EVENTI E APPUNTAMENTI - 04 ottobre 2024, 13:25

Valle d’Aosta, piccolo territorio dai grandi numeri. La fotografia del dono nella regione tetto d’Europa

La Valle d’Aosta è al primo posto in assoluto in Italia per fiducia verso gli altri con 31,3% di abitanti che hanno risposto “sì” alla domanda “Gran parte della gente è degna di fiducia?” inserita nell’indagine Istat

ph. Roberto Roux

ph. Roberto Roux

Il Giorno del Dono, istituito per legge il 4 ottobre, quest’anno ha il suo centro in Valle d’Aosta grazie alla collaborazione tra l’Istituto Italiano della Donazione (IID) e il CSV VDA ODV

La più piccola regione italiana per estensione, abitanti e densità abitativa, da sempre caratterizzata da un forte sentire solidale, è stata proclamata da IID Capitale del Dono 2024, capitale non solo sulla carta ma anche e soprattutto nei fatti: a dirlo sono i numeri.

La 7^ edizione del rapporto annuale “Noi doniamo”

Come ogni anno l’IID, in occasione del Giorno del Dono - #DonoDay2024, la più grande festa nazionale del dono e della donazione, scatta la fotografia annuale del dono in Italia e, nel 2024, lo fa con il sostegno di BPER Banca, al fianco di IID nella realizzazione dell’Osservatorio sul dono. L’Osservatorio sul dono, costituito da IID nel 2018, ha l'obiettivo di condividere dati, analisi e tendenze con le imprese, l'opinione pubblica, i media e il terzo settore. Nasce così la 7^ edizione del rapporto annuale “Noi doniamo”.

Il rapporto indaga lo stato dell’arte delle tre dimensioni del dono - di denaro, di tempo e biologica - e si qualifica come fonte scientifica di riferimento per la cultura e la pratica del dono in Italia. Per ciascun ambito il rapporto misura le pratiche e la propensione al dono delle persone residenti in Italia (+14 anni), con dati generali accompagnati da approfondimenti tematici affidati ad esperti e centri di ricerca. Sono partner del progetto Osservatorio sul dono ASSIF, BVA Doxa, Caritas Italiana, Centro Nazionale Sangue, Centro Nazionale Trapianti, CMW, EuConsult Italia, F.I.Do - Fondazione Italia per il Dono, FIDAS, Scuola di Fundraising di Roma, Walden Lab.

Il rapporto analizza anzitutto il comportamento donativo tramite versamento di denaro per buone cause e in particolare per il terzo settore utilizzando diverse fonti che prendono in considerazione i due punti di vista più importanti: gli enti non profit da un lato e il donatore (privato cittadino e aziende) dall’altro. Grazie all’Indagine sulle Raccolte Fondi dell’IID, arrivata alla sua XXII edizione, viene tracciata una fotografia approfondita delle raccolte fondi del non profit, mentre il donatore è al centro di diverse ricerche quali l’indagine BVA Doxa “Italiani Solidali” realizzata su un campione di 2000 individui attraverso interviste quantitative in profondità. Il contesto di riferimento viene analizzato grazie ai contributi ISTAT “Aspetti della vita quotidiana” (AVQ), il rapporto “Benessere equo e sostenibile” (BES) che ha l'obiettivo di valutare il progresso della società anche da un punto di vista sociale e ambientale e i risultati dell’ultimo censimento delle istituzioni non profit, con dati 2021. Infine, partendo dall’Italy Giving Report di Vita Non Profit Magazine, “Noi doniamo” esplora il valore delle donazioni complessive da privati cittadini nell’ultimo anno fiscale disponibile, il 2021.

Il focus Valle d’Aosta e Piemonte

Escludendo il Trentino-Alto Adige dalle classifiche che seguiranno (primo per tutti i parametri), la Valle d’Aosta con una popolazione di 123 mila abitanti si distingue per numero di donatori (13,5%) piazzandosi al secondo post nel nord ovest dopo la Lombardia (14,6%) e al quarto in Italia (la media nazionale è l’11%), preceduta dal Friuli-Venezia Giulia (14,3) e seguita dalle Marche (12,9).

