CRONACA - 25 luglio 2024, 13:12

MAGGIORE ASCOLTO PER USCIRE DALLE DIFFICOLTÀ SUI LEA

Il Comitato ValléeSanté, anche se il tema è già stato trattato dagli organi di informazione, ha voluto prenderei del tempo per meglio analizzarlo e rilevare che "non è tutto così "roseo" come segnalato dall'Ausl e, in più, le analisi Aziendali e Regionali si limitano al tema specifico

foto di repertorio Gimbe

foto di repertorio Gimbe

Il negativo nodo dei LEA in Valle d’Aosta ci richiama a una doverosa riflessione che va oltre il tema Ospedale Nuovo - Ospedale Ristrutturato. Diciamo che l’argomento è passato un po’ in sordina, mentre, a nostro avviso, affonda le radici nel tema più ampio della sostenibilità finanziaria, presente e soprattutto futura, del Servizio Sanitario Nazionale così come è oggi impostato. Un sistema unico al mondo per le caratteristiche di equità e universalità che, come Comitato ValléeSanté, intendiamo difendere e rilanciare.

Cosa c’entrano i LEA con la spesa e l’organizzazione sanitaria? A nostro avviso, il legame è molto stretto. Se il livello di assistenza è alto, gli utenti vanno incontro a minori disagi, non hanno bisogno di rivolgersi al privato per prestazioni quasi ordinarie e significa che i servizi funzionano anche a livello territoriale. Se, invece, come sta succedendo in Valle d’Aosta, le liste di attesa si allungano, la gente per ottenere risposte deve spostarsi più frequentemente verso l’ospedale oppure verso strutture private (anche fuori Valle), spendendo soldi e ottenendo scarse risposte.

Oltre a ciò, la dinamica dell’invecchiamento della popolazione e il relativo aumento della spesa pubblica per la sanità rendono la missione del Servizio Sanitario Nazionale sempre più difficile.

Per ritornare al tema dei Livelli Essenziali di Assistenza, ricordiamo come, ancora una volta, la Valle d’Aosta (nonostante le artificiose motivazioni addotte dalla dirigenza dell’AUSL) si trovi in fondo alla classifica italiana, insieme ad altre sette Regioni che non garantiscono a pieno le cure. Il dato emerge dal Sistema di Garanzia 2022, che rappresenta lo strumento attraverso il quale il Governo assicura a tutti i cittadini l’erogazione omogenea dei livelli di assistenza. Gli indicatori riguardano le macro-aree della prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera.

Per essere dichiarati “inadempienti” bisogna riportare un punteggio inferiore a 60 nelle singole categorie o anche soltanto in una delle tre aree. La Valle d’Aosta ottiene il punteggio migliore, 55,23, nell’area ospedaliera (ma comunque inferiore a 60 e peggiore performance in Italia); 48,48 nell’area Prevenzione (quart’ultimi, lasciando dietro solo Sicilia, 47,18, Sardegna 46,55 e Calabria 36,59) e 47,25 in quella Distrettuale (davanti solo alla Calabria, 34,88).

Rispetto al 2021, c’è un leggero miglioramento nell’area Prevenzione e Ospedaliera. Peggiora l’area Distrettuale. Sostanzialmente, però, la Valle è bocciata ancora una volta.

Come uscire da questa situazione di criticità? Noi crediamo che sia l’intera organizzazione a dover essere rivista, partendo da un maggior ascolto degli operatori, dell’utenza e adeguando l’offerta sanitaria ai reali bisogni della popolazione sempre più anziana. Invece, da noi nulla di tutto ciò sta accadendo. Gli operatori sono spesso inascoltati, l’utenza non ha voce e, rispetto all’invecchiamento della popolazione, non si sa ancora cosa succederà del Beauregard e dei servizi di lungodegenza.

Ovvio che, a nostro avviso, un ruolo importante nelle “disfunzioni” lo giochi anche l’Ospedale Parini, attuale non più in grado di garantire tutte le attività richieste dalla moderna medicina. Tema che poi si ripercuote sulla scarsa attrattività esercitata dal nostro polo ospedaliero. Se la struttura è vecchia, non incentiva di certo giovani sanitari o sanitari di fama a venire in Valle d’Aosta.

E allora, cosa fare? Prendiamo spunto da un recente studio della Società di Consulenza Manageriale KPMG Advisory S.p.A., che (tra le altre cose) dice:

  1. Avviare progetti ambiziosi (mentre in Valle si continua a insistere su di un progetto di ristrutturazione ospedaliera nato 30 anni fa ed in continua revisione).
  2. Coinvolgere i pazienti (sono state sentite le associazioni specifiche, il Tribunale dei Diritti del Malato, ecc. ecc.?).
  3. Approfittare delle innovazioni e condividere le competenze (quali progetti innovativi sono stati adottati negli ultimi anni?).
  4. Sfruttare i big data per conoscere il paziente (questo tema, da noi, meriterebbe da solo notevoli approfondimenti, visto che gli ultimi sistemi informatici scelti, ad esempio, non si parlano con quelli già presenti e/o con quelli di altre Regioni, e poi: che fine ha fatto l’Osservatorio Epidemiologico della Salute?).
  5. Entrare in un’ottica più green (non è solo una moda, ma il green in ospedale vuol dire anche recupero e guarigione più rapidi).

Comunicazione autogestita Comitato ValléeSanté

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