Chez Nous - 05 ottobre 2024, 13:44

Pinocchia e scheriffi

Salva evasori penalizzando pensioni e pensionati

Pinocchia e scheriffi

La recente decisione del governo Meloni di aumentare le accise sul diesel non è solo un tradimento delle promesse fatte in campagna elettorale, ma rappresenta un ulteriore schiaffo a tutte quelle famiglie italiane che, tra sacrifici e difficoltà, continuano a pagare le tasse. Giorgia Meloni, che aveva cavalcato il tema delle accise con video virali e proclamazioni accattivanti, ora rivela un volto ben diverso, più incline a gravare sui portafogli di cittadini onesti piuttosto che a tutelare i loro interessi.

L’aumento previsto, che comporterebbe un costo aggiuntivo di 3 miliardi di euro, colpirà in modo particolare le famiglie già in difficoltà economica. Queste famiglie, che lottano ogni giorno per arrivare a fine mese, non possono permettersi di subire ulteriori oneri, soprattutto in un contesto di inflazione galoppante e aumento del costo della vita. È ipocrita sostenere di voler promuovere la mobilità sostenibile mentre si tartassano gli automobilisti e il settore dell’autotrasporto, senza offrire loro alternative concrete e accessibili.

Le critiche che giungono da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra non sono semplici attacchi politici, ma riflettono il malcontento di una società che si sente tradita. Ma in Valle d'Aosta tutto tace anche se è inaccettabile che un governo, invece di ascoltare le esigenze dei cittadini, scelga di aumentare le tasse sui carburanti, aggravando la situazione di chi già fatica a sbarcare il lunario.

Le famiglie che lavorano onestamente si trovano, con i pensionati, a fronteggiare un carico fiscale sempre più pesante, mentre il governo sembra mostrare una sorprendente indifferenza nei confronti di chi evade e sfrutta il sistema.

È impossibile non notare la contraddizione tra la decisione di aumentare le accise e i condoni fiscali che questo governo ha deliberato, i quali favoriscono i disonesti e gli evasori. Questi condoni, che promettono di perdonare le irregolarità fiscali, non fanno altro che incentivare una cultura dell'evasione, avallando chi ha sempre cercato di sottrarsi alle proprie responsabilità. Mentre le famiglie che pagano le tasse si vedono sempre più vessate, i trasgressori vengono premiati, creando un senso di ingiustizia che mina la fiducia nei confronti delle istituzioni.

Meloni, invece di farsi portavoce delle istanze di chi, come molti italiani, lavora duramente per garantire un futuro dignitoso alle proprie famiglie, sembra aver scelto di voltare le spalle a questi cittadini. Questo governo, che si era presentato come il paladino delle famiglie e delle piccole imprese, si dimostra invece più attento a mantenere le proprie promesse alle lobbies e agli interessi economici di breve termine.

In questo scenario, è urgente che le famiglie, gli onesti lavoratori e tutti coloro che credono nel rispetto delle regole si uniscano per chiedere un cambiamento. La mobilità sostenibile deve essere promossa attraverso investimenti seri e sostenibili, non attraverso ulteriori tasse su chi già si trova in difficoltà. È giunto il momento di rendere conto al governo delle sue azioni, perché i cittadini meritano di più di semplici promesse svuotate di significato.

La verità è che le famiglie italiane e valdostane, che si impegnano a rispettare le leggi e a contribuire al benessere collettivo, non possono essere trattate come un bancomat su cui prelevare a piacimento. La trasformazione di Giorgia Meloni da paladina a oppressore è lampante, e il suo governo rischia di diventare simbolo di una politica che mette gli interessi dei più deboli in secondo piano.

Se c’è un Robin Hood in questa storia, è davvero difficile individuarlo; ciò che risalta è la figura di uno sceriffo di Nottingham, pronto a spremere i più vulnerabili, mentre i veri trasgressori continuano a godere di impunità. È tempo di mettere fine a questa ingiustizia e di ripristinare la fiducia in un governo che dovrebbe rappresentare tutti, non solo una ristretta élite.

 

piero.minuzzo@gmail.com

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