CRONACA - 16 ottobre 2024, 11:07

Povertà alimentare, quasi5 mln di italiani ogni due giorni non riescono a mangiare

In Italia aumenta la povertà alimentare. Nel 2023 c’è una crescita delle persone che non hanno ac-cesso a pasti completi e ad eventi sociali legati al cibo

Povertà alimentare, quasi5 mln di italiani ogni due giorni non riescono a mangiare

Sono 4,9 milioni gli italiani che non hanno potuto permettersi un pasto completo ogni due giorni. Si tratta dell’8,4% della popolazione over 16 anni. Ci sono poi altri 2,9 milioni di persone, il 5,8% degli over 16, che non possono permettersi di mangiare fuori casa almeno una volta al mese con parenti e amici.

I due indicatori fanno riferimento ai tassi di deprivazione materiale e sociale. Rispetto a un periodo in cui la situazione era migliorata, ora c’è un’inversione di tendenza. E negli ultimi 5 anni sono aumentati del 40% anche gli aiuti alimentari. I dati vengono dal quinto rapporto sulla povertà alimentare di ActionAid, “I numeri della povertà alimentare in Italia a partire dalle statistiche ufficiali”, che analizza la povertà alimentare in Italia a partire dalla sua intensità, diffusione, distribuzione regionale.

La povertà alimentare, evidenziano i ricercatori, è un fenomeno multidimensionale influenzato da istruzione, condizioni abitative e accesso al mercato del lavoro e ha conseguenze materiali e psicologiche gravi su adulti e minori. I dati che si concentrano sull’accesso economico al cibo sono dunque parziali. E le condizioni di povertà alimentare non sono necessariamente associate a gravi forme di indigenza.

Si legge nel dossier: “Nel 2022 circa 4,5 milioni di persone in Italia hanno ridotto l’acquisto di beni alimentari a causa della crescente erosione delle risorse economiche familiari. Durante i periodi di recessione, come quelli recenti, l’alta inflazione limita il potere d’acquisto delle famiglie, costringendole a comprimere la spesa alimentare. Questo adattamento nei consumi rappresenta una concreta fonte di rischio di povertà alimentare, un fenomeno che non può essere compreso solo limitandosi all’analisi dei redditi complessivi delle famiglie”.

«Le statistiche ufficiali mostrano una realtà preoccupante: una parte crescente delle famiglie, specialmente nell’ultimo anno, è a rischio di non avere accesso a cibo sufficiente e adeguato, mentre un’ulteriore quota è a rischio di trovarsi nella stessa situazione – spiega Roberto Sensi, Responsabile Programma Povertà alimentare ActionAid Italia – Sebbene gli aiuti alimentari siano aumentati, soprattutto a seguito della pandemia, rimangono una risposta necessaria ma insufficiente. Questo perché, pur affrontando le emergenze, non riescono a risolvere le cause strutturali della povertà alimentare. Per questo, è urgente rinnovare le politiche di contrasto, affiancando agli aiuti materiali nuove strategie di intervento. È fondamentale implementare un monitoraggio sistematico a livello locale che non si limiti alla dimensione economica dell’accesso al cibo, ma consideri anche aspetti come la socialità, le relazioni e il benessere fisico ed emotivo delle persone».

La deprivazione alimentare materiale significa l’impossibilità di fare un pasto completo con carne, pollo, pesce o equivalente vegetariano almeno una volta ogni due giorni; la deprivazione sociale è il non potersi permettere di mangiare fuori casa con amici o parenti almeno una volta al mese.

A partire da queste due diverse dimensioni, l’analisi evidenzia che negli anni passati (dal 2019 al 2022) la deprivazione alimentare materiale era scesa dal 9,9% al 7,5%, mentre quella sociale dal 6,9% al 4,8%. A questo risultato “hanno contribuito le misure come il Reddito di cittadinanza introdotte a partire dal 2019”.

Nel 2023 invece le due forme di deprivazione aumentano: la deprivazione materiale arriva all’8,4%, pari appunto a 4,9 milioni di persone sopra i 16 anni; la deprivazione materiale e quella sociale sale al 5,8% (2,9 milioni di italiani). È un aumento che per entrambe le voci vale circa l’1%, mezzo milione di persone in più per ciascun indice di deprivazione.

Il peggioramento riflette la vulnerabilità crescente delle famiglie, aggravata dall’erosione del potere d’acquisto e dall’insufficienza delle politiche adottate per contrastare il fenomeno. L’Italia si trova ancora sotto la media europea: la Ue registra un’incidenza di deprivazione alimentare materiale pari al 9,5% e quella sociale del 7,8%.

Nello stesso tempo, fra il 2019 e il 2022, è aumentato del 40% il numero di persone che riceve pacchi alimentari, nel dettaglio gli aiuti alimentari FEAD (Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti) tramite enti del terzo settore dislocati in tutta Italia.

Si è passati da 2,08 milioni a quasi 2,91 milioni di beneficiari (dati Ministero delle Politiche Sociali e del Lavoro) con un aumento che riguarda tutte le regioni (unica eccezione il Friuli-Venezia Giulia). Il bisogno reale è in ogni caso sottostimato perché pesano probabilmente i criteri di accesso, lo stigma sociale, le barriere logistiche. Ad esempio nel 2022 il 9,6% della popolazione viveva in povertà assoluta, ma solo il 4,9% riceveva aiuti alimentari.

Bruno Albertinelli

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