Il bene comune - 04 ottobre 2024, 11:49

Sofisticate App “osservando” la foto di un paziente rilevano gli indizi di malattia genetica

Si possono installare su qualunque smartphone, ma le loro funzioni sono molto avanzate e utilizzano l’Intelligenza Artificiale: permettono di suggerire al medico quali diagnosi differenziali considerare nel paziente solo analizzandone il volto. Questa tecnica per indirizzare le indagini diagnostiche non sostituisce un esame obiettivo accurato, ma nelle mani dello specialista lo completa

Sofisticate App “osservando” la foto di un paziente rilevano gli indizi di malattia genetica

In un mondo in cui la tecnologia avanza a passi da gigante, l'integrazione dell'intelligenza artificiale (AI) nella diagnostica genetica rappresenta una vera e propria rivoluzione. Durante il congresso nazionale di Genetica Umana a Padova, esperti del settore hanno esplorato le potenzialità delle nuove applicazioni per smartphone, progettate per analizzare fotografie di pazienti e identificare potenziali malattie genetiche attraverso il riconoscimento delle caratteristiche facciali.

Questo approccio innovativo offre una modalità di diagnosi accessibile e immediata. Utilizzando semplicemente il proprio smartphone, un medico può scattare una foto di un paziente o caricare un'immagine esistente. L'algoritmo analizza i dati visivi e restituisce un elenco di possibili patologie genetiche, fornendo così un supporto prezioso alla pratica clinica. Questa tecnologia si inserisce in un contesto in cui la diagnosi di malattie genetiche è spesso complessa e laboriosa. Attualmente, si stima che un bambino su 200-250 nasca con una malattia genetica, e mentre alcune patologie, come la Sindrome di Down, sono relativamente comuni e facilmente diagnosticabili, altre sono rare e meno conosciute, rendendo la diagnosi una sfida significativa.

L'evoluzione della tecnologia nella diagnostica genetica ha ampliato enormemente la comprensione delle basi biologiche delle varie sindromi. Oggi, grazie ai progressi scientifici, la maggior parte delle diagnosi cliniche può essere confermata attraverso test di laboratorio. L'introduzione dell'AI nel processo diagnostico rappresenta un ulteriore passo avanti. Come sottolinea il dottor Luigi Memo, pediatra e genetista presso l'IRCCS Burlo Garofolo di Trieste, l'AI offre al genetista clinico strumenti inediti per affrontare anche le sindromi più difficili da riconoscere. L'applicazione può fungere da secondo parere o da punto di partenza in situazioni cliniche complesse, dove i sintomi non sono facilmente identificabili.

Tuttavia, è fondamentale sottolineare che queste innovazioni non possono sostituire l'esperienza e il giudizio clinico. La valutazione accurata del paziente rimane un passaggio cruciale. Il genetista deve essere in grado di individuare quei segni distintivi, le “maniglie diagnostiche”, che possono indirizzare verso la diagnosi corretta. In questo senso, l'intelligenza artificiale deve essere vista come un alleato, non come un sostituto, nel cammino verso una diagnosi più precisa e tempestiva.

In conclusione, l'integrazione dell'AI nella diagnostica genetica non solo rappresenta un grande passo avanti nella lotta contro le malattie genetiche, ma offre anche nuove speranze per le famiglie che si confrontano con condizioni rare e poco conosciute. Con il supporto di queste tecnologie, la comunità medica ha l'opportunità di migliorare la qualità della vita dei pazienti, portando a diagnosi più rapide e accurate, e contribuendo al bene comune della società.

pi.mi.

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