CULTURA - 10 novembre 2024, 09:00

Intervista a Franco Manes, Deputato della Valle d'Aosta

"I fondi per l'alluvione di giugno non sono ancora del tutto arrivati, è inaccettabile"

Franco Manes interviene in aula

Franco Manes interviene in aula

Onorevole Manes, ha parlato in Aula alla Camera dei Deputati riguardo al disegno di legge «Post calamità». Ha sottolineato diversi aspetti cruciali per la gestione delle emergenze e la ricostruzione. Uno dei punti salienti del suo intervento riguarda l'alluvione che ha colpito la Valle d'Aosta a giugno. Può spiegarci cosa sta accadendo con i fondi destinati alla ricostruzione?

"Sì, purtroppo devo dire che, a distanza di mesi, i fondi stanziati per l'alluvione che ha devastato la Valle d'Aosta a giugno non sono ancora arrivati in modo completo a destinazione. Questa situazione è inaccettabile. Le somme promesse per far fronte ai danni causati dall'alluvione dovrebbero essere già state erogate, ma non è così. Le risorse non arrivano nei tempi stabiliti, lasciando i territori in difficoltà e impedendo un avvio tempestivo della ricostruzione. I nostri cittadini e le comunità locali continuano a soffrire, e questo rende ancora più evidente l'incapacità di gestire efficacemente le emergenze e le risorse ad esse destinate."

Qual è la causa di questo ritardo nei pagamenti e nella distribuzione dei fondi?

"Il problema è legato a una burocrazia complessa e a una gestione che non è abbastanza snodabile. Il sistema di erogazione dei fondi per le emergenze è troppo lento e frammentato. Nonostante gli stanziamenti siano stati annunciati, i processi per arrivare effettivamente alla distribuzione delle risorse sono lunghi e difficili. Questo rallenta in modo significativo gli interventi necessari. Le amministrazioni locali sono pronte a partire, ma sono bloccate da procedure che non rispondono alle urgenze reali. È proprio in queste situazioni che il nostro sistema di protezione civile dovrebbe essere più agile e più tempestivo."

Ha fatto riferimento anche a un sistema di gestione delle emergenze che non funziona. Cosa propongono lei e il suo partito per migliorare questa situazione?

"Penso che dobbiamo adottare un approccio più pragmatico e flessibile nella gestione delle emergenze. La legge attuale non tiene conto delle specificità dei territori, delle singole realtà locali. È fondamentale che le regioni e gli enti locali abbiano un ruolo decisivo nella gestione delle risorse e nell'attuazione degli interventi. In molte zone d'Italia, come il Trentino-Alto Adige o la stessa Valle d'Aosta, esistono esempi virtuosi di gestione del territorio e di protezione civile che dovrebbero essere presi a modello. Invece di reinventare la ruota, dovremmo valorizzare queste esperienze positive e adattarle al resto del Paese."

Nella sua dichiarazione di voto ha anche accennato alla necessità di un maggiore investimento nelle aree interne e di montagna. Perché ritiene che sia una priorità?

"Le aree interne, le montagne e i piccoli comuni sono da sempre più vulnerabili agli eventi climatici estremi, come frane, alluvioni e incendi. Eppure, queste aree sono abbandonate a se stesse. Se non si investe in queste zone, si rischia di vedere un progressivo spopolamento, con il conseguente degrado del territorio. Un territorio fragile, che ha bisogno di interventi mirati, sia in termini di prevenzione che di recupero. È un problema che riguarda la sopravvivenza dei nostri borghi, la tutela dell'ambiente, ma anche la sicurezza dei cittadini. La politica dovrebbe prendere coscienza di questo, e smettere di ignorare la realtà delle aree montane e periferiche."

Cosa suggerisce per risolvere questi problemi in modo concreto?

"La risposta deve essere sistematica e a lungo termine. Prima di tutto, è necessario un cambiamento di mentalità: non possiamo più pensare che i problemi si risolvano solo dopo il disastro. Occorre una programmazione seria e una gestione delle emergenze che sia preventiva, non solo reattiva. Le risorse per la protezione civile e la manutenzione del territorio devono essere aumentate e distribuite in modo equo e rapido. Inoltre, il sistema di protezione civile deve essere riformato, partendo da un modello che valorizzi la capacità delle regioni di agire tempestivamente."

Alla luce di tutto ciò, quale messaggio intende lanciare al Governo e alla politica nazionale?

"Il messaggio è semplice: è inaccettabile che, dopo un evento calamitoso come l'alluvione del giugno scorso, i fondi promessi non arrivino nei tempi giusti. La ricostruzione deve partire subito, e per farlo servono risorse che siano subito disponibili. Non possiamo più permetterci di tergiversare con la burocrazia. Inoltre, è fondamentale che la politica si faccia carico delle reali necessità dei territori e che, nella gestione delle emergenze, si lavori insieme, superando le divisioni ideologiche e puntando a soluzioni concrete per tutti, senza lasciare indietro nessuno."

Onorevole Manes, grazie per il suo intervento e per il suo tempo.

"Grazie a voi. È importante continuare a sensibilizzare l'opinione pubblica su questi temi e fare in modo che le istituzioni agiscano con maggiore celerità e responsabilità."

piero.minuzzo@gmail.com

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