All’Ospedale Umberto Parini di Aosta è arrivata una nuova voce. Non è quella di un medico, né il consueto trambusto delle corsie. È una voce antica e profonda, fatta di tre rintocchi chiari, che risuonano tra le mura del Day Hospital Oncologico. È la “Campanella del Sollievo”, e il suo suono è un inno alla speranza, alla resilienza, alla vita che ricomincia dopo la tempesta della malattia.
Il suo suono non annuncia l’inizio, ma la fine. La fine di un percorso difficile, quello della chemioterapia, che lascia segni profondi nel corpo e nell’anima. I tre colpi non sono casuali: il primo saluta la vita prima della diagnosi, il secondo accompagna il dolore e la fatica delle cure, il terzo celebra la rinascita, la guarigione, la liberazione. Ogni paziente che suona la campana lascia un’eco di coraggio che vibra nei cuori di chi ascolta.
L’iniziativa nasce da una giovane paziente e trova accoglienza immediata grazie al Coordinatore Infermieristico Gianluca Del Vescovo e alla LILT Valle d’Aosta, che con sensibilità e impegno ha donato la campana all’ospedale. Non è solo un oggetto: è un simbolo carico di emozioni, che trasforma un’esperienza dolorosa in un gesto di forza e condivisione.
Salvatore Luberto, pres. Lilt VdA; Egle Barocco coordinatrice volontari Lilt VdA; Giovanni Donati
Il suono della campana, ricorda la dottoressa Zuzana Sirotovà, affonda le sue radici nella storia e nella spiritualità. Un tempo le campane chiamavano la comunità a raccolta nei momenti solenni: matrimoni, lutti, celebrazioni. Oggi, in questo angolo di Valle d’Aosta, richiamano alla gioia di chi torna a vivere. “Anche nel mondo pieno di rumori che ci circonda, il suono di una campana riesce ancora a fermare il tempo”, racconta. E ora è la voce dei pazienti oncologici, la loro dichiarazione di vittoria, di rinascita, che risuona tra le pareti ospedaliere.
Il gesto, semplice ma potentissimo, coinvolge l’intera comunità di cura: medici, infermieri, volontari e familiari. “È un momento di forte emozione per tutti – spiega Salvatore Luberto, presidente della LILT Valle d’Aosta – un saluto, un augurio, un atto d’amore. Non tutti i familiari riescono ad essere presenti, ma i volontari e il personale restano, sempre. Con empatia, con rispetto, con quella delicatezza che fa la differenza.”
Marisa Zambon, Luberto, Barocco
Tra i tanti che hanno vissuto in prima persona questo percorso, c’è Egle Barocco, oggi coordinatrice dei volontari LILT. Ma prima di tutto, ex paziente. Le sue parole raccontano meglio di qualunque cronaca cosa significhi suonare quella campana: “È un momento che lascia senza respiro. Un atto di gratitudine, verso la vita e verso chi ha saputo starci accanto anche nei giorni più bui.”
E proprio di luce parla l’Assessore alla Sanità Carlo Marzi, sottolineando come questa campana sia molto più che simbolo. È una voce che rompe il silenzio della sofferenza, che accende una scintilla nei momenti più bui. È una speranza concreta che prende forma e suono.
Un ringraziamento va a chi ha reso possibile tutto questo: ai professionisti del Parini, ai volontari della LILT, a chi ha donato, creduto, sostenuto. Da oggi, ogni rintocco della Campana del Sollievo è una dichiarazione d’amore alla vita. Tre colpi per dire: “ce l’ho fatta”, “sono qui”, “ricomincio”.
La Campanella del Sollievo
In un mondo che spesso dimentica il valore delle piccole grandi vittorie, ad Aosta da oggi si suona forte e chiaro un inno alla rinascita. E ogni volta che quella campana risuona, un cuore in più riprende a battere con un po’ più di speranza.