Domenica 13 aprile, sotto un cielo che sembrava più un quadro di Cézanne che una tela di campagna, Aymavilles ha ospitato la quarta eliminatoria di primavera del Concours Régional. Un evento che non è solo una competizione: è una celebrazione della montagna, del lavoro antico che si intreccia con il respiro della terra e con l’amore per le creature che ne fanno parte. La sfida tra bovine non è mai solo una questione di peso o muscoli, ma di storia, di radici, di tradizione.
In questo angolo di Valle d'Aosta, dove la neve lascia il passo alla fioritura dei prati, si svolge una battaglia che racconta un’epoca: quella della pastorizia e dell’allevamento che ha modellato il carattere della regione. Qui, tra le baite e i pascoli, la figura della bovina è tanto fondamentale quanto quella del pastore. Sono le regine della montagna, le madrine di latte e di forza che rappresentano l’anima agricola di un territorio che non smette di raccontare storie di fatica, ma anche di dolcezza.
Sotto un cielo che minacciava pioggia, ma che si è rivelato complice della giornata, si sono presentate ben 85 bovine, pronte a sfidarsi per il titolo di "regina". Un’acclamata e temuta competizione dove ogni animale porta con sé non solo peso e muscoli, ma anche il rispetto di una comunità che le ha accudite, nutrite e amate.
La prima categoria ha visto il trionfo di Briganda, una maestosa bovina proveniente dall’Azienda agricola Verney di Gressan, che ha superato in finale la sua compagna di stalla Teylon, un’altra bellezza del Verney. Con i suoi 720 Kg di puro splendore, Briganda ha conquistato la giuria e il pubblico, diventando la regina indiscussa della giornata, simbolo di quella forza in grado di sfidare il vento delle vette e di restare salda come le rocce delle montagne valdostane. Briganda non è solo un animale, ma una leggenda che si racconta nelle famiglie, nelle stalle, nei racconti di generazioni.
In seconda categoria, il cuore della competizione è stato battuto da Baronne dell’allevatore Edy Gontier di Aymavilles, che ha avuto la meglio su Sirena dei Frères Quendoz di Jovencan. Baronne non è solo una bovina, ma un concentrato di nobiltà e di grazia, una vera e propria regina che ha regalato un trionfo indimenticabile, mentre i suoi occhi svelavano il carattere orgoglioso e le radici profonde nella terra di Aymavilles. Un simbolo di continuità, che dimostra quanto la tradizione dell’allevamento sia ancora viva, ancorata nella quotidianità dei pastori.
E poi c’è Manda, regina della terza categoria, allevata da Betemps Dario di Saint-Christophe, che ha superato in finale Boba di Bionaz Michele di Brissogne. Manda, una bellezza imponente, non è solo una bovina da gara, ma la portatrice di una tradizione che ha visto nei pascoli alpini una culla e un palcoscenico. Il suo trionfo, così come quello delle altre, è il risultato di un lavoro che sa di sudore, ma anche di passione.
La giornata si è conclusa, ma la tradizione è solo appena iniziata. Con il sole che finalmente ha fatto capolino dalle nubi, gli sguardi degli allevatori si sono incrociati, pieni di soddisfazione per il traguardo raggiunto, ma anche con il pensiero già rivolto alla sfida successiva. Il prossimo appuntamento, infatti, è fissato per lunedì 21 aprile a Fenis, un’altra occasione per celebrare l'arte dell’allevamento, la bellezza dei pascoli e, soprattutto, la cultura di una terra che ha sempre trovato nella natura la sua ricchezza più grande.
La Valle d'Aosta, nonostante il tempo che passa, rimane fedele a se stessa: tra le nuvole e i pascoli, tra le montagne e le stalle, il bovino è sempre stato più di un animale da lavoro. È il simbolo di un legame profondo con la terra, di un amore che non smette di crescere, stagione dopo stagione. Le regine che oggi hanno trionfato non sono solo vincitrici di una competizione: sono la memoria vivente di una tradizione che ha attraversato secoli, e che, grazie a loro, non smetterà mai di camminare fiere nei sentieri della montagna.