Definita da una testata online come "criptica in certi passaggi, sconcertante in altri, decisamente accusatoria", la conferenza ha avuto come obiettivo quello di informare i valdostani su un presunto "pactum sceleris" tra il progetto civico progressista (PCP) e alcuni esponenti di maggioranza o di Governo, un accordo che, secondo Perron, avrebbe avuto come obiettivo il danno al management di CVA. La ricostruzione di Perron si fonda su una supposta "comunanza di visioni" tra l'estrema sinistra e una parte della maggioranza, senza però chiarire i contorni di questa alleanza o gli specifici elementi che la compongono.
Il consigliere Perron, in un'escalation di teorie e supposizioni, ha fatto anche riferimento all'ex presidente di Finaosta, Nicola Rosset, accusandolo di aver avuto un ruolo centrale in questa vicenda misteriosa. Duara la replica di Progetto Civico Progressista. "E quale ruolo ha avuto l'ex presidente di Finaosta in tutto questo? Una nomina politica fortemente voluta dalla Giunta Lavevaz che lo volle a tutti i costi. Lui ha fatto da raccordo tra le parti?", ha affermato Perron, lasciando intendere una trama complessa e ancora oscura. Ma le sue dichiarazioni non hanno convinto tutti. In particolare, il PCP ha risposto con fermezza, smontando le teorie avanzate da Perron e ribadendo una posizione critica nei confronti di alcune scelte di CVA, ma senza cadere nelle trappole della dietrologia e dei complotti.
Il PCP con una nota ha chiarito che, contrariamente a quanto insinuato dal consigliere leghista, non c’è alcuna alleanza nascosta o accordo sotterraneo. "Ribadiamo la posizione critica più volte espressa nei confronti di alcune scelte di CVA e intendiamo rassicurare i colleghi della Lega (e non solo loro...) che, visti i nostri rapporti con Governo e maggioranza noti a tutti, è ben difficile che qualcuno ci fornisca documenti e informazioni, tanto più attraverso la mediazione di terzi", si legge nella risposta del PCP. In altre parole, la visione di Perron di un intrigo politico dietro le scelte di CVA viene definita come un "teorema", che non ha fondamento.
Il consiglio che il PCP rivolge a Perron è chiaro: "Lasciar perdere teoremi, dietrologie e complotti. La spy story che ha costruito non quaglia". Questo messaggio sembra voler chiudere ogni spazio alla costruzione di narrazioni fantasiose, e ribadisce la ferma intenzione del PCP di proseguire il proprio percorso politico basato sulla trasparenza e sull’affermazione di posizioni chiare e condivisibili.
In sintesi, mentre Perron costruisce una trama da spy story, il PCP si concentra sulle proprie critiche legittime nei confronti di alcune scelte del management di CVA, senza cadere nella tentazione di alimentare complotti o dietrologie. La risposta del PCP è una netta contrapposizione alla visione complottista proposta dal consigliere della Lega, invitandolo a concentrarsi su questioni concrete piuttosto che su ipotesi infondate.