Un dato che rispecchia, purtroppo, la situazione di difficoltà che molte famiglie stanno vivendo.
Tra la stangata di 2.970,35 euro che le famiglie hanno dovuto affrontare nel periodo settembre-novembre, i prezzi al consumo che si mantengono ancora su livelli sostenuti e stipendi e pensioni fermi, sarebbe curioso se i dati registrassero un clima diverso.
Il nostro Osservatorio Nazionale continua a registrare sacrifici e rinunce sul fronte dei consumi: con una riduzione del consumo di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); una ricerca sempre più assidua di offerte, sconti e acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 49% dei cittadini); un aumento degli acquisti presso i discount (+11,9%). A questo si aggiunge la rinuncia alle cure: secondo il recente rapporto della Fondazione Gimbe, sono 4,5 milioni gli italiani costretti a tale rinuncia; di questi, circa 2,5 milioni rinunciano per motivi economici.
Da questi dati emerge chiaramente come sia necessario e urgente adottare ulteriori misure di sostegno alle famiglie, di cui in manovra vi è scarsa traccia. Sebbene la resa strutturale del taglio del cuneo fiscale rappresenti una nota positiva, ci saremmo aspettati interventi più incisivi, a partire da una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i redditi medio-bassi e non quelli più elevati.
Anche sul fronte della tassazione degli extraprofitti ci saremmo aspettati misure di tutt’altro tenore: l’annunciato intervento teso a riequilibrare le disuguaglianze, nei fatti, si è ridotto a un semplice anticipo di liquidità. Mancano, inoltre, misure per intensificare seriamente la lotta all’evasione e all’elusione fiscale. Tutte azioni da cui sarebbe possibile trarre le risorse necessarie per aiutare le famiglie e sostenerne il potere di acquisto.