La notte più lunga dell'anno è alle porte, e con essa il solstizio d'inverno, il giorno in cui la luce sembra scappare via come un ladro silenzioso, lasciando spazio a lunghe ore di buio. Non c'è niente di più simbolico di questo passaggio, un momento che mescola il serio e il faceto, che porta con sé un senso di riflessione ma anche di accettazione delle stagioni che, come la vita, vanno e vengono. Se in passato si temeva il ritorno dell'oscurità, oggi più che mai il solstizio diventa un'opportunità per abbracciare il buio, per prepararci a quella quiete che ci permette di riscoprire noi stessi, come il vecchio detto recita: “Dopo la pioggia viene il sereno.”
Nel corso dei secoli, i popoli hanno celebrato il solstizio con riti, danze e preghiere, sperando che il ritorno della luce sarebbe stato un segno di speranza e di rinnovo. E mentre il calendario ci ricorda che, scientificamente, è il giorno più corto dell'anno, il nostro spirito non può fare a meno di percepirlo anche come il momento in cui il buio raggiunge il suo apice per poi cedere il passo alla luce. È come se la natura stessa, in un ciclo eterno, ci insegnasse che ogni periodo di oscurità ha una fine e che la luce, prima o poi, tornerà.
Prepararsi al solstizio d'inverno, quindi, non significa solo tenere a bada il freddo e il buio fisico, ma anche fare spazio dentro di noi per quella piccola luce che, come un seme, inizierà a germogliare dopo il 21 dicembre. "La notte porta consiglio", si dice, ed è proprio nei lunghi periodi di buio che, con il giusto atteggiamento, possiamo fare ordine nei nostri pensieri. Il rallentamento della natura ci invita a rallentare anche noi, a dare un po' di tregua alla frenesia quotidiana, per permettere al nostro corpo e alla nostra mente di riprendersi, di riflettere, di sognare.
Non c'è nulla di più evocativo, infatti, di una serata passata accanto al fuoco, magari con una tazza di tè caldo, a pensare a cosa vogliamo semplificare, modificare o accogliere nella nostra vita. In queste lunghe ore notturne, il tempo sembra sospeso, un po' come il "pane di Natale" che cuoce lentamente in forno, profumando la casa e avvolgendo tutto in un caldo abbraccio. La notte ci invita alla riflessione, ma anche alla leggerezza: come recita un altro proverbio, "a Natale ogni scherzo vale", e perché non permetterci un po' di leggerezza anche nei giorni più corti dell'anno? Forse è proprio questa la chiave per attraversare l'inverno con serenità.
Eppure, mentre ci prepariamo ad accogliere il solstizio, c'è anche un lato più pratico che non possiamo ignorare. Il freddo è arrivato, e con lui la necessità di stare più dentro che fuori, di coccolarci con il calore delle coperte e delle persone a noi care. È il momento di riscoprire i piaceri delle cose semplici: una passeggiata nel bosco al tramonto, il profumo di un libro appena comprato, una chiacchierata accanto al caminetto. I nostri antenati lo sapevano bene: la stanchezza dell'anno trova nel silenzio invernale la sua redenzione.
Quindi, mentre il giorno si accorcia e la notte si allunga, prendiamoci il tempo per riflettere su ciò che vogliamo lasciare andare e su ciò che desideriamo coltivare nel nuovo ciclo che si sta preparando. E chissà, magari quest’anno, quando finalmente arriverà la luce, avremo una visione più chiara di ciò che veramente conta. "L'inverno non dura per sempre", e così anche i momenti di difficoltà: il sole tornerà, un po' alla volta, a scaldare il nostro cammino.