Informazione economica e aziendale - 28 novembre 2024, 07:00

Contro il dolore cronico si possono utilizzare le terapie alternative? Ecco i benefici

Con il termine "dolore cronico" si intende una condizione debilitante che, ogni anno, interessa milioni di persone sparse in tutto il mondo.

Contro il dolore cronico si possono utilizzare le terapie alternative? Ecco i benefici

Con il termine “dolore cronico” si intende una condizione debilitante che, ogni anno, interessa milioni di persone sparse in tutto il mondo. Secondo la definizione data dallo IASP, ovvero l’international association for the study of Pain, il dolore cronico altro non è che una sensazione dolorosa persistente o ricorrente che dura più di tre mesi, che risulta anche resistente a quelli che sono i trattamenti convenzionali.

Proprio questa resistenza fastidiosa delle condizioni cronicizzate ha portato a un crescente interesse verso tutto un universo di terapie alternative, che offrono approcci complementari per gestire il dolore senza mettere in mezzo gli effetti collaterali associati ai farmaci tradizionali

Il problema non è di poco conto in quanto il dolore cronico è una condizione che interessa ben il 20% della popolazione mondiale; secondo un rapporto dell’organizzazione mondiale della sanità del 2021 infatti parliamo di una condizione in grado di influire negativamente sulla qualità della vita che finisce per comportare anche un impatto economico significativo nella vita di tutti i giorni.

Facendo l’esempio degli Stati Uniti, secondo l’OMS, tra spese sanitarie e perdite di produttività la spesa è di oltre 600 miliardi di dollari l’anno!

Che fare allora dove non arrivano farmaci analgesici, fisioterapia e interventi chirurgici? Scopriamo quali sono effettivamente le soluzioni proposte dall’universo di trattamenti alternativi.

Alla ricerca di una definizione per le terapie alternative

Con il termine “terapia alternativa” si va a intendere una tra una vasta gamma di pratiche non convenzionali che cercano di trattare il corpo e la mente come se fosse un sistema integrato; con quest’altro termine si intende la convivialità all’interno del sistema umano di corpo e mente: un unico elemento in cui le parti si possono influenzare (in bene e male) vicendevolmente.

Dalle piante da utilizzare con i vaporizzatori erba a pratiche derivanti dalle medicine orientali come yoga, meditazione e agopuntura, di terapie alternative ce ne sono davvero moltissime e sono tutti approcci che guardano a un obbiettivo finale: migliorare il benessere generale della persona senza far entrare nel gioco la farmacologia.

Sono realmente efficace nel trattamento del dolore cronico? La scienza in tal senso ha raccolto qualche dato ed è giunta a qualche conclusione preliminare.

Mente e corpo come tradizione e innovazione

L’agopuntura è una pratica che proveniente dalla medicina tradizionale cinese e prevede l’inserimento di aghi sottili all’interno di punti specifici del corpo, così da stimolare i nervi e migliorare il “flusso di energia” insito all’interno di ogni persona; dal punto di vista medicale l’azione meccanica degli aghi finisce per stimolare la produzione di endorfine, ovvero i neurotrasmettitori naturali del corpo che sono in grado di alleviare il dolore. Uno studio del 2018 ha analizzato come oltre 20.000 pazienti abbiano ricevuto, attraverso l’agopuntura, un miglioramento del dolore cronico derivanti da condizioni come osteoartrite o lombalgia.

Più orientato verso il sistema mente-corpo troviamo l’universo delle pratiche come yoga e meditazione, che stanno guadagnando pian piano popolarità per la loro capacità di affrontare il dolore cronico. Secondo una meta analisi pubblicata nel 2020, lo Yoga sembra ridurre del 30% l’intensità del dolore in pazienti che soffrono di condizioni croniche come fibromialgia o lombalgia cronica. Un valore addirittura inferiore a quanto invece sembra possibile fare attraverso le pratiche di mindfulness, che invece aiutano i pazienti a gestire il dolore modulando l’attività delle aree cerebrali coinvolte nella percezione delle sensazioni dolorose. Anche qua c’è uno studio a favore di questo, uscito sul Journal Of Neuroscience nel 2016, che ha raccolto dati che suggeriscono come la riduzione del dolore sia stimata nel 40%, una percentuale comparabile a quella degli analgesici oppioidi.

Cosa possono fare le terapie manuali?

In caso di patologie derivanti da problemi muscolo scheletrici, tecniche come chiropratica o massaggio terapeutico (quelli dei centri massaggi, per capirci) hanno dimostrato di poter offrire sollievo attraverso la manipolazione dei tessuti. Uno studio pubblicato nel corso del 2018 dal Journal Of Manipulative and Physiological Therapeutics, ad esempio, ha rilevato come la chiropratica sia in grado di ridurre il dolore lombare cronico fino al 70% della sua intensità.

Questi effetti positivi derivanti dalla capacità di queste pratiche di migliorare la circolazione sanguigna riducendo, contemporaneamente, l’infiammazione e stimolando contestualmente la produzione di endorfine. I massaggi, quando regolari, possono andare a mitigare il dolore cronico nei pazienti e questo risulta tale almeno secondo il 90% dei pazienti!

Quando la tecnologia poi incontra le terapie manuali nascono pratiche come la TENS, ovvero la stimolazione nervosa elettrica transcutanea. Questa è una tecnica non invasiva che attraverso l’utilizzo di impulsi elettrici mira a ridurre il dolore in un paziente, specie quando combinato con altri trattamenti mirati allo stesso obbiettivo.

Richy Garino

SU