Giubileo del 2025 si presenta come un'occasione unica non solo per i fedeli, ma anche per chi svolge un ruolo fondamentale nel guidare e informare le masse: gli operatori della comunicazione. In un mondo in continuo cambiamento, dove l'accesso alle informazioni è sempre più veloce e capillare, la responsabilità etica e morale di chi lavora nel campo della comunicazione assume una rilevanza fondamentale. Non si tratta solo di trasmettere notizie, ma di farlo in modo che il messaggio giunga con verità, chiarezza e rispetto per l'individuo e per la collettività.
Il Giubileo 2025, come ogni anno giubilare, è un'occasione per riflettere sulla propria fede e sul proprio cammino spirituale. Ma quest'anno, il Santo Padre ha voluto richiamare l'attenzione su un aspetto altrettanto rilevante: la speranza. Come afferma Papa Francesco nella bolla “Spes non confundit”, "Tutti sperano", e la speranza è, in un certo senso, la forza che ci spinge ad andare avanti, nonostante le difficoltà. È proprio in un periodo di incertezze e di timori che gli operatori della comunicazione possono svolgere un ruolo cruciale, alimentando la speranza e la fiducia nelle persone.
Il mondo della comunicazione, infatti, non è solo uno strumento tecnico, ma anche un canale che veicola valori. Ogni articolo, ogni programma televisivo, ogni notizia diffusa sui social media porta con sé una responsabilità etica. Chi lavora nel giornalismo o nei media non deve solo cercare la verità, ma anche comprenderne la portata e le implicazioni. La scelta di cosa riportare, come raccontarlo, e con quale linguaggio, sono azioni che hanno un impatto profondo sulla società. La comunicazione non è mai neutrale, e chi la gestisce deve essere consapevole delle sue potenzialità, ma anche dei suoi limiti.
In questo contesto, il Giubileo del 2025 e la celebrazione del Mondo della Comunicazione (25 e 26 gennaio), dedicata al santo patrono San Francesco di Sales, offrono un'opportunità imperdibile di riflessione e crescita. L'incontro con il Santo Padre, previsto in queste giornate, diventa un’occasione di formazione e di spiritualità, ma anche di consapevolezza. Gli operatori della comunicazione sono chiamati a fare un passo indietro, a riflettere non solo sulla professione che svolgono, ma anche sul tipo di mondo che contribuiscono a costruire. La professione del comunicatore è tanto più alta quanto più capace di sostenere il bene comune, diffondere la verità senza sensazionalismi e rimanere fedele a principi di giustizia e onestà.
Il Giubileo invita tutti i fedeli, e in particolare i giornalisti e i media, a vivere un pellegrinaggio spirituale che non si limiti ai luoghi sacri, ma che si traduca anche in una ricerca quotidiana di verità e giustizia. Il pellegrinaggio, infatti, non è solo un cammino fisico, ma simbolico. Ogni passo, ogni scelta, diventa un atto di responsabilità, per sé e per gli altri. In quest'ottica, il Giubileo si configura come un'occasione per rianimare la speranza anche attraverso la comunicazione, restituendo alle parole il loro vero potere: quello di guarire, di unire, di sollevare.
La Diocesi di Aosta, con il suo pellegrinaggio verso Roma (1-4 marzo 2025), offre a tutti un'opportunità per riflettere e partecipare a questo momento giubilare, ma anche per condividere il cammino con la comunità, riconoscendo che la speranza non è solo una dimensione individuale, ma anche collettiva. L'invito a partecipare non è solo un invito a un viaggio fisico, ma a un cammino interiore, un’opportunità per essere parte di un movimento più grande che ha il potere di trasformare la società.
In questo spirito di speranza e riflessione, ogni operatore della comunicazione è chiamato a prendere parte a un processo di crescita morale e professionale. La comunicazione non può essere solo una ricerca di audience o un inseguimento del sensazionalismo. Deve essere anche, e soprattutto, un servizio che si propone di costruire una società più consapevole, giusta e, soprattutto, più speranzosa. In questo cammino, come nel Giubileo, ognuno di noi ha un ruolo fondamentale da svolgere.