Salute in Valle d'Aosta - 31 ottobre 2024, 21:06

LA GASTROENTEROLOGIA DEL “PARINI” POTENZIA LA DIAGNOSI DELLE MALATTIE DEL FEGATO CON L’ACQUISIZIONE DEL FIBROSCAN

Attualmente circa il 20% della popolazione affetta da cirrosi in Valle d’Aosta presenta una steatoepatite, un dato che purtroppo è in costante crescita negli ultimi anni. Grazie a questo nuovo strumento diagnostico saremo in grado di offrire ai pazienti un strumento non invasivo per monitorare l’efficacia dei trattamenti sia dietetici sia farmacologici

Nella foto parte dell'équipe della SC Gastroenterologia e Endoscopia digestiva guidata dal dott. Stefano Okolicsanyi (l'ultimo a dx nella foto)

Nella foto parte dell'équipe della SC Gastroenterologia e Endoscopia digestiva guidata dal dott. Stefano Okolicsanyi (l'ultimo a dx nella foto)

A partire da ottobre, la Struttura Complessa di Gastroenterologia dell’Ospedale “Parini” di Aosta offre un nuovo strumento all’avanguardia per la diagnosi delle malattie epatiche: il Fibroscan. Questo dispositivo innovativo consente, attraverso un esame rapido, indolore e non invasivo, di diagnosticare precocemente e con precisione malattie croniche del fegato, evitando l'uso della biopsia epatica e le complicanze ad essa associate, e di monitorarne l’evoluzione nel tempo, così come raccomandato dalle linee guida internazionali.

“Si tratta di una tecnologia che utilizza ultrasuoni per valutare l'elasticità del tessuto epatico e rilevare la presenza di fibrosi e cirrosi. Sfruttando la velocità di propagazione degli ultrasuoni attraverso il fegato, questo dispositivo ci fornisce un valore numerico che quantifica la presenza di fibrosi e di steatosi (accumulo di grasso) nel fegato - spiega il dott. Stefano Okolicsanyi, responsabile della Struttura - Il modello appena acquisito e installato negli Ambulatori della Gastroenterologia del “Parini”, ci permette di venire incontro alle esigenze della popolazione valdostana che fino a ora doveva recarsi presso le strutture piemontesi per eseguire l’esame diagnostico con questa nuova tecnologia”.

In particolare, il Fibroscan permette di quantificare sia la “consistenza” del fegato in termini di fibrosi o cirrosi, sia la steatosi, aiutando a distinguere tra steatosi e la sua forma evolutiva, la steatoepatite, che si prevede diventerà entro pochi anni la principale causa di trapianto di fegato. “Attualmente – spiega il dott. Okolicsanyi - circa il 20% della popolazione affetta da cirrosi in Valle d’Aosta presenta una steatoepatite, un dato che purtroppo è in costante crescita negli ultimi anni. Grazie a questo nuovo approccio diagnostico saremo in grado di offrire ai pazienti un strumento non invasivo per monitorare l’efficacia dei trattamenti sia dietetici sia farmacologici”.

Un ulteriore vantaggio offerto dall’ultimo modello di Fibroscan recentemente acquistato è la possibilità di misurare anche l’elasticità della milza, che insieme alla valutazione del fegato permette di diagnosticare e monitorare condizioni cliniche complesse come l’ipertensione portale, una grave complicanza della cirrosi epatica ma che può, in casi particolari, essere presente anche in alcune malattie ematologiche, cardiache, infettive o ereditarie, ampliando così l’utilizzo di questo strumento non solo all’ambito del fegato, ma in generale all’ambito internistico.

red.

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