E' ricoverato in terapia intensiva all'ospedale Parini di Aosta. Su di lui grava il dolore fisico dei traumi riportati nell'incidente e certamente quello intimo, psicologico, per la tragedia che si è consumata sotto i suoi occhi. Ma gravano anche le accuse di disastro aereo colposo aggravato e omicidio colposo plurimo aggravato formulate dal pm aostano Carlo Introvigne a Philippe Michel, di 63 anni, istruttore di volo francese residente a Mennecy, che era alla guida dello Jodel ultraleggero 4 posti schiantatosi venerdì pomeriggio contro un elicottero della GMH di Courmayeur nel cielo sopra il ghiacciaio del Rutor, sul Lac Neuve a 2.600 metri di quota nel vallone di La Thuile provocando la morte di sette persone.
Nei confronti di Michel è scattato il fermo di polizia giudiziaria: resterà piantonato nell'ospedale Parini, dove è ricoverato per un politrauma. Nell'incidente sono morti il pilota di elicotteri Maurizio Scarpelli, 53 anni, toscano e il collega e guida alpina Frank Henssler, 49enne tedesco da anni residente in Valle d'Aosta, poi altre cinque persone, francesi belgi e svizzeri, di cui non sono state ancora rese note le generalità.
I pm sono giunti in ospedale poco prima delle 13 di oggi sabato 26 gennaio. L'interrogatorio è durato pochissimo: il pilota, difeso dall'avvocato Jacques Fosson, si è avvalso della facoltà di non rispondere. "Il provvedimento di fermo è stato preso alla luce degli elementi raccolti da carabinieri e Guardia di finanza in sinergia" ha detto il procuratore capo di Aosta, Paolo Fortuna. "Al momento il mio cliente è sotto choc e non è ancora in grado di ricostruire quanto accaduto" ha precisato l'avvocato Fosson.
Secondo la ricostruzione dei fatti, lo San Jodel D 140 a cinque posti decollato da Megéve stava facendo dei voli di esercitazione ed era in fase di atterraggio sul ghiacciaio, quando si è scontrato con l'elicottero, impegnato in un servizio di eliski, che stava riportando a valle gli sciatori. "L'urto è avvenuto in volo, probabilmente a qualche decina di metri di altezza, i resti dei velivoli erano sparsi in un area di circa 400 metri quadrati", ha spiegato Paolo Comune, responsabile del Soccorso alpino valdostano. Nessuno ha assistito alla scena. "Ci stavamo avvicinando alla zona di atterraggio, la manovra era già iniziata, all'improvviso ci siamo trovati davanti l'elicottero, non lo avevamo visto", ha riferito Philippe Michel ai sanitari.
Oltre a Scarpelli e Henssler sono morti tre sciatori tedeschi (manca ancora l'ufficialità del riconoscimento), il belga Arnaud Goffin (51 anni) e il francese Bruno Marais (59), che erano sull'ultraleggero. Gli ultimi due corpi sono stati trovati stamattina, sepolti sotto la neve. Due i feriti - Philippe Michel e il tedesco Martin Warner, di 34 anni - entrambi con prognosi riservata. "Hanno riportato politraumi gestibili" spiega Luca Cavoretto, responsabile del 118.
La morte di Hennsler e di Scarpelli ha destato profonda emozione nel mondo delle guide e degli elicotteristi valdostani. "Ci sono persone che senza clamore con la loro attività creano grandi opportunità per un' intera comunità -ha commentato un collega sul profilo FB della guida tedesca - se il Monte Rosa e Gressoney sono diventati un punto di riferimento nel mondo dello sci freeride molto lo si deve all'enorme lavoro di Frank Henssler come Guida Alpina e imprenditore".
E il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha voluto ricordare l'opera e il valore del pilota di elicotteri toscano Maurizio Scarpelli, "molto conosciuto e apprezzato in Toscana per la sua attività di pilota, molto amato dai compagni dell'antincendi boschivi e della Protezione civile, dove operava da oltre dieci anni ed era considerato uno dei riferimenti con maggior esperienza. Esprimo il massimo cordoglio mio, della Giunta e dell'intera struttura regionale alla famiglia, agli amici ed ai compagni di Scarpelli per la tragica perdita di una persona di grande valore".
"Scarpelli è stato tra i protagonisti in positivo dello spegnimento del grande incendio dei monti pisani del settembre scorso - ha ricordato Rossi - a lui ed ai suoi colleghi andrà per sempre la nostra riconoscenza". Il Comune di Stazzema (Lucca) ha indetto il lutto cittadino nel giorno dei funerali, per manifestare il cordoglio per la scomparsa del suo concittadino.
Sull'accaduto è intervenuto anche il Presidente della Giunta regionale, Antonio Fosson: "La Valle d'Aosta si impegnerà ad attivare tutti i canali possibili, per definire, con la collaborazione della Prefettura francese, iniziative ed eventuali protocolli affinchè venga regolamentato il volo aereo transfrontaliero, a tutela dei tanti professionisti della montagna che operano in quelle zone".
Fosson, a nome del Governo regionale, e il Presidente del Consiglio Valle, Emily Rini, in rappresentanza di tutta l'Assemblea regionale, "esprimono il cordoglio della Valle d'Aosta per le vittime dell'incidente, così come esprimono la vicinanza di tutta la comunità valdostana ai famigliari delle vittime", rivolgendo "un ringraziamento particolare a tutti gli operatori del soccorso che con tempestività e grande professionalità, sotto il coordinamento della Protezione civile regionale, si sono impegnati nelle varie fasi dell'emergenza".
La tragedia ha riacceso le polemiche sull'eliski. "Arrivano dalla Francia per esercitarsi al volo in alta quota. Non avvisano della loro presenza e quando li contatti via radio non rispondono nemmeno. Abbiamo fatto decine di denunce, allegando anche le foto degli aerei 'fuorilegge', ma non è servito a niente". Si è sfogato così Guido Azzalea, presidente delle guide alpine di La Thuile, e intanto
la polemica monta nella zona al confine tra Italia e Francia. "In questo periodo - ha aggiunto Andrea Perrod, guida alpina del Rutor - ci sono aerei francesi in zona tutti i giorni. Si spostano, atterrano sul ghiacciaio e decollano di nuovo. Anche due o tre al giorno. Per loro è un'esercitazione, per noi che facciamo eliski è un pericolo".
Gli aerei da turismo partono dall'altiporto di Megéve, in Savoia, e si dirigono verso il Monte Bianco. Il volo è a vista. Nella zona del Rutor atterrano sulle 'piste di ghiaccio' delle Vedette (dove è avvenuto l'incidente) oppure al Miravidi: si tratta di aviosuperfici autorizzate ma solo per discese occasionali. Prima di partire devono fare un piano di volo e comunicare alle autorità italiane il loro passaggio. Ma questo - secondo le guide alpine - non avviene mai. E non sarebbe avvenuto neanche venerdì (non sono giunte comunicazioni né alla torre di controllo di Aosta né a Milano).








