinati alla sanità regionale, infatti, appare insufficiente, con una mancanza di visione e di coraggio nelle scelte politiche.

L’impegno quotidiano del personale sanitario valdostano è indiscutibile, ma non basta. Ogni giorno, medici, infermieri e operatori del settore si fanno carico di una realtà difficile, affrontando con professionalità e dedizione una situazione che, purtroppo, non è ancora sostenibile. Tuttavia, non possiamo ignorare che dietro a questa dedizione ci sono sfide enormi che la politica regionale sembra ignorare. Le liste di attesa, le difficoltà nella gestione delle risorse umane e la mancanza di strutture adeguate sono solo alcune delle criticità che mettono in pericolo il diritto alla salute dei valdostani.

Aostacronaca ha fatto della denuncia delle problematiche della sanità valdostana uno dei suoi obiettivi principali, dando voce ai cittadini e agli operatori, richiamando continuamente l'attenzione su questi temi cruciali. Nonostante l’impegno del personale sanitario, la situazione continua a "galleggiare" in un sistema che non riesce a rispondere in modo adeguato alle necessità reali della popolazione. Le lunghe attese per le visite specialistiche e per le prestazioni diagnostiche non sono solo un disagio, ma una vera e propria barriera al diritto alla salute.

La nostra regione, purtroppo, continua a confrontarsi con un sistema sanitario che non è al passo con le sfide di oggi. La carenza di professionisti, l’inadeguatezza delle strutture e la scarsa programmazione finanziaria sono problemi urgenti che non possono più essere rimandati. È tempo di un cambio di passo, di scelte politiche coraggiose e concrete che mettano al centro della programmazione regionale la salute dei cittadini, non solo come una promessa, ma come un impegno reale e costante. Aostacronaca continuerà a portare avanti questa battaglia, perché la salute non può essere un argomento da rimandare, ma una priorità immediata e ineludibile per la nostra comunità.

La salute della popolazione valdostana è un tema che ogni amministrazione ha sempre dichiarato essere una priorità. Ma quando si tratta di tradurre queste parole in azioni concrete, il risultato è una continua elusione delle soluzioni necessarie. La sanità pubblica, per essere davvero al servizio della comunità, deve essere adeguatamente finanziata e sostenuta con politiche lungimiranti. Eppure, nonostante le problematiche innegabili del sistema, come la carenza di professionisti sanitari e l’esigenza di risposte immediate per garantire l'accesso ai servizi, la risposta regionale sembra essere una successione di discorsi vuoti, senza azioni tangibili.

È difficile ignorare le contraddizioni che emergono dalle scelte politiche recenti: ridurre gli investimenti nel centro antiviolenza, in un contesto in cui i fenomeni di violenza di genere sono in continuo aumento; ridurre i fondi destinati all’integrazione dei migranti, in un momento in cui il mercato del lavoro regionale è in crisi per mancanza di manodopera in settori chiave; e infine, la creazione di strutture sanitarie come le case di comunità e gli ospedali di comunità, senza che ci sia una visione chiara su come garantirne il funzionamento, vista la carenza di personale qualificato. È evidente che la Regione sta affrontando un problema di visione, ma anche di coraggio nel prendere decisioni difficili e necessarie.

Le domande sollevate dalla FP Cgil sono chiare e legittime: perché la Regione non investe in maniera più consistente nella sanità, nonostante abbia la possibilità di autofinanziarsi? Come si intende risolvere il problema della fine dei finanziamenti nazionali entro il 2024? E, soprattutto, perché non vengono sfruttati maggiormente i fondi strutturali europei, in particolare per le politiche attive, che potrebbero rappresentare una risorsa fondamentale per sostenere il sistema sanitario regionale?

L’attuale finanziamento della sanità, purtroppo, non risponde ai bisogni crescenti del sistema. L’aumento delle risorse destinate ai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) serve solo a colmare il vuoto lasciato dal definanziamento di anni precedenti. Non sono risorse in più, ma compensazioni. Di fronte a una popolazione che invecchia e a un sistema sanitario sempre più complesso, questi fondi non sono sufficienti a garantire la tenuta del sistema, né tantomeno a fare fronte a un aumento del fabbisogno sanitario.

Sebbene alcuni interventi dell’amministrazione regionale in ambito sanitario siano sicuramente apprezzabili, è fondamentale ricordare che ciò che viene fatto oggi corrisponde semplicemente a quanto dovuto, per garantire la tenuta del sistema e i diritti di salute della collettività. Non si può, infatti, considerare come un successo politico ciò che è strettamente necessario per la tutela della salute pubblica.

In questi giorni, le principali leggi di programmazione finanziaria regionale stanno per essere definitivamente approvate in Consiglio. Mai come ora sarebbe importante un ripensamento su queste scelte, per garantire un futuro più stabile e sicuro per la sanità valdostana. Il coraggio di agire è la condizione indispensabile per rispondere adeguatamente ai bisogni dei cittadini. E questo coraggio sembra mancare, lasciando la nostra sanità sempre più a rischio, sottofinanziata e incapace di rispondere alle sfide di oggi e di domani.

Une dernière question : santé pour qui ?

piero.minuzzo@gmail.com

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