Nel weekend appena trascorso, La Thuile non ha ospitato una tranquilla sciata di fine stagione, bensì la kermesse di Fratelli d’Italia dedicata alla montagna. Atmosfera frizzante non solo per l’aria alpina, ma anche per la quantità di patriottismo, bandiere e selfie istituzionali a disposizione. Peccato che mancasse proprio lui, il Presidente della Regione Valle d’Aosta, Renzo Testolin.
Pare che il buon Renzo abbia cortesemente declinato l’invito, evitando di portare i suoi saluti. Sarà stato il mal di quota? O forse un improvviso attacco di “prudenza politica”? Chi può dirlo.
A sostituirlo nel ruolo di “Presidente alpino di giornata” ci ha pensato Alberto Cirio, governatore del Piemonte. E via con la standing ovation. In fondo, tra un pezzo di sanità regionale affidato a manager “piemontesi” e Alberto Cirio che appare pure in CAS, forse ci stiamo solo abituando. Il richiamo sabaudo è nell’aria.
Ma torniamo al mistero Testolin: perché non è andato?
Forse per non riconoscere il “ritorno” (in altre vesti) degli eredi del fu Movimento Sociale Italiano sulla scena politica valdostana? Forse per non irritare qualche alleato più sensibile? O forse perché alla fine questo è stato un evento di partito e non un incontro istituzionale?
Ma attenzione, perché il colpo di scena era già arrivato. Qualche settimana fa, l’Union Valdôtaine ha ben pensato di proporre come sostituto dell’avvocato Marini nella Commissione Paritetica un nome gradito, udite udite, agli ambienti della destra romana. Proprio quella destra romana che, a quanto pare, non meritava neppure un saluto a La Thuile.
Ora, o siamo davanti a una brillante strategia di scacchi politici in quattro dimensioni, oppure stiamo giocando a nascondino con la coerenza. Perché ricordiamolo: l’avvocato Marini, quando fu nominato in Commissione, era già consulente giuridico della Premier Meloni. Quindi, quale sarebbe esattamente la differenza? Forse l’alternanza di colore tra le cravatte?
A questo punto, una domanda sorge spontanea: i valdostani devono sorbirsi teatrini, polemiche e contorsioni verbali quando si tratta di partecipare a eventi pubblici, ma devono poi tacere quando viene svenduto un posto di rappresentanza chiave alla destra nazionale?
Stranezze tutte nostre, certo. Ma forse c’è dell’altro.
Forse qualcuno pensa che l’autonomia si difenda con le assenze di protocollo, mentre in silenzio si smonta pezzo per pezzo nei corridoi che contano.
Intanto, a La Thuile il palco era pronto, il Piemonte c’era, Roma più di ogni altra cosa. E la Valle? Boh, forse era soltanto lo sfondo di un incontro politico trasformato in settimana bianca.