Oltre 150 tonnellate di pneumatici fuori uso sono state raccolte e avviate al riciclo in Valle d’Aosta nel 2024. Un dato che, tradotto in immagini, equivale a una colonna di gomme alta quasi quanto tre quarti del Monte Bianco, simbolo della regione. Numeri che sorprendono, ma che raccontano molto più di un semplice bilancio ambientale: parlano di un sistema che funziona, di una logistica precisa e di una filiera che si muove in silenzio ma produce effetti concreti sul territorio.
A coordinare tutto è Ecopneus, la società senza scopo di lucro che da anni è il principale operatore del settore in Italia. Nella piccola regione alpina, 64 sono state le richieste di prelievo esaudite presso gommisti, stazioni di servizio e officine. Una rete capillare e ben oliata che ha permesso di raggiungere un obiettivo rilevante in un territorio dove logistica e clima rendono ogni operazione più complessa della media nazionale.
Nel contesto più ampio del Paese, il 2024 è stato un anno da record: oltre 168.000 tonnellate di PFU raccolte a livello nazionale, con un superamento del 10% rispetto al target fissato dal Ministero dell’Ambiente. Tradotto: più di 45.000 richieste di prelievo esaudite in 18.500 punti, grazie anche a un sistema di tracciamento, I-Smart, che permette di seguire ogni pneumatico dal momento del ritiro fino al suo destino finale. Una sorta di carta d’identità digitale del rifiuto, che ne certifica ogni passaggio.
Ma dietro questi numeri si nasconde un impatto ancora più interessante: quello economico e ambientale. Riciclare pneumatici significa evitare l’emissione di centinaia di migliaia di tonnellate di CO2, risparmiare milioni di metri cubi d’acqua e ridurre il consumo di risorse minerali e fossili. Significa, concretamente, aiutare l’Italia a ridurre le importazioni di materiali vergini per un valore stimato di 80 milioni di euro l’anno. E significa, ancora, dare nuova vita a un prodotto che fino a pochi anni fa era destinato quasi esclusivamente alla discarica.
Il cerchio si chiude nei modi più impensabili. Dalle piste di atletica alle pavimentazioni stradali, dagli isolamenti per l’edilizia all’arredo urbano, la gomma riciclata sta conquistando spazio grazie alle sue caratteristiche uniche. In particolare, gli asfalti modificati con PFU si stanno affermando come una tecnologia d’avanguardia: più resistenti, più silenziosi, meno costosi da mantenere.
In parallelo, parte del materiale viene utilizzato per la produzione di combustibile alternativo nei cementifici, un altro esempio di economia circolare che consente di recuperare anche l’acciaio interno ai pneumatici, riducendo la dipendenza da materie prime come l’ossido di ferro.
Dal 2011 a oggi, Ecopneus ha gestito oltre 2,8 milioni di tonnellate di PFU, sempre superando gli obiettivi normativi. In Valle d’Aosta, questa macchina ben rodata si è tradotta in un impegno silenzioso ma concreto, capace di trasformare un problema in risorsa e di dimostrare come anche le piccole regioni, se ben coordinate, possano essere protagoniste di una transizione ambientale ed economica che non è più una promessa, ma una realtà.