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CRONACA | 15 aprile 2025, 14:40

Casa Zaccheo, una rinascita che parla al cuore: Michela Colombarini riconfermata alla guida dell’Albero di Zaccheo

La sfida ora è la raccolta fondi. E l’appello è chiaro: la Valle d’Aosta intera è chiamata a raccolta. Perché Casa Zaccheo non è solo un edificio, è un simbolo. Un luogo in cui rinascono le persone e si rigenera il senso stesso di appartenere a una collettività che non lascia indietro nessuno

Da sx: Dionisia Marchi (segretaria), Giorgio Nigra (consigliere), Gianni Franceschi (tesoriere), Cloe Polini (consigliere), Michela Colombarini (presidente), Mauro Bavosa (consigliere), Silvia Ambroggio (vicepresidente)

Da sx: Dionisia Marchi (segretaria), Giorgio Nigra (consigliere), Gianni Franceschi (tesoriere), Cloe Polini (consigliere), Michela Colombarini (presidente), Mauro Bavosa (consigliere), Silvia Ambroggio (vicepresidente)

C’è qualcosa di profondamente umano nel voler ricostruire ciò che è stato dimenticato, nel vedere una casa abbandonata che torna a vivere, e con lei una comunità che si stringe per tendere la mano a chi ha bisogno. È questo il senso più profondo dell’impegno dell’Associazione L’Albero di Zaccheo, che nei giorni scorsi ha rinnovato le proprie cariche sociali eleggendo una squadra coesa, appassionata, pronta a portare a termine una missione che profuma di speranza.

Quasi settanta soci si sono riuniti per confermare la fiducia a Michela Colombarini, che resta presidente dell’associazione. Con lei, il gruppo direttivo è composto dalla vicepresidente Silvia Ambroggio, dal tesoriere Gianni Franceschi, dalla segretaria Dionisia Marchi e dai consiglieri Cloe Polini, Mauro Bavosa e Giorgio Nigra. Volti diversi, ma uno stesso sguardo rivolto al futuro: l’apertura di Casa Zaccheo, ad Arpuilles, luogo simbolico di accoglienza e rigenerazione.

Durante l’assemblea è stato presentato il bilancio di fine mandato, tracciando il cammino compiuto in questi tre anni, ricchi di traguardi e sogni che oggi iniziano a prendere forma concreta. Dal permesso di costruire al Social Bonus, fino al momento tanto atteso: l’apertura del cantiere di ricostruzione, avvenuta nel novembre scorso, in coincidenza con il 15° compleanno dell’associazione. Un anniversario che ha il sapore di una nuova nascita.

Casa Zaccheo sarà molto più di una casa per ferie: sarà una casa dell’anima. Accoglierà turisti, pellegrini della Via Francigena e del Cammino Balteo, ma soprattutto aprirà le sue porte a chi la vita ha messo alla prova: soggetti fragili, giovani, donne e famiglie in difficoltà. Un rifugio temporaneo, sì, ma capace di lasciare il segno, come una carezza data al momento giusto.

Uno dei tasselli più preziosi di questo percorso è stato l’ottenimento del Social Bonus, riconoscimento concesso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali a pochissimi enti in tutta Italia. Un’opportunità straordinaria per i donatori, che potranno usufruire di importanti vantaggi fiscali: 65% di credito d’imposta per le persone fisiche e 50% per le imprese. Ma più di tutto, è un’occasione per essere parte attiva di un progetto che parla di solidarietà, futuro, comunità.

La sfida ora è la raccolta fondi. E l’appello è chiaro: la Valle d’Aosta intera è chiamata a raccolta. Perché Casa Zaccheo non è solo un edificio, è un simbolo. Un luogo in cui rinascono le persone e si rigenera il senso stesso di appartenere a una collettività che non lascia indietro nessuno.

In un tempo in cui l’indifferenza è spesso la regola, Zaccheo è l’eccezione che emoziona, costruisce, accoglie. E ci ricorda che anche dalle macerie può germogliare la speranza.

pi.mi.

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