FEDE E RELIGIONI - 21 aprile 2016, 09:30

Conflitto dimenticato

Conflitto dimenticato

Il conflitto armato in Ucraina «dimenticato da tanti», ma anche la tragedia nucleare di Chernobyl che trent’anni fa ha colpito lo stesso Paese e il terremoto che nei giorni scorsi ha devastato l’Ecuador: all’udienza generale di mercoledì 20 aprile Papa Francesco ha parlato delle situazioni drammatiche vissute da due popoli in Europa e in America latina. Per gli ucraini, in particolare, il Pontefice ha indetto una colletta che si terrà domenica 24.

«Ringrazio in anticipo quanti contribuiranno generosamente» ha detto rilanciando l’iniziativa che coincide anche con il trentesimo anniversario del disastro di Chernobyl. Per questo Francesco ha voluto pregare per le vittime, esprimendo «riconoscenza ai soccorritori» e a quanti hanno «cercato di alleviare le sofferenze e i danni» provocati dall’esplosione della centrale atomica.

E una preghiera, nella sua lingua natale, il Papa ha elevato anche nel saluto ai fedeli della Spagna e dell’America latina per esprimere «ai nostri fratelli» ecuadoriani «la nostra vicinanza in questo momento di dolore» provocato dalle conseguenze di un terribile sisma. In precedenza, proseguendo le riflessioni sul tema del giubileo lette alla luce del vangelo, il Pontefice aveva commentato il brano di Luca (7, 36-50) che racconta della cena a casa di Simone il fariseo, per sottolineare come le lacrime della donna peccatrice che si getta ai piedi di Gesù le ottengano il perdono.

Per il Papa nella narrazione evangelica «risalta il confronto tra le due figure»: mentre il fariseo «giudica gli altri in base alle apparenze» e «non concepisce che Gesù si lasci “contaminare” dai peccatori», considerati quasi come «lebbrosi», la donna «con i suoi gesti esprime con sincerità il suo cuore» e «si affida pienamente» a Gesù. Da una parte, dunque, c’è «l’ipocrisia del dottore della legge», dall’altra «la sincerità, l’umiltà e la fede della donna». E tra i due il Signore «si schiera con quest’ultima»: «libero da pregiudizi che impediscono alla misericordia di esprimersi», egli «la lascia fare» e «si lascia toccare da lei senza temere di esserne contaminato».

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