La serata del 12 ottobre, nell'accogliente “Salone di Lanzo Incontra” del CAI di Lanzo Torinese, dopo le votazioni interne, ospita tre autori. Il primo è Roberto Bergamino, originario delle Valli di Lanzo, presentato dal Presidente del CAI di Lanzo, Gino Geninatti, che lo introduce. Roberto Bergamino è la nuova guida escursionistica ambientale, dopo un iter di studio e pratica iniziato a marzo e concluso a fine settembre con uno stage di 50 ore e un esame finale.
Bergamino, che cura la rubrica “Itinerari nelle Valli” per la Grafite, ha iniziato a percorrere i sentieri del Piemonte e della Valle d’Aosta fin da ragazzo, ma con particolare predilezione per le “sue” Valli di Lanzo, dove è nato e vive. Appassionato fotografo, negli ultimi venticinque anni ha pubblicato come autore, coautore o curatore una trentina di guide escursionistiche e volumi fotografici. Ha collaborato e tuttora collabora con numerose riviste di montagna, è socio CAI e socio accademico del GISM (Gruppo Italiani Scrittori di Montagna), della quale associazione è delegato per la regione del Piemonte.
Ha presentato il suo ultimo libro “Valli di Lanzo a 360 gradi”, con 18 fotografie presenti nel libro, ma in quest’occasione ha mostrato più di 70 fotografie inedite, raffiguranti tutte le vallate della sua tanto amata valle, con le sue cime, gli animali, i fiori e luoghi selvaggi che ha scoperto quale attento osservatore e scopritore di nuovi angoli da sogno. È stato poi lui a voler presentare, essendo amico da anni del nostro secondo ospite, Lodovico Marchisio, anch’egli accademico del GISM, che ha pubblicato 28 libri, ed è giornalista e accompagnatore emerito del CAI, insieme alla moglie Roberta Maffiodo, terza autrice presente in sala.
Abbiamo poi conosciuto l'emozionante storia di Lodovico Marchisio e Roberta Maffiodo (nella foto). Quando è arrivato l'invito da parte del CAI di Lanzo, organizzatore dell'evento, alla presentazione del loro libro "Guarigioni d’amore", scritto a sei mani con l'amica scrittrice Edi Morini, mi sono domandata quale potesse essere il “fil rouge” che unisse quest'opera a quelle normalmente presentate al CAI, inerenti la montagna. In questo, la serata è stata per me una grande sorpresa: Lodovico e Roberta si conoscono e si innamorano alcuni anni fa in un contesto di difficoltà fisica e psicologica. La passione di Lodovico, alpinista della prima ora, pur mettendo a dura prova il fisico di Roberta, digiuna di questo ambiente, fa scoprire ad entrambi il ruolo terapeutico della montagna: la sua frequentazione, nonostante la difficoltà fisica, attenua notevolmente i sintomi della malattia degenerativa di cui è affetta e rivela a Roberta una nuova consapevolezza di se stessa e delle proprie capacità.
Le "guarigioni d'amore" sono allora non solo quelle generate dalla cognizione che si sta affrontando un percorso di vita difficile non soli, ma insieme a una persona che si ama, ma sono soprattutto quelle determinate dal vivere un'esperienza unitamente filosofica e sportiva, come l'andare in montagna. Ecco quindi l'insegnamento che ci hanno regalato Lodovico e Roberta: se la montagna insegna a ciascun frequentatore, più o meno assiduo, a prendere consapevolezza dei propri limiti, questi stessi limiti possono essere trasformati in forza interiore e non devono diventare una scusa per crogiolarsi nel dolore.
I brevi video di salite, proiettati nella serata, che li rappresentano affaticati e sorridenti, ci spronano a vivere la vita fino in fondo, fronteggiando giorno dopo giorno le sfide che incontriamo. E non possiamo allora che abbracciare il pensiero di Lodovico: il miracolo avviene quando siamo noi a lottare perché si realizzi. La melodiosa voce di Roberta, con il suo canto a cappella del brano "Signora delle cime", ha accompagnato un pubblico attento e commosso nel rientro a casa, con una nuova importante consapevolezza.