La Valle d’Aosta è al primo posto in assoluto in Italia per fiducia verso gli altri con 31,3% di abitanti che hanno risposto “sì” alla domanda “Gran parte della gente è degna di fiducia?”  inserita nell’indagine Istat “Aspetti della vita quotidiana”, rispetto ad una media nazionale del 24,8%. Se confrontiamo il dato Valle d’Aosta con il 12,1% della Sicilia è più evidente come il dato risulti significativo.

ph. Roberto Roux

Sottolinea il presidente dell’IID Ivan Nissoli: “Il fattore fiducia è al centro: come è noto, la capacità di fidarsi dell’altro è alla base della propensione a donare dei cittadini. Una percentuale così elevata è la testimonianza di un territorio che, anche grazie alle sue piccole dimensioni, riesce a costruire legami relazionali forti e duraturi nel tempo, legami che portano gli individui ad essere fedeli donatori e volontari impegnati in prima persona. La più piccola regione italiana è un unicum che favorisce le pratiche donative grazie anche alle sue peculiari caratteristiche”.

“I dati del rapporto “Noi doniamo” testimoniano la propensione della Valle d’Aosta alla solidarietà e all’impegno per gli altri, dal numero di donatori e di volontari alla fiducia nel prossimo – commenta Claudio Latino, Presidente del CSV Valle d’Aosta. Numeri che sono lo specchio di una comunità solidale forte e grande che unisce l’intera Valle d’Aosta e che ogni giorno lavora per rendere la nostra piccola regione un posto migliore. Sono dati che premiano e riconoscono il valore del mondo del volontariato valdostano, un riconoscimento testimoniato concretamente già mesi fa con l’assegnazione della Capitale del Dono alla Valle d’Aosta”.

Per quanto riguarda la donazione di tempo, la Valle d’Aosta, con il suo 9,9% per numero di volontari, è seconda in Italia, preceduta da Friuli-Venezia Giulia con il 10,1% e seguita dalla Lombardia con 9,7%, ricordiamo che la media nazionale è di 7,8%.

Dal censimento Istat del 2021 la regione d’Italia tetto d’Europa si distingue anche per i suoi 1.362 di enti non profit censiti su un totale italiano di 360.623 che occupano 2.030 persone e che hanno in forza 17.625 volontari. Il dato nazionale è di 893.514 dipendenti e di 4.616.915 volontari.

Dati diversi invece per una regione come il Piemonte che, con i suoi oltre 4.250.000 abitanti presenta una maggiore complessità socioeconomica. Il Piemonte, infatti, è al 9° posto in Italia per numero di donatori con il suo 11,5 % (0,5% in più del dato nazionale che si attesta all’11%). Per numero di volontari il Piemonte arriva al 6° posto in Italia con il 9,1% (+ 1,3 rispetto al dato nazionale di 7,8%) seguito dalla Toscana con 8,6%.

Un dato interessante che distingue il Piemonte dalle altre regioni è il grado di partecipazione civica e politica dei suoi abitanti che si attesta al 64,2% contro un dato nazionale del 60,7%. Il dato della Valle d’Aosta (63,8%) è più basso rispetto al Piemonte ma si attesta anch’esso superiore al dato nazionale.

Infine, nell’ Indagine sulle Raccolte Fondi dell’IID, arrivata alla sua XXII edizione, lo spaccato Valle D’Aosta e Piemonte è stato analizzato come dato aggregato per avere un campione maggiormente significativo.

Le associazioni di questi territori sembrano aver sofferto maggiormente nell’anno 2023 rispetto a quelle nazionali, anche se il dato non si discosta molto: il 28% dichiara di aver aumentato la propria raccolta fondi contro il 32% del nazionale; il 26% dichiara di aver diminuito la raccolta, contro un 21% del nazionale.

Gli individui restano la principale fonte di raccolta fondi: aumentano infatti per il 37% del campione territoriale contro il 33% del dato nazionale. Tra i canali di raccolta più performanti il 5 x 1000 per il 44% del campione risulta la fonte di maggiore entrata, una percentuale superiore al 39% del dato nazionale.

