Chez Nous - 27 ottobre 2024, 12:08

Radiographie

La politica valdostana ha bisogno di una vera terapia, non di soluzioni temporanee e di facciata. Meditate, gente, meditate

Radiographie

Due anni di governo Meloni, eppure, come una radiografia che rivela fratture nascoste, anche in Valle d’Aosta il centrodestra nazionale sembra cercare di colmare le lacune della politica locale con una medicazione superficiale. L’iniziativa recente delle forze di centrodestra per illustrare i risultati del governo nei primi 24 mesi appare come un intervento di chirurgia estetica: una maschera che nasconde problemi ben più profondi e irrisolti.

Fratelli d’Italia, sotto la direzione del suo coordinatore Zucchi, ha cercato di far passare il messaggio che, grazie alla ministra Santachè, il Piemonte e la Valle d’Aosta avrebbero beneficiato di un incremento del 50% delle risorse per le attività commerciali e turistiche, a seguito dell’alluvione di giugno. Ma come un farmaco scaduto, questa promessa si è rivelata inefficace: non solo i fondi non sono stati erogati, ma la matematica dei finanziamenti suggerisce che i 10 milioni promessi si sono ridotti a 7,5, con un ulteriore vuoto di 2,5 milioni. È la Regione, attraverso l’assessore Grosjacques, che ha svolto il vero lavoro di pronto soccorso, mentre il governo centrale sembra impegnato solo in una diagnosi errata.

Passando alla Lega, troviamo un quadro clinico che mostra segni di emorragia: la coordinatrice Boldi evidenzia l’urgenza di coesione all’interno della coalizione, mentre il gruppo in consiglio regionale si sgretola. Quella che dovrebbe essere una terapia intensiva per risolvere i problemi della montagna si traduce in un’ideologia vuota, con promesse di finanziamenti che, al di là di qualche centinaio di milioni, non portano a una vera cura. L’illusione di un “plaid di cashmere” descritto dal governo non riesce a coprire la realtà di una coperta corta, che lascia scoperti i bisogni fondamentali delle aree montane.

Arriviamo a Forza Italia, che si propone come il “raccoglitore d’Italia”, in un periodo di confusione politica. Con una coordinatrice che sfrutta la macchina mediatica del partito, si tenta di costruire una narrazione che però rimane priva di sostanza. Il richiamo alle infrastrutture e alla viabilità, temi sempre più abusati, si infrange di fronte all’assenza di azioni concrete. Se non fosse stato per le associazioni di categoria, oggi non avremmo nemmeno un tavolo bilaterale aperto. La realtà è che il tunnel è ancora chiuso e il caos persiste sulla bretella di Santhia, mentre i proclami si sprecano.

Questi due anni di governo Meloni in Valle d’Aosta si configurano quindi come un’analisi clinica di una malattia politica: un quadro che mostra più segni di incuria che di guarigione. Le promesse, le speranze e i proclami rischiano di rimanere solo sterili esercizi retorici, mentre la comunità valdostana continua a chiedere interventi reali e tangibili.

E ora, con il centrosinistra e l'estrema sinistra pronte a tornare in scena, è lecito domandarsi se i cittadini valdostani avranno finalmente la possibilità di vedere un’azione politica che realmente tuteli i loro interessi. È fondamentale riflettere sulle decisioni passate, sia di centrodestra che di centrosinistra, per capire quante volte hanno votato contro il bene della Valle..

piero.minuzzo@gmail.com

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