CRONACA - 05 luglio 2024, 20:50

Germi fascisti in Valle d'Aosta: un'allerta necessaria

Cassazione condanna Fabrizio Fournier per le aquile naziste sul cancello di casa a Saint Vincent

Germi fascisti in Valle d'Aosta: un'allerta necessaria

La Valle d'Aosta, medaglia d'oro per la Resistenza, simbolo di lotta e libertà, si trova oggi ad affrontare una nuova minaccia: la presenza di germi fascisti che stanno insinuandosi anche nella nostra amata regione. Un fenomeno che sembrava lontano, appartenente a un passato oscuro della nostra storia, ma che purtroppo sta riemergendo con prepotenza e preoccupante frequenza.

Un esempio allarmante di questa deriva è il recente caso di Fabrizio Fournier, un sessantenne di Saint-Vincent, condannato per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Fournier, secondo gli inquirenti, aveva installato sui cancelli di accesso alla propria casa, affacciati su una strada pubblica, un'aquila nazista e dei triangoli usati sulle divise degli internati nei campi di concentramento. Questo atto, già di per sé gravissimo, è solo la punta dell'iceberg di un comportamento ben più inquietante.

Le indagini della Digos, coordinate dalla Procura di Aosta e risalenti al 2018, hanno portato alla luce un quadro agghiacciante. Fournier era solito pubblicare su Facebook video con contenuti negazionisti e inviare via WhatsApp link a filmati dello stesso tenore, accompagnati da commenti come "le camere a gas sono delle bufale" o "sono stati fatti passare per mostri persone che non lo erano come il grande Adolf Hitler". In uno dei suoi post, si faceva chiamare 'Nazi' e mostrava una sua foto mentre eseguiva il 'saluto romano'. Non solo, si lamentava anche di essere nato il 27 gennaio, 'Giorno della Memoria', come se questo fosse un'ingiustizia personale.

La Cassazione ha parzialmente riformato la condanna d'appello, riducendo la multa da cinque mila euro a quattro mila euro, annullando la parte della sentenza che riguardava i messaggi WhatsApp. Tuttavia, ha confermato i risarcimenti alle parti civili: 20 mila euro alla Comunità ebraica di Torino, 10 mila euro alla Regione Valle d'Aosta e 5 mila euro all'ANPI.

Questi fatti sollevano una serie di questioni cruciali per la nostra comunità. La presenza di simboli nazisti e la diffusione di contenuti negazionisti non possono e non devono essere tollerati in una regione che ha fatto della Resistenza e della lotta contro il fascismo il proprio orgoglio e simbolo identitario. La Valle d'Aosta ha sempre rappresentato un baluardo di autonomia e di resistenza contro ogni forma di oppressione. Le nostre montagne, testimoni di eroiche battaglie contro il regime fascista, hanno visto il sacrificio di uomini e donne che hanno lottato per la libertà. Eppure, nonostante la storia gloriosa e la medaglia d'oro al valore militare per la Resistenza, ci troviamo oggi di fronte a segnali inquietanti che non possiamo ignorare.

È nostro dovere come cittadini, e ancora di più come valdostani, vigilare e denunciare ogni forma di apologia del fascismo. La storia ci ha insegnato che il fascismo non porta altro che sofferenza, divisione e guerra. I nostri nonni e bisnonni hanno combattuto per garantirci un futuro di libertà e democrazia; non possiamo permettere che questi valori vengano calpestati da chi vorrebbe riportarci indietro nel tempo.

La politica locale deve assumersi la responsabilità di contrastare con fermezza questi fenomeni. Non bastano le dichiarazioni di circostanza: servono azioni concrete, politiche di inclusione e di educazione civica che contrastino alla radice la diffusione di ideologie antidemocratiche. Le istituzioni devono collaborare con le scuole, le associazioni e tutti i cittadini per promuovere una cultura della memoria e della partecipazione democratica.

xypi

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