In un mondo che sembra sempre più velocemente correre verso l’egocentrismo e l’individualismo, ci sono ancora delle categorie di professionisti che, con il loro lavoro silenzioso ma fondamentale, ci ricordano cosa significhi davvero il sacrificio e la dedizione. Oggi, a poco più di 24 ore dalla celebrazione della festa di Santa Barbara, patrona dei Vigili del Fuoco, è importante riflettere su quanto questi eroi, insieme agli infermieri e agli operatori sanitari, siano stati sempre presenti al nostro fianco, nei momenti più bui, offrendo la loro vita per il benessere della collettività.
Gli infermieri, con la loro capacità di operare sotto stress, di metterci una parola di conforto nei momenti di paura e di dolore, sono i veri volti della sanità, eppure troppo spesso vengono trattati come se il loro lavoro fosse “normale” e non straordinario. La pandemia ha messo in luce quanto siano indispensabili, ma anche quanto sia spesso sotto-compensata la loro fatica. Nonostante le celebrazioni ufficiali, nonostante i ringraziamenti e le parole di elogio da parte delle istituzioni, sul piano economico e riconoscitivo la situazione non è cambiata. Come ha ricordato Papa Francesco: “La vera grandezza non è nel ricevere ma nel donare, non nel riconoscimento pubblico, ma nel silenzioso servizio che non chiede nulla in cambio”. Eppure, la politica, così solerte nel fare dichiarazioni di lode, spesso dimentica di tradurre in fatti concreti e in giusti compensi il riconoscimento di tale grandezza.
Lo stesso vale per i Vigili del Fuoco, i cui interventi eroici sono quotidiani e talvolta ignorati, nonostante siano i primi a correre in situazioni di emergenza. Ieri, nel giorno della loro festa, sarebbe doveroso non solo celebrare il loro coraggio, ma anche fare un passo indietro e chiedersi se, come società, stiamo facendo abbastanza per supportarli. Se, al di là delle celebrazioni, davvero li stiamo mettendo in condizioni di lavorare senza il peso della mancanza di risorse, senza la preoccupazione di non avere sufficienti mezzi a disposizione, senza vedere il proprio lavoro ridotto a una mera formalità, senza riconoscere adeguatamente la loro dedizione e le loro sfide quotidiane.
Eppure, nonostante le parole d’elogio di tanti vertici, il riconoscimento sul piano economico e organizzativo non arriva. Come sottolineato da Mauro Natta, esperto di gestione delle case da gioco, la vera sfida per ogni settore è “adeguare l’offerta alla domanda, analizzando e rispondendo alle esigenze concrete, non solo teoriche”.
In questo caso, le esigenze degli infermieri, dei medici, dei Vigili del Fuoco non possono essere solo teorizzate, ma devono essere affrontate con azioni tangibili: un miglioramento delle condizioni economiche, maggiori investimenti nei mezzi e nelle risorse umane, il rispetto delle persone che ogni giorno fanno il nostro bene senza chiedere nulla in cambio, se non il giusto riconoscimento.
L’emergenza sanitaria e le catastrofi naturali degli ultimi anni hanno reso chiaro a tutti quanto siano essenziali queste categorie professionali, ma oggi è il momento di fare qualcosa di concreto. Non possiamo permetterci di continuare a celebrare gli eroi con parole di circostanza, per poi dimenticarli quando arriva il momento di mettere in atto i cambiamenti necessari.
Papa Francesco, in occasione della recente Giornata Mondiale della Salute, ha dichiarato: “Ogni vita umana è sacra, e chi cura le persone malate è una benedizione per l’umanità intera”. La santità di questi professionisti non è solo un atto di fede, ma una testimonianza vivente di dedizione e impegno. La politica, i vertici sanitari, devono fare di più. Gli infermieri e i Vigili del Fuoco sono il volto più umano delle istituzioni e devono essere trattati con il rispetto che meritano.
Celebrare, onorare, è giusto. Ma agire, riconoscere e ricompensare adeguatamente il loro impegno è necessario. Non basta dirlo. Occorre farlo. Questi “eroi sottovalutati” meritano il nostro grazie, non solo oggi, ma ogni giorno.