L’instabilità generata dal braccio di ferro commerciale tra Stati Uniti ed Europa ha lasciato il segno. Prima l’annuncio dei nuovi dazi americani, poi la parziale retromarcia: un’altalena di notizie che ha frenato l’ottimismo degli imprenditori, specie sul fronte delle esportazioni. La previsione sull’export segna infatti un netto -17,24%, in linea con il dato dello scorso semestre ma preoccupante nel contesto attuale.
“È innegabile che la vicenda dei dazi abbia influito sulle nostre imprese – spiega Francesco Turcato, presidente di Confindustria Valle d’Aosta –. In questo momento servono scelte chiare e coraggiose da parte dell’Unione Europea: penso a una politica industriale che includa l’energia nucleare, un vero piano per le infrastrutture e un debito comune in grado di sostenere la competitività”.
Un dato su cui riflettere è che i dazi, introdotti e poi ritirati a intermittenza, sono il frutto della linea economica del presidente statunitense Donald Trump, figura politica che continua a essere presa a modello da leader come Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Tuttavia, le ricadute sulle nostre imprese dimostrano quanto certe scelte protezionistiche, se non coordinate a livello internazionale, possano avere effetti boomerang anche per gli alleati politici di chi le ha promosse. In un mondo interconnesso, il “prima gli americani” rischia di tradursi in un “poi, forse, tutti gli altri”.
Clima di fiducia in calo, esportazioni e ordini che rallentano, ma investimenti che – almeno in parte – reggono il colpo. È questo il quadro che emerge dall’indagine previsionale di Confindustria Valle d’Aosta relativa al secondo trimestre del 2025. Una fotografia a tinte miste che racconta di un’economia locale stretta tra incertezze globali e voglia di ripartenza.
L’instabilità generata dal braccio di ferro commerciale tra Stati Uniti ed Europa ha lasciato il segno. Prima l’annuncio dei nuovi dazi americani, poi la parziale retromarcia: un’altalena di notizie che ha frenato l’ottimismo degli imprenditori, specie sul fronte delle esportazioni. La previsione sull’export segna infatti un netto -17,24%, in linea con il dato dello scorso semestre ma preoccupante nel contesto attuale.
“È innegabile che la vicenda dei dazi abbia influito sulle nostre imprese – spiega Francesco Turcato, presidente di Confindustria Valle d’Aosta –. In questo momento servono scelte chiare e coraggiose da parte dell’Unione Europea: penso a una politica industriale che includa l’energia nucleare, un vero piano per le infrastrutture e un debito comune in grado di sostenere la competitività”.
Le imprese vedono un calo generalizzato degli ordinativi, che passano da +27,5% a -15,79%. La produzione registra un saldo negativo di -7,69% (era +25% nel primo trimestre). Peggiora anche la tenuta del portafoglio ordini: aumentano le aziende con commesse per meno di un mese (dal 17,86% al 22,58%) e diminuiscono quelle con visibilità oltre i tre mesi (dal 50% al 38,71%).
Anche le previsioni occupazionali riflettono l’incertezza: il saldo tra ottimisti e pessimisti crolla da +34,15% a -2,56%. Buone notizie però sul fronte della Cassa Integrazione Guadagni, il cui ricorso previsto cala, segnalando una certa tenuta del sistema produttivo.
Le imprese continuano a investire, ma con maggiore prudenza. Crescono gli investimenti per sostituire impianti o tecnologie obsolete (dal 20,59% al 34,29%), mentre calano quelli per ampliamenti (dal 52,94% al 22,86%). Aumenta anche la percentuale di chi non prevede alcun investimento (dal 26% al 43%).
Un altro segnale di rallentamento arriva dalla gestione della liquidità: i tempi medi di pagamento si allungano a 60 giorni (erano 58) e la Pubblica Amministrazione paga in media dopo 46 giorni (contro i 39 precedenti). Cresce anche il numero di imprese che segnala ritardi negli incassi (dal 26,83% al 35,90%).
Controtendenza il comparto edile, che beneficia ancora della scia positiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). In crescita l’occupazione (+42,86%) e le aspettative su produzione (+28,57%) e nuove commesse (+33,33%). Bene anche gli investimenti per ampliamento, che passano da +11,11% a +28,57%, mentre si riducono leggermente quelli per sostituzione.
Segnali incoraggianti anche per quanto riguarda i tempi di pagamento: si accorciano sia quelli medi (da 73 a 53 giorni), sia quelli della Pubblica Amministrazione (da 52 a 40 giorni).
In un contesto ancora fragile, le imprese valdostane mostrano un mix di prudenza e tenacia. “Ma non possiamo lasciare tutto sulle spalle degli imprenditori – conclude Turcato –. Il volontarismo non basta: servono scelte politiche forti, strategie comuni europee e infrastrutture adeguate per reggere la competizione globale. Il tempo delle attese è finito”.
L’instabilità generata dal braccio di ferro commerciale tra Stati Uniti ed Europa ha lasciato il segno. Prima l’annuncio dei nuovi dazi americani, poi la parziale retromarcia: un’altalena di notizie che ha frenato l’ottimismo degli imprenditori, specie sul fronte delle esportazioni. La previsione sull’export segna infatti un netto -17,24%, in linea con il dato dello scorso semestre ma preoccupante nel contesto attuale.
Un dato su cui riflettere è che i dazi, introdotti e poi ritirati a intermittenza, sono il frutto della linea economica dell’ex presidente Donald Trump, figura politica che continua a essere presa a modello da leader come Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Tuttavia, le ricadute sulle nostre imprese dimostrano quanto certe scelte protezionistiche, se non coordinate a livello internazionale, possano avere effetti boomerang anche per gli alleati politici di chi le ha promosse. In un mondo interconnesso, il “prima gli americani” rischia di tradursi in un “poi, forse, tutti gli altri”.