Le Messager Campagnard - 09 dicembre 2024, 08:54

Sequestrate 263 tonnellate di sementi falsamente etichettate made in Italy

Nel complesso, le oltre 800 specie di sementi da orto che, senza alcun processo di trasformazione “sostanziale”, venivano poi immesse in commercio con le descritte modalità ingannevoli per il consumatore sono risultate in realtà provenire prevalentemente, a seconda dei casi, da Cina, India, Ungheria e Tanzania

foto repertorio

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L'operazione “Via dei Semi”, condotta dalla Guardia di Finanza di Torino sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Torino, ha messo in evidenza un fenomeno di frode su vasta scala nel settore agroalimentare, in particolare nel mercato delle sementi da orto. L'operazione ha avuto come obiettivo quello di proteggere il Made in Italy, garantire la trasparenza nella commercializzazione delle sementi e tutelare i consumatori italiani, che spesso sono ingannati da prodotti esteri etichettati con indicazioni fallaci di origine nazionale.

Nel corso delle perquisizioni, che hanno interessato le province di Torino e Piacenza, sono state sequestrate oltre 263 tonnellate di sementi da orto – principalmente pomodori, peperoncini e fagiolini – etichettate con simboli e diciture che facevano credere che i prodotti provenissero dall'Italia. Questi semi, che in realtà arrivavano prevalentemente da Cina, India, Ungheria e Tanzania, erano destinati ad essere venduti in tutta Italia, presentando così un serio rischio di danneggiare la fiducia dei consumatori e il mercato agricolo italiano.

L'operazione ha svelato un articolato sistema di frode che coinvolgeva anche la produzione e la commercializzazione di semi sotto false etichette che richiamavano simboli tipici delle tradizioni agroalimentari italiane, come il pomodoro San Marzano, la zucca trombetta d'Albenga o il fagiolino “stortino” di Trento. Tali pratiche ingannevoli non solo danneggiano l'immagine del nostro settore agroalimentare, ma penalizzano anche gli agricoltori italiani, che vedono i loro prodotti messi in concorrenza con semi esteri venduti con etichette false.

La stima del valore dei prodotti sequestrati si aggira intorno ai 38 milioni di euro, cifra che riflette l'entità di un mercato illegale che può mettere in pericolo la competitività e la sostenibilità dell'agricoltura nazionale. Un altro aspetto fondamentale dell'operazione è stato il sequestro di 29 macchinari industriali utilizzati per il confezionamento illecito delle sementi, un intervento decisivo per interrompere la produzione e la distribuzione di questi semi falsamente etichettati.

Per gli agricoltori italiani, questo intervento rappresenta un segnale forte e necessario nella lotta contro le frodi che minacciano il loro lavoro e le produzioni ortofrutticole di qualità. Le sementi sono un elemento cruciale per il successo delle coltivazioni, e ogni forma di inganno legata alla loro origine può avere ripercussioni dirette sulla qualità dei raccolti, sulla sicurezza alimentare e sul valore dei prodotti. La difesa della vera origine italiana è fondamentale per mantenere un mercato equo, dove i consumatori possano fare scelte consapevoli e gli agricoltori possano valorizzare il loro impegno con riconoscimenti e prezzi adeguati.

L'attività investigativa, che ha messo in luce anche la necessità di una maggiore trasparenza e di un controllo più rigoroso, è un passo fondamentale per garantire che le sementi commercializzate rispettino le normative in materia di origine e qualità. È importante che anche gli operatori del settore agricolo siano sempre più vigili nel verificare l’affidabilità dei fornitori di sementi, evitando così di cadere in trappole che danneggiano la competitività delle loro produzioni.

In conclusione, l’operazione “Via dei Semi” non solo ha rimosso un’importante minaccia per la tutela del Made in Italy, ma ha anche inviato un chiaro messaggio alle imprese del settore agroalimentare: le frodi e le pratiche ingannevoli non sono tollerate e chiunque tenti di ledere il nostro patrimonio agricolo sarà perseguito con fermezza.

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