Aosta Capitale - 15 ottobre 2024, 08:56

STRAORDINARIA AMMINISTRAZIONE

Pride 2024

STRAORDINARIA AMMINISTRAZIONE

Cara comunità Queer,

Questa città accoglie tutte le persone che, individualmente o in forma aggregata, cercano il loro modo unico e irripetibile di manifestarsi al mondo nella loro pienezza e autenticità. Come il manifesto di questa edizione ben rappresenta, la vita affettiva è fatta di varietà, di sfumature, di illimitate forme ed espressioni dei corpi, tutte possibili nella misura in cui si incontra l’altro, gli si dà valore, lo si rivela a lui stesso.

Questa città è impegnata in un processo di umanizzazione dell’uomo, contro le prigionie e le menzogne più crudeli che lui stesso è stato capace di costruire nella sua storia e che la natura nemmeno immagina. È disumano quando ci si crede onnipotenti, si pensa di possedere verità sulla vita e su ciò che è bene: diventare umani significa abbandonarsi alle incertezze, alle imperfezioni, alle fragilità, alla finitudine, ma soprattutto all’esistenza d’infiniti modi di interpretare l’essere vivi.

Questa città chiede che ognuno scavi dentro e si scopra più sfaccettato di quanto lo specchio del mondo gli rimanda addosso e accetti la propria complessità come uno scrigno di gioielli da svelare e indossare: una visione semplice del mondo, al contrario, costringe a schiavitù e deprivazioni, divide eletti e dannati, normali e difettosi ancor più nasconde noi a noi stessi.

Questa città vive in pace e promuove la pace e per ciò nessuna differenza è un pericolo, ma un’occasione di conoscenza, di scoperta e di meraviglia: i conflitti, inevitabili, sale di ogni democrazia, si affrontano con il desiderio di trovare spazi d’incontro e di conciliazione.

Questa città ti accoglie e dà una casa non per consumare vendette contro chi ha discriminato, offeso, usato violenza ma per cantare, danzare, recitare, indossare i panni e le maschere che il mondo ipocrita inventa e poi nasconde o demonizza: con tali strumenti d’espressione, feconda di imprevedibile, comunità queer, ogni angolo stantio, irrigidito dalla pigrizia delle menti prima che dai poteri dominanti con forza creativa, quella che non si accontenta mai di una metamorfosi, ma ne cerca un’altra ulteriore, più ambiziosa, più bella ancora. Esprimo però anche un auspicio.

Che questa comunità non diventi l’ennesimo centro di potere come altri, alimentando interessi di parte, stringendo alleanze per conquistare posizioni sociali di rilievo: ciascuno sia invece enzima della più grande famiglia umana affinché quest’ultima diventi teatro ampio, aperto, inclusivo d’innumerevoli forme d’amore.

Così tutti capiranno che costruire reti plurali di affetti profondi in cui si è corresponsabili della reciproca cura in modo equivalente, mobile e creativo non indebolisce la società, ma la rafforza; così tutti saranno consapevoli che nessun dio misericordioso può condannare una comunione solidale tra esseri umani, un’espressione fantasiosa di sentimenti incarnati mossa dal desiderio di essere uniti, anche per qualche istante, anelando, in quell’unico istante, a un “per sempre”.

Fai festa, comunità queer, contro tutti i dolori patiti, quelli generati dal corpo come quelli altrettanto tremendi causati dalla povertà d’immaginazione, dalla paura del nuovo e contagia i dormienti, gli arroccati, i diffidenti e gli ostili con il tuo orgoglio che significa “degno di nota”, capace di lasciare un segno distintivo di vitalità e di amorevolezza: è l’unico modo per trasformare il mondo.

Gianni Nuti

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