Tra gli altri canali, i lasciti testamentari e le entrate da fondazioni bancarie sono in linea con il dato italiano: il 95% del campione non ha ricevuto nessun lascito nel 2023 e solo per il 2% questa fonte è aumentata. Le entrate da aziende sono aumentate per il 20% e diminuite per il 27%, percentuali esattamente invertite rispetto a quelle italiane.

Un dato che spicca di 7 punti percentuali rispetto alla media italiana è l’utilizzo di bandi emessi dalle fondazioni d’erogazione quale strumento percepito come efficace per il 37% del campione. Tutti gli altri strumenti sono in linea con il dato nazionale: secondo posto per efficacia ad eventi (concerti, mostre, ecc), terzo posto per banchetti/momenti di piazza. Nel territorio, nessuno dei rispondenti ha utilizzato l’sms solidale e solo il 2% i canali social. Scarsa efficacia anche per piattaforme di crowdfunding.

Tra le criticità maggiormente riscontrate nell’attività di raccolta fondi, come per il nazionale, troviamo al primo posto la “concorrenza con associazioni che trattano lo stesso tema”, al secondo posto la “difficoltà a trovare nuovi donatori” e al terzo il fatto che i “donatori donano meno”. Ultima posizione per la “perdita di donatori fedeli”, a testimonianza che, quando si costruisce una relazione basata sulla fiducia, anche durante le bufere mediatiche legate agli scandali, lo zoccolo duro dei donatori abituali e fedeli non manca di far arrivare il suo aiuto.

Commenta Marco Demarie, Responsabile Direzione Pianificazione, Studi e Valutazione della Fondazione Compagnia di San Paolo: Il dono è una dimensione antropologica che pervade la società e certo non esiste solo il dono in moneta. È però importante. Un ente come la Compagnia di San Paolo si attiene alla sua missione sia sostenendo progetti che valorizzino quel collante sociale che si chiama “fiducia”, sia, più tecnicamente offrendosi come uno degli intermediari filantropici a servizio di coloro che desiderano donare e non sanno come fare”.

Il caso Ferragni

A conclusione l’indagine ha cercato di tracciare i primi effetti dell’impatto del caso Ferragni a cavallo del 2023 e 2024: anche in questo caso il dato locale riflette il dato nazionale. Per il 77% dei rispondenti il caso non ha avuto nessun impatto, il 21% deve ancora valutare e solo il 2 dichiara un impatto negativo.

Nel report nazionale, infatti, diversi contributi ne danno una prima lettura. Il monitoraggio IID, contrariamente alle aspettative, rileva un impatto limitato: delle 347 associazioni rispondenti solo il 5% lamenta conseguenze negative sulla raccolta fondi mentre il 18% dichiara di non essere in grado al momento di valutarne le conseguenze. All’interno del 5%, i rispondenti segnalano un calo maggiore tra i donatori privati (51%), al secondo posto ma con distacco quello dovuto ad aziende e fondazioni erogative (17%).

Il tema però è degno di grande attenzione perché BVA Doxa segnala che due italiani su dieci dichiarano di aver donato negli ultimi anni poiché convinti da una pubblicità o da un’iniziativa organizzata in collaborazione con un marchio famoso, un brand profit o un/una influencer. Il campione si spacca a metà riguardo all’opportunità che un ente non-profit si avvalga del supporto e della collaborazione di un brand profit: i favorevoli dichiarano di sentirsi rassicurati nella propria donazione e certi del fatto che verranno così raccolti molti più fondi; i contrari sostengono che non sia chiaro a chi sono destinati questi stessi fondi. Sono inoltre i più giovani a giustificare maggiormente la presenza di testimonial o influencer nelle campagne di raccolta fondi, perché si ritiene possano allargare la platea della propria comunicazione. In generale però tutti concordano sul fatto che, perché queste collaborazioni funzionino, sono essenziali informazioni chiare e dettagliate sul progetto sostenuto e l’importo ad esso destinato, tanto quanto un vero coinvolgimento diretto e concreto da parte del testimonial/influencer.

Caritas Italiana sottolinea che, nonostante sia ancora presto per valutare il reale impatto del caso Ferragni, è innegabile il fatto che sia in atto un cambiamento culturale nella relazione tra gli enti non profit e il donatore, sia esso privato cittadino che azienda.

Ed è proprio per rispondere a questi terremoti mediatici (e non solo) che insieme al Forum Terzo Settore, in occasione del Giorno del Dono 2024 viene lanciata la campagna “Donare fa bene (se lo fai bene)” con l’obiettivo di aiutare il donatore, sia esso privato cittadino o azienda, a comprendere come donare in sicurezza, con responsabilità e consapevolezza, evitando così impatti negativi sul settore. La campagna, che si affianca allo spot "Donare rende felici" in onda su tutte le TV nazionali fino a metà ottobre, è online sul sito www.giornodeldono.org.

Il rapporto “Noi doniamo” è stato presentato ieri presso il Forte di Bard nell’evento dal titolo Valle d’Aosta Capitale del Dono 2024 - Il futuro della cultura del dono: il ruolo dei territori. A questo link è possibile vedere lo streaming dell’evento. Sono intervenuti Ivan Nissoli, Presidente Istituto Italiano della Donazione; Claudio Latino, Presidente CSV VDA ODV; Silvana Martino, Sindaco di Bard; Luca Bringhen, Direttore Associazione Forte di Bard; Cinzia Di Stasio, Istituto Italiano Della Donazione; Marco Demarie, Fondazione Compagnia di San Paolo; Davide Merlino, Fondazione CRC Donare ETS; Franca Maino, Percorsi di secondo welfare; Beatrice Verri, Fondazione della Comunità Chierese. A seguire Fabio Bolzoni, BCC Valdostana; Roberto Grasso, Fondazione Comunitaria della Valle d’Aosta; Marco Sarboraria, Croce Rossa; Alessandro Collura, Aosta Iacta Est. Hanno moderato Patrik Vesan, Università della Valle d’Aosta e Assifero e Giulio Sensi, Giornalista e comunicatore sociale. In chiusura aperitivo in collaborazione con il progetto “Il cielo in una pentola” ed esibizione del Coro Mont-Cervin A.N.A. Valle d’Aosta.

Il rapporto completo è scaricabile qui. Il rapporto conta sulla collaborazione di diversi enti ed esperti sul tema. Gli approfondimenti tematici sono stati curati da: Valeria Reda - Senior Research Manager BVA Doxa, Resp. Italiani Solidali: Donazioni a ONP, donazioni informali e corporate partnership a cavallo tra il 2023 e il 2024; Sabrina Stoppiello – Istat: Le istituzioni non profit e i loro donatori; Nicola Corti – F.I.Do. - Fondazione Italia per il Dono: Generosità che genera: come l’intermediazione filantropica apre ad una nuova cultura del dono attraverso la filantropia accessibile; Francesco Stefanini - Caritas Italiana: Dal caso Ferragni alla ridefinizione delle raccolte fondi dei privati; Andrea Romboli - Assif (Associazione Italiana Fundraiser): Il donatore: chi è e in che modo viene coinvolto. Il ruolo del fundraiser e quanto è decisiva la relazione; Massimo Coen Cagli - Co-fondatore e direttore scientifico della Scuola di Fundraising di Roma: La donazione come fenomeno a più dimensioni; Paolo Anselmi - docente di Marketing Sociale presso l’Università Cattolica di Milano: Gli orientamenti degli Italiani sul tema dei lasciti solidali; Felice Moscato – FIDAS: Gli aspetti culturali e le propensioni della donazione di sangue e altri componenti.

Il Presidente della Repubblica ha concesso il suo Alto Patronato alla X edizione del Giorno del Dono. Gli eventi di Valle d’Aosta Capitale del Dono 2024 hanno ricevuto il sostegno da parte della Regione autonoma Valle d’Aosta, del Consiglio Regionale della Valle d’Aosta, dei Comuni di Aosta e Courmayeur e del CELVA, oltre al supporto di BCC Valdostana, CVA, Skyway Monte Bianco, Forte di Bard, Area Megalitica di Saint-Martin-de-Corléans e Fondazione Comunitaria della Valle d’Aosta, oltre al supporto di numerosi partner nazionali.

Tutte le informazioni sul Giorno del Dono e Valle d’Aosta Capitale del Dono 2024 sono disponibili su www.giornodeldono.org - www.istitutoitalianodonazione.it - https://csv.vda.it/

red.